Dal 16 settembre presso la Galleria BPER Banca
I colori di Ligabue presto in mostra a Modena
Antonio Ligabue, Tigre assalita dal serpente, 1953, Olio su faesite, 66 x 80 cm | Courtesy Fondazione Archivio Antonio Ligabue di Parma
Francesca Grego
21/07/2022
Modena - Tigri e leoni dalle fauci spalancate, serpenti dalla stretta mortale, rapaci che ghermiscono la preda o lottano per la sopravvivenza: l’universo visionario e feroce di Antonio Ligabue è pronto a raccontarsi a Modena presso la Galleria BPER Banca, che per la prima volta si apre al contemporaneo. Dal prossimo 16 settembre al 5 febbraio 2023 avremo l’occasione di ammirare da vicino circa 20 dipinti nella mostra Antonio Ligabue. L’ora senz’ombra. Il riconoscimento come artista e come persona. A cura di Sandro Parmiggiani, il progetto inaugurerà in occasione del prossimo Festivalfilosofia (16-18 settembre) e ne interpreterà il tema – la giustizia – ponendo l’accento sull’inclusione e sulla valorizzazione della diversità attraverso l’emblematica vicenda di Ligabue.

Antonio Ligabue, Il Grande Autoritratto, 1950-55. Olio su faesite, 190 x 130 cm
Dall’espulsione dalla Svizzera, dove era nato e cresciuto, all’internamento in ospedale psichiatrico, Toni el Matt – come lo chiamavano gli abitanti del paesino emiliano di Gualtieri – si è sempre sentito fuori posto: ha dovuto lottare a lungo contro la solitudine e il pregiudizio, riuscendo infine ad affermare il proprio autentico talento di artista. Nell’esposizione modenese lo seguiremo nella sua avventura dalle prime opere, realizzate alla fine degli anni Venti, fino al ’62, quando le sue condizioni di salute si aggravarono fino a impedirgli di dipingere.

Antonio Ligabue, Gattopardo con teschio, 1953, Olio su faesite, 80 x 66 cm
Nucleo centrale della mostra saranno quattro dipinti conservati nelle raccolte BPER Banca, accanto ai quali troveremo opere provenienti da collezioni private ed esclusive testimonianze documentarie scovate negli archivi dell’ex Ospedale Psichiatrico di San Lazzaro a Reggio Emilia, utili a ricostruire la storia personale del pittore. I quattro capolavori di casa – Leonessa con zebre, Autoritratto con cavalletto, Aratura con buoi e Ritorno ai campi con castello – offrono da soli un colpo d’occhio sui temi favoriti da Ligabue: gli animali, il lavoro dei campi, la natura della pianura padana, la riflessione sul proprio io tormentato e vitale. Se all’inizio sono gli animali da fattoria a catturare la sua attenzione, in seguito creature esotiche conosciute sui libri o sulle stampe popolari trasformeranno le rive del Po in una giungla fantastica.
Quale che sia il soggetto del quadro, la pittura di Ligabue trasuda angoscia e solitudine, ma racconta anche la lotta istintiva per sopravvivere e conquistare il proprio posto nel mondo, il desiderio viscerale di amore e di socialità: sentimenti che accomunano tutti gli esseri umani e che avvincono l’attenzione dell’osservatore con immediatezza e irresistibile energia.

Antonio Ligabue, Leonessa che azzanna una zebra, 1950-55, olio su faesite, 72x88 cm. Collezione BPER Banca

Antonio Ligabue, Il Grande Autoritratto, 1950-55. Olio su faesite, 190 x 130 cm
Dall’espulsione dalla Svizzera, dove era nato e cresciuto, all’internamento in ospedale psichiatrico, Toni el Matt – come lo chiamavano gli abitanti del paesino emiliano di Gualtieri – si è sempre sentito fuori posto: ha dovuto lottare a lungo contro la solitudine e il pregiudizio, riuscendo infine ad affermare il proprio autentico talento di artista. Nell’esposizione modenese lo seguiremo nella sua avventura dalle prime opere, realizzate alla fine degli anni Venti, fino al ’62, quando le sue condizioni di salute si aggravarono fino a impedirgli di dipingere.

Antonio Ligabue, Gattopardo con teschio, 1953, Olio su faesite, 80 x 66 cm
Nucleo centrale della mostra saranno quattro dipinti conservati nelle raccolte BPER Banca, accanto ai quali troveremo opere provenienti da collezioni private ed esclusive testimonianze documentarie scovate negli archivi dell’ex Ospedale Psichiatrico di San Lazzaro a Reggio Emilia, utili a ricostruire la storia personale del pittore. I quattro capolavori di casa – Leonessa con zebre, Autoritratto con cavalletto, Aratura con buoi e Ritorno ai campi con castello – offrono da soli un colpo d’occhio sui temi favoriti da Ligabue: gli animali, il lavoro dei campi, la natura della pianura padana, la riflessione sul proprio io tormentato e vitale. Se all’inizio sono gli animali da fattoria a catturare la sua attenzione, in seguito creature esotiche conosciute sui libri o sulle stampe popolari trasformeranno le rive del Po in una giungla fantastica.
Quale che sia il soggetto del quadro, la pittura di Ligabue trasuda angoscia e solitudine, ma racconta anche la lotta istintiva per sopravvivere e conquistare il proprio posto nel mondo, il desiderio viscerale di amore e di socialità: sentimenti che accomunano tutti gli esseri umani e che avvincono l’attenzione dell’osservatore con immediatezza e irresistibile energia.

Antonio Ligabue, Leonessa che azzanna una zebra, 1950-55, olio su faesite, 72x88 cm. Collezione BPER Banca
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