Fino al 1° marzo al musée des Beaux-Arts
Étretat oltre le scogliere. Un luogo del mito, nei pennelli di Courbet, Monet, Matisse, si racconta a Lione
Claude Monet, Mare agitato a Étretat, 1883. Image © Lyon MBA | Foto: © Alain Basset
Samantha De Martin
02/12/2025
Mondo - Una lunga striscia di gesso a picco su un mare d'alabastro. Doveva presentarsi così, nella regione della Normandia, la stretta lingua scavata nella scogliera che accoglieva, e accoglie tuttora, il villaggio di Étretat.
Questo paesaggio eccezionale dove la roccia, sotto l'azione dell'erosione, ha assunto nel tempo forme spettacolari, è entrato a far parte dell'immaginario collettivo grazie ai numerosi artisti che lo hanno immortalato e ancora oggi continua ad attrarre un numero sempre crescente di turisti.
Nel corso del XIX secolo Étretat si è trasformato in un vero e proprio "villaggio di artisti”. Attraverso le numerose rappresentazioni di questo sito unico, passate attraverso i pennelli dei maestri, è possibile ripercorrere l'evoluzione del paesaggio e della sua rappresentazione, a partire dal Romanticismo.
A passare in rassegna i diversi volti, nel tempo, è la mostra Étretat, par-delà les falaises. Courbet, Monet, Matisse, in corso fino al 1° marzo nelle sale del Musée des Beaux-Arts di Lione. Punto di partenza sono due importanti dipinti, presenti nelle collezioni del Museo, realizzati a Étretat da Gustave Courbet e Claude Monet.
Il percorso abbraccia centocinquanta capolavori affiancati da documenti. Rimasta a lungo sconosciuta agli artisti, in quanto difficile da raggiungere per la mancanza di una strada asfaltata, Étretat trova una delle sue prime rappresentazioni in Alexandre Jean Noël alla fine del XVIII secolo. Tuttavia è solo a partire dagli anni Venti dell'Ottocento che i primi artisti come Eugène Isabey iniziano gradualmente a stabilirvisi.
Se Eugène Delacroix arriva in occasione di un soggiorno a casa di cugini, Camille Corot vi giunge su invito di uno dei suoi collezionisti. Quando i primi artisti arrivano in questo che sarebbe diventato nel tempo un vero e proprio atelier di pittura a cielo aperto, la pesca è l'attività principale e il villaggio è ancora attraversato da cottage con il tetto di paglia, argani e "caloges".
Alla fine dell’estate del 1869 Gustave Courbet vive a Étretat una fase creativa particolarmente produttiva. "Di tanto in tanto appoggiava il viso contro il vetro e osservava la tempesta”. Con queste parole lo scrittore Guy de Maupassant, giunto ad ammirare gli effetti di un uragano sulla spiaggia di Étretat, descrive in un articolo il suo incontro con Courbet che realizzerà, più avanti, L'Onda.
Ma Étretat diventa ben presto il soggetto delle immagini scattate dai pionieri della fotografia su carta, già a partire dagli anni '50 dell'Ottocento, aristocratici o ricchi borghesi, in vacanza, appassionati di questo nuovo mezzo di cui desiderano esplorare il potenziale.
Claude Monet, invece, in Normandia è di casa avendo trascorso l'infanzia a Le Havre. Soggiorna a Étretat a partire dagli anni '60 dell'Ottocento, quando ha solo vent'anni, eseguendo i suoi primi studi naturalistici. Nel corso dei suoi soggiorni annuali per periodi di durata variabile, fino al 1886, ha dato vita a una collezione di un’ottantina di tele, oltre a pastelli che esplorano principalmente il motivo delle scogliere.
Le opere venivano iniziate all'aperto, a volte in condizioni acrobatiche alla ricerca di un punto di vista originale, ma completate in studio. Durante l’estate del 1920 Henri Matisse soggiornerà a Étretat per ben due volte realizzando oltre quaranta dipinti e numerosi disegni. Dipingeva scene d'interni in cui il paesaggio appariva attraverso la cornice della finestra, per poi avventurarsi all'aperto, confrontandosi con il motivo delle scogliere in un dialogo consapevole con le opere dei suoi predecessori, Gustave Courbet e Claude Monet. Le sue creazioni più originali consistono in una serie di "pesci dipinti in riva all'acqua", in primo piano.
