A Roma dal 21 novembre al 12 aprile
Palazzo Braschi ritrova le ville e i giardini di Roma
Ville e Giardini di Roma | Foto: © WPS
Samantha De Martin
20/11/2025
Roma - L’evoluzione artistica dei giardini di Roma, dal Rinascimento al Novecento, passa attraverso i dipinti e le vedute in mostra al Museo di Roma a Palazzo Braschi.
Dal 21 novembre al 12 aprile disegni, stampe manoscritti, per un totale di circa 190 opere, poco conosciute e in molti casi inedite, svelano per la prima volta l’aspetto originario di spazi verdi oggi scomparsi o radicalmente rimaneggiati, proponendo nuove chiavi di lettura.
Cornice di questo percorso in sei sezioni, arricchito da apparati multimediali e immersivi, è la mostra Ville e Giardini di Roma: una Corona di Delizie un viaggio tra i giardini della città eterna nell’immaginario pittorico dal Cinquecento alla seconda metà del XX secolo.
Promossa da Roma Capitale, Assessorato alla Cultura, Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali, curata da Alberta Campitelli, Alessandro Cremona, Federica Pirani, Sandro Santolini con il supporto di un Comitato scientifico internazionale composto da Vincenzo Cazzato, Barbara Jatta, Sabine Frommel, Denis Ribouillault e Claudio Strinati, l’esposizione illustra al pubblico l’evoluzione di ville e giardini nei secoli. Da espressione di potere, cultura e raffinatezza per pontefici, principi e cardinali diventano presto luoghi con una funzione pubblica, destinati alle passeggiate ottocentesche. Non mancano i giardini novecenteschi realizzati dopo le travagliate trasformazioni dovute al nuovo ruolo di Roma come capitale del Regno, che dal 1870 e fino al Ventennio hanno comportato la distruzione di molti importanti complessi. Lungo il percorso le Ville del Cinquecento, con gli antichi luoghi per l’otium, i giardini di delizia, le vigne e gli orti, grazie a maestri come Bramante, Peruzzi, Raffaello, Sangallo il Giovane, Giulio Romano, Ligorio, Vignola, Ammannati, Fontana e Del Duca raccolgono le suggestioni dell’antichità e definiscono un modello di giardino romano, destinato a essere celebrato e imitato.
Ville e Giardini di Roma | Foto: © WPS
Villa Madama, Villa Giulia, il Belvedere vaticano, La Farnesina, Villa Medici sono documentati in mostra da opere di celebri artisti quali Hendrick van Cleve, Caspar van Wittel, Paolo Anesi. Queste creazioni lasciano spazio alle Ville del Seicento e ai loro lussureggianti giardini impreziositi da scenografiche fontane, frutto dell’estro dei migliori artisti e architetti del tempo come Flaminio Ponzio, Carlo Maderno, Giovanni Vasanzio, Alessandro Algardi, Pietro da Cortona. Un esempio tra tutti Villa Borghese, immortalata dal dipinto di Joseph Heintz il Giovane.
La sezione dedicata alle ville del Settecento, con la loro magnificenza barocca, abbraccia i giardini di Palazzo Colonna e quelli progettati da Ferdinando Fuga per il Palazzo già Riario, fino ad arrivare ai giardini per l’urbanistica di Roma capitale. Il secolo delle rivoluzioni, pur non risparmiando le residenze di delizia, vedrà affermarsi un nuovo modello, il verde pubblico della passeggiata, destinato non più alla nobiltà ma a un’utenza più ampia e “democratica”. Se Gli effetti dell’occupazione francese di inizi secolo e della battaglia per la difesa della Repubblica romana del 1849 distruggono ville e giardini, soprattutto sul Gianicolo, Villa Torlonia in via Nomentana, commissionata dalla potente famiglia di banchieri, incarnerà l’ultimo esempio di mecenatismo romano. Il percorso prosegue fino al Giardino romano nel Novecento tra propaganda, distruzioni e nuovi modelli, quando la scure della modernizzazione indurrà e sacrificare molte ville mentre l’acquisizione e l’apertura al pubblico di Villa Borghese nel 1903, collegata nel 1908 alla Passeggiata del Pincio, segnerà un indubbio contributo al verde cittadino.
La politica del verde da parte del regime fascista avanza su un doppio registro legato alle nuove esigenze urbanistiche mussoliniane. Il giardino di Villa Rivaldi, ad esempio, viene impietosamente distrutto per consentire l’apertura di via dell’Impero (attuale via dei Fori Imperiali).

Ville e Giardini di Roma | Foto: © WPS
Dal 21 novembre al 12 aprile disegni, stampe manoscritti, per un totale di circa 190 opere, poco conosciute e in molti casi inedite, svelano per la prima volta l’aspetto originario di spazi verdi oggi scomparsi o radicalmente rimaneggiati, proponendo nuove chiavi di lettura.
Cornice di questo percorso in sei sezioni, arricchito da apparati multimediali e immersivi, è la mostra Ville e Giardini di Roma: una Corona di Delizie un viaggio tra i giardini della città eterna nell’immaginario pittorico dal Cinquecento alla seconda metà del XX secolo.
Promossa da Roma Capitale, Assessorato alla Cultura, Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali, curata da Alberta Campitelli, Alessandro Cremona, Federica Pirani, Sandro Santolini con il supporto di un Comitato scientifico internazionale composto da Vincenzo Cazzato, Barbara Jatta, Sabine Frommel, Denis Ribouillault e Claudio Strinati, l’esposizione illustra al pubblico l’evoluzione di ville e giardini nei secoli. Da espressione di potere, cultura e raffinatezza per pontefici, principi e cardinali diventano presto luoghi con una funzione pubblica, destinati alle passeggiate ottocentesche. Non mancano i giardini novecenteschi realizzati dopo le travagliate trasformazioni dovute al nuovo ruolo di Roma come capitale del Regno, che dal 1870 e fino al Ventennio hanno comportato la distruzione di molti importanti complessi. Lungo il percorso le Ville del Cinquecento, con gli antichi luoghi per l’otium, i giardini di delizia, le vigne e gli orti, grazie a maestri come Bramante, Peruzzi, Raffaello, Sangallo il Giovane, Giulio Romano, Ligorio, Vignola, Ammannati, Fontana e Del Duca raccolgono le suggestioni dell’antichità e definiscono un modello di giardino romano, destinato a essere celebrato e imitato.
Ville e Giardini di Roma | Foto: © WPS
Villa Madama, Villa Giulia, il Belvedere vaticano, La Farnesina, Villa Medici sono documentati in mostra da opere di celebri artisti quali Hendrick van Cleve, Caspar van Wittel, Paolo Anesi. Queste creazioni lasciano spazio alle Ville del Seicento e ai loro lussureggianti giardini impreziositi da scenografiche fontane, frutto dell’estro dei migliori artisti e architetti del tempo come Flaminio Ponzio, Carlo Maderno