A Perugia dal 3 luglio al 15 settembre
Un Modigliani in arrivo alla Galleria nazionale dell'Umbria

Amedeo Modigliani, Nu couchè, 1917, olio su tela. Courtesy Pinacoteca Agnelli, Torino I Ph. Sebastiano Pellion di Persano
Samantha De Martin
17/06/2025
Perugia - Rientra tra le opere realizzate nell'appartamento parigino di rue Joseph Bara 3, affittato nel 1916 dal mercante Zborowski per consentire all’artista di concentrarsi sulla produzione.
Perché se negli anni della sua formazione tra Firenze e Venezia Amedeo Modigliani aveva lavorato molto sul nudo, a Parigi l’artista dapprima evita il tema, considerato negli ambienti dell’avanguardia e dalle nuove correnti artistiche eccessivamente “accademico”.
Realizzato solo più tardi, una volta conclusa la famosa serie delle Cariatidi quando, con la famosa mostra personale alla galleria parigina Berthe Weill, sospesa dalla polizia per “oltraggio al pudore”, inizia la stagione dei grandi nudi, Nu couché ritrae una modella semisdraiata su un sofà.
Le mani sono congiunte, mentre le sue morbide linee sono definite da un segno scuro che separa il corpo dalle campiture di colore quasi astratte dello spazio circostante.
Questo nudo, rappresentato dal maestro dei colli lunghi attraverso una sensualità femminile che suggerisce anche controllo e sfida, sarà protagonista dell’appuntamento “Un capolavoro a Perugia”. Dal 3 luglio al 15 settembre il capolavoro di Modigliani, proveniente dalla Collezione Permanente della Pinacoteca Agnelli di Torino, sarà ospite della Galleria nazionale dell’Umbria di Perugia, invitando il pubblico a ripercorrere la vita, le relazioni, la ricerca del maestro livornese, soprannominato dai colleghi parigini Modì per l’assonanza del nome con il francese “maudit”, maledetto.
La sua esistenza complessa, sferzata da malattie, grandi rifiuti e altrettanti successi, sarà raccontata attraverso un prezioso nucleo di otto lavori, in dialogo con alcune opere di arte antica, europea ed extraeuropea, nel tentativo di spiegare come il suo linguaggio originale e personale possa costituire la rielaborazione in chiave moderna di modelli del passato.
Perché se negli anni della sua formazione tra Firenze e Venezia Amedeo Modigliani aveva lavorato molto sul nudo, a Parigi l’artista dapprima evita il tema, considerato negli ambienti dell’avanguardia e dalle nuove correnti artistiche eccessivamente “accademico”.
Realizzato solo più tardi, una volta conclusa la famosa serie delle Cariatidi quando, con la famosa mostra personale alla galleria parigina Berthe Weill, sospesa dalla polizia per “oltraggio al pudore”, inizia la stagione dei grandi nudi, Nu couché ritrae una modella semisdraiata su un sofà.
Le mani sono congiunte, mentre le sue morbide linee sono definite da un segno scuro che separa il corpo dalle campiture di colore quasi astratte dello spazio circostante.
Questo nudo, rappresentato dal maestro dei colli lunghi attraverso una sensualità femminile che suggerisce anche controllo e sfida, sarà protagonista dell’appuntamento “Un capolavoro a Perugia”. Dal 3 luglio al 15 settembre il capolavoro di Modigliani, proveniente dalla Collezione Permanente della Pinacoteca Agnelli di Torino, sarà ospite della Galleria nazionale dell’Umbria di Perugia, invitando il pubblico a ripercorrere la vita, le relazioni, la ricerca del maestro livornese, soprannominato dai colleghi parigini Modì per l’assonanza del nome con il francese “maudit”, maledetto.
La sua esistenza complessa, sferzata da malattie, grandi rifiuti e altrettanti successi, sarà raccontata attraverso un prezioso nucleo di otto lavori, in dialogo con alcune opere di arte antica, europea ed extraeuropea, nel tentativo di spiegare come il suo linguaggio originale e personale possa costituire la rielaborazione in chiave moderna di modelli del passato.
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