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Riaperte dopo 20 anni le Terme Suburbane di Ercolano, le meglio conservate dell’Impero

Terme Suburbane, Ercolano I Courtesy Parco Archeologico di Ercolano
Francesca Grego
16/09/2025
Napoli - Dopo 20 anni di chiusura, sono di nuovo aperte al pubblico le Terme Suburbane di Ercolano, il complesso termale di epoca romana meglio conservato che sia giunto fino a noi. In fase avanzata di restauro, l’edificio accoglie i visitatori in un cantiere a vista, con l’opportunità di osservare dal vivo il lavoro dei restauratori.
“Apriamo ai cittadini un cantiere di restauro in corso, trasformandolo in un occasione di conoscenza e di dialogo con il nostro patrimonio”, ha detto Francesco Sirano, già direttore del Parco Archeologico di Ercolano e ora funzionario delegato alla direzione del Parco, nonché nuovo direttore del Museo Archeologico Nazionale di Napoli: “Vogliamo che i visitatori comprendano non solo la bellezza straordinaria di questi ambienti, ma anche l’impegno e la cura che occorrono per conservarli e restituirli al futuro”.
Costruite tra l’antica spiaggia e la cinta muraria di Ercolano, ai piedi di lussuose dimore affacciate sul mare, le Terme Suburbane nascono in età augustea come bagno privato della prestigiosa famiglia dei Nonii Balbi, per poi essere ampliate e messe a disposizione della città. Accanto al monumento funebre di Marco Nonio Balbo, una terrazza panoramica situata introduceva al complesso adorno di eleganti pavimenti marmorei, stucchi e pitture raffinate, reso ancora più interessante da un sistema di riscaldamento decisamente innovativo per l’epoca.
Quattro ambienti erano a disposizione dei fortunati ospiti delle terme, a partire dal Frigidarium, una grande sala decorata con marmi e affreschi. Subito dopo, figure di guerrieri finemente modellate in stucco - probabilmente ispirate alla tragedia di Eschilo I sette contro Tebe - accoglievano i bagnanti nel Tepidarium, che oggi prende appunto il nome di Sala dei Guerrieri. Le panchine in marmo ne rivelano l’uso come luogo di sosta e acclimatamento, mentre i tubuli alle pareti sono tracce del sistema di riscaldamento, oggi unico nel suo genere per stato di conservazione.
Una vasca rettangolare e un elegante labrum (grande vasca) in marmo cipollino caratterizzavano il Calidarium. La violenza dell’eruzione del 79 d.C. fece rovesciare il labrum, la cui impronta è ancora visibile. Ultimo ambiente del complesso è il Grande Calidarium con natatio (piscina), la cui volta conserva delle speciali decorazioni, che servivano a convogliare le gocce di condensa evitando che ricadessero sugli ospiti delle terme. Un sistema di riscaldamento a induzione rarissimo in area vesuviana, oggi detto “a samovar”, manteneva calda l’acqua erdella grande piscina centrale e alimentava tre saune in salette separate. A produrre il calore erano i praefurnia, forni sotterranei con braci ardenti, situati in un corridoio attiguo alle saune.
Scoperte nel 1940, le Terme Suburbane sono state scavate a più riprese, lottando contro l’emersione delle acque di falda che impedivano di raggiungere i livelli più bassi. Il complesso venne la luce nella sua interezza solo nel 1973. Oggi riaprono grazie a un articolato programma di conservazione e valorizzazione sviluppato dal Parco nell’ambito del partenariato pubblico-privato con il Packard Humanities Institute (PHI), attivo a Ercolano dal 2001.
“Le Terme Suburbane rappresentano un unicum nel panorama archeologico mondiale”, conclude Sirano: “Restituirle, anche solo in parte, al grande pubblico significa dare voce a un luogo che racconta la vita quotidiana, il benessere e la socialità dell’antica Ercolano”.
“Apriamo ai cittadini un cantiere di restauro in corso, trasformandolo in un occasione di conoscenza e di dialogo con il nostro patrimonio”, ha detto Francesco Sirano, già direttore del Parco Archeologico di Ercolano e ora funzionario delegato alla direzione del Parco, nonché nuovo direttore del Museo Archeologico Nazionale di Napoli: “Vogliamo che i visitatori comprendano non solo la bellezza straordinaria di questi ambienti, ma anche l’impegno e la cura che occorrono per conservarli e restituirli al futuro”.
Costruite tra l’antica spiaggia e la cinta muraria di Ercolano, ai piedi di lussuose dimore affacciate sul mare, le Terme Suburbane nascono in età augustea come bagno privato della prestigiosa famiglia dei Nonii Balbi, per poi essere ampliate e messe a disposizione della città. Accanto al monumento funebre di Marco Nonio Balbo, una terrazza panoramica situata introduceva al complesso adorno di eleganti pavimenti marmorei, stucchi e pitture raffinate, reso ancora più interessante da un sistema di riscaldamento decisamente innovativo per l’epoca.
Quattro ambienti erano a disposizione dei fortunati ospiti delle terme, a partire dal Frigidarium, una grande sala decorata con marmi e affreschi. Subito dopo, figure di guerrieri finemente modellate in stucco - probabilmente ispirate alla tragedia di Eschilo I sette contro Tebe - accoglievano i bagnanti nel Tepidarium, che oggi prende appunto il nome di Sala dei Guerrieri. Le panchine in marmo ne rivelano l’uso come luogo di sosta e acclimatamento, mentre i tubuli alle pareti sono tracce del sistema di riscaldamento, oggi unico nel suo genere per stato di conservazione.
Una vasca rettangolare e un elegante labrum (grande vasca) in marmo cipollino caratterizzavano il Calidarium. La violenza dell’eruzione del 79 d.C. fece rovesciare il labrum, la cui impronta è ancora visibile. Ultimo ambiente del complesso è il Grande Calidarium con natatio (piscina), la cui volta conserva delle speciali decorazioni, che servivano a convogliare le gocce di condensa evitando che ricadessero sugli ospiti delle terme. Un sistema di riscaldamento a induzione rarissimo in area vesuviana, oggi detto “a samovar”, manteneva calda l’acqua erdella grande piscina centrale e alimentava tre saune in salette separate. A produrre il calore erano i praefurnia, forni sotterranei con braci ardenti, situati in un corridoio attiguo alle saune.
Scoperte nel 1940, le Terme Suburbane sono state scavate a più riprese, lottando contro l’emersione delle acque di falda che impedivano di raggiungere i livelli più bassi. Il complesso venne la luce nella sua interezza solo nel 1973. Oggi riaprono grazie a un articolato programma di conservazione e valorizzazione sviluppato dal Parco nell’ambito del partenariato pubblico-privato con il Packard Humanities Institute (PHI), attivo a Ercolano dal 2001.
“Le Terme Suburbane rappresentano un unicum nel panorama archeologico mondiale”, conclude Sirano: “Restituirle, anche solo in parte, al grande pubblico significa dare voce a un luogo che racconta la vita quotidiana, il benessere e la socialità dell’antica Ercolano”.
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