A Palazzo Mosca a Pesaro una mostra dal 22 giugno al 2 novembre
La memoria del presente nell'arte del Novecento

Giorgio de Chirico, Le muse inquietanti, 1972
E. Bramati
16/06/2014
Pesaro e Urbino - Con l'arrivo dell'estate la città di Pesaro attende la grande mostra "La Memoria del Presente. Capolavori dal Novecento Italiano", che dal 22 giugno fino al 2 novembre 2014 sarà ospitata presso i Musei Civici di Palazzo Mosca.
Il percorso illustrerà il '900 attraverso la pittura e la scultura, per raccontare un secolo impetuoso e movimentato, stravolto da due conflitti mondiali e che nell'arte trovò il luogo ideale per esprimere tutte le sue vicissitudini. Sarà così possibile ripercorrere il rivoluzionario cambiamento avvenuto in Italia tra gli anni '20 e i '70, e osservare, attraverso diversi linguaggi espressivi, il nuovo ruolo dell'artista quale “artefice” di una rinascita.
Tra i capolavori della mostra, che accosterà pezzi provenienti dalle collezioni della Fondazione Carima a prestiti privati, potranno essere ammirati un "Ritratto della Signora Vigliani Ranieri Clelia" di Giacomo Balla, ancora vicino al romanticismo di fine Ottocento, le opere di De Pisis, testimone dell'influenza francese de Les Italiens de Paris, fino al Futurismo e il suo superamento verso una poetica più personale.
La tensione dinamica di pittori quali Depero, Dottori, Prampolini, Conti e Tulli testimonierà la visione esasperata di una velocità espressiva, sempre in equilibrio tra scomposizione e ricomposizione del soggetto.
Accanto a questi, un "Paesaggio" di Licini e un "Concetto spaziale" di Lucio Fontana mostreranno la trasformazione dei linguaggi artistici dal secondo dopoguerra fino agli anni '70, epoca in cui la spinta innovativa si spostò verso territori sempre più inconsueti e concettuali.
Con Campigli, Vedova, Burri Afro, Schifano, Giò Pomodoro si approderà invece a nuovi linguaggi visivi, volti ad indagare il passato per dichiarare il proprio futuro, scomponendo e ricomponendo tutti gli schemi possibili dell’arte.
Il percorso illustrerà il '900 attraverso la pittura e la scultura, per raccontare un secolo impetuoso e movimentato, stravolto da due conflitti mondiali e che nell'arte trovò il luogo ideale per esprimere tutte le sue vicissitudini. Sarà così possibile ripercorrere il rivoluzionario cambiamento avvenuto in Italia tra gli anni '20 e i '70, e osservare, attraverso diversi linguaggi espressivi, il nuovo ruolo dell'artista quale “artefice” di una rinascita.
Tra i capolavori della mostra, che accosterà pezzi provenienti dalle collezioni della Fondazione Carima a prestiti privati, potranno essere ammirati un "Ritratto della Signora Vigliani Ranieri Clelia" di Giacomo Balla, ancora vicino al romanticismo di fine Ottocento, le opere di De Pisis, testimone dell'influenza francese de Les Italiens de Paris, fino al Futurismo e il suo superamento verso una poetica più personale.
La tensione dinamica di pittori quali Depero, Dottori, Prampolini, Conti e Tulli testimonierà la visione esasperata di una velocità espressiva, sempre in equilibrio tra scomposizione e ricomposizione del soggetto.
Accanto a questi, un "Paesaggio" di Licini e un "Concetto spaziale" di Lucio Fontana mostreranno la trasformazione dei linguaggi artistici dal secondo dopoguerra fino agli anni '70, epoca in cui la spinta innovativa si spostò verso territori sempre più inconsueti e concettuali.
Con Campigli, Vedova, Burri Afro, Schifano, Giò Pomodoro si approderà invece a nuovi linguaggi visivi, volti ad indagare il passato per dichiarare il proprio futuro, scomponendo e ricomponendo tutti gli schemi possibili dell’arte.
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