Dal 1° giugno si arricchisce l'offerta museale
Il nuovo allestimento della Centrale Montemartini

Mosaico con Ratto di Proserpina Mosaico policromo, Metà del II secolo d.C. Roma, Via Portuense,1885 Inv. MC 1235 ©Foto Zeno Colantoni
L. Sanfelice
01/06/2016
Roma - Vento di novità alla Centrale Montemartini che dal 1° giugno presenta una serie capolavori di proprietà delle Collezioni Capitoline a lungo conservati nei depositi e d’ora in avanti finalmente integrati nell’esposizione museale permanente del polo di Via Ostiense.
La collocazione dei nuovi arrivati comincia dal piano terra dove una piccola sala viene riservata al corredo funerario di Crepereia Tryphaena, un tesoro di ori, gioielli, pietre preziose e oggetti da toletta e una curiosa bambola in avorio datato attorno alla metà del II secolo d.C. e rinvenuto nel corso dei lavori per la costruzione del Palazzo di Giustizia alla fine dell’Ottocento.
Nella successiva Sala Colonne è la volta di tre mosaici policromi di età repubblicana. Il più interessante, datato tra il 100 e l’80 a.C., raffigura un labirinto chiuso in una cita muraria e venne scoperto nel 1958 nei pressi di piazza San Giovanni in Laterano.
Ancora un mosaico, questa volta pavimentale dell’età media imperiale, ha trovato invece casa nella Sala Caldaie dove si potrà ammirare con stupore la dettagliata scena del rapimento di Proserpina da parte di Plutone, dio dell’oltretomba.
A queste novità definitivamente assorbite nel percorso museale, la Centrale affianca poi l’introduzione nella Sala Macchine di una testa-ritratto di basanite dell’imperatrice Agrippina Minore, concessa temporaneamente in prestito dalla Ny Carlsberg Glyptotek di Copenaghen fino al prossimo gennaio. L’opera viene affiancata alla statua femminile di Orante, proveniente dalle Collezioni Capitoline e scolpita nella stessa pietra scura. La sorpresa è che il capo e il corpo in realtà combaciano come provato da una serie di studi scientifici condotti alla fine del Novecento.
Consulta anche:
Centrale Montemartini promossa su The Guardian
Guida d'arte di Roma
La collocazione dei nuovi arrivati comincia dal piano terra dove una piccola sala viene riservata al corredo funerario di Crepereia Tryphaena, un tesoro di ori, gioielli, pietre preziose e oggetti da toletta e una curiosa bambola in avorio datato attorno alla metà del II secolo d.C. e rinvenuto nel corso dei lavori per la costruzione del Palazzo di Giustizia alla fine dell’Ottocento.
Nella successiva Sala Colonne è la volta di tre mosaici policromi di età repubblicana. Il più interessante, datato tra il 100 e l’80 a.C., raffigura un labirinto chiuso in una cita muraria e venne scoperto nel 1958 nei pressi di piazza San Giovanni in Laterano.
Ancora un mosaico, questa volta pavimentale dell’età media imperiale, ha trovato invece casa nella Sala Caldaie dove si potrà ammirare con stupore la dettagliata scena del rapimento di Proserpina da parte di Plutone, dio dell’oltretomba.
A queste novità definitivamente assorbite nel percorso museale, la Centrale affianca poi l’introduzione nella Sala Macchine di una testa-ritratto di basanite dell’imperatrice Agrippina Minore, concessa temporaneamente in prestito dalla Ny Carlsberg Glyptotek di Copenaghen fino al prossimo gennaio. L’opera viene affiancata alla statua femminile di Orante, proveniente dalle Collezioni Capitoline e scolpita nella stessa pietra scura. La sorpresa è che il capo e il corpo in realtà combaciano come provato da una serie di studi scientifici condotti alla fine del Novecento.
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