Sebbene l'interesse degli artisti per Étretat sia rimasto forte per tutto il XX secolo, il villaggio non ha più ricoperto lo stesso ruolo di epicentro della modernità. Con la continua crescita del turismo, il sito è diventato parte della cultura popolare. Dopo Balthasar Burkhard, giunto nel 1995 per immortalare le onde sulle orme di Gustave Courbet, il fotografo tedesco Elger Esser ha creato nel 2000 una serie che mette in discussione il mito di Étretat offrendo un epilogo alla storia artistica del luogo.
Questo paesaggio eccezionale dove la roccia, sotto l'azione dell'erosione, ha assunto nel tempo forme spettacolari, è entrato a far parte dell'immaginario collettivo grazie ai numerosi artisti che lo hanno immortalato e ancora oggi continua ad attrarre un numero sempre crescente di turisti.
Nel corso del XIX secolo Étretat si è trasformato in un vero e proprio "villaggio di artisti”. Attraverso le numerose rappresentazioni di questo sito unico, passate attraverso i pennelli dei maestri, è possibile ripercorrere l'evoluzione del paesaggio e della sua rappresentazione, a partire dal Romanticismo.
A passare in rassegna i diversi volti, nel tempo, è la mostra Étretat, par-delà les falaises. Courbet, Monet, Matisse, in corso fino al 1° marzo nelle sale del Musée des Beaux-Arts di Lione. Punto di partenza sono due importanti dipinti, presenti nelle collezioni del Museo, realizzati a Étretat da Gustave Courbet e Claude Monet.
Il percorso abbraccia centocinquanta capolavori affiancati da documenti. Rimasta a lungo sconosciuta agli artisti, in quanto difficile da raggiungere per la mancanza di una strada asfaltata, Étretat trova una delle sue prime rappresentazioni in Alexandre Jean Noël alla fine del XVIII secolo. Tuttavia è solo a partire dagli anni Venti dell'Ottocento che i primi artisti come Eugène Isabey iniziano gradualmente a stabilirvisi.
Se Eugène Delacroix arriva in occasione di un soggiorno a casa di cugini, Camille Corot vi giunge su invito di uno dei suoi collezionisti. Quando i primi artisti arrivano in questo che sarebbe diventato nel tempo un vero e proprio atelier di pittura a cielo aperto, la pesca è l'attività principale e il villaggio è ancora attraversato da cottage con il tetto di paglia, argani e "caloges".
Alla fine dell’estate del 1869 Gustave Courbet vive a Étretat una fase creativa particolarmente produttiva. "Di tanto in tanto appoggiava il viso contro il vetro e osservava la tempesta”. Con queste parole lo scrittore Guy de Maupassant, giunto ad ammirare gli effetti di un uragano sulla spiaggia di Étretat, descrive in un articolo il suo incontro con Courbet che realizzerà, più avanti, L'Onda.
Ma Étretat diventa ben presto il soggetto delle immagini scattate dai pionieri della fotografia su carta, già a partire dagli anni '50 dell'Ottocento, aristocratici o ricchi borghesi, in vacanza, appassionati di questo nuovo mezzo di cui desiderano esplorare il potenziale.
Claude Monet, invece, in Normandia è di casa avendo trascorso l'infanzia a Le Havre. Soggiorna a Étretat a partire dagli anni '60 dell'Ottocento, quando ha solo vent'anni, eseguendo i suoi primi studi naturalistici. Nel corso dei suoi soggiorni annuali per periodi di durata variabile, fino al 1886, ha dato vita a una collezione di un’ottantina di tele, oltre a pastelli che esplorano principalmente il motivo delle scogliere.
Le opere venivano iniziate all'aperto, a volte in condizioni acrobatiche alla ricerca di un punto di vista originale, ma completate in studio. Durante l’estate del 1920 Henri Matisse soggiornerà a Étretat per ben due volte realizzando oltre quaranta dipinti e numerosi disegni. Dipingeva scene d'interni in cui il paesaggio appariva attraverso la cornice della finestra, per poi avventurarsi all'aperto, confrontandosi con il motivo delle scogliere in un dialogo consapevole con le opere dei suoi predecessori, Gustave Courbet e Claude Monet. Le sue creazioni più originali consistono in una serie di "pesci dipinti in riva all'acqua", in primo piano.
Sebbene l'interesse degli artisti per Étretat sia rimasto forte per tutto il XX secolo, il villaggio non ha più ricoperto lo stesso ruolo di epicentro della modernità. Con la continua crescita del turismo, il sito è diventato parte della cultura popolare. Dopo Balthasar Burkhard, giunto nel 1995 per immortalare le onde sulle orme di Gustave Courbet, il fotografo tedesco Elger Esser ha creato nel 2000 una serie che mette in discussione il mito di Étretat offrendo un epilogo alla storia artistica del luogo.
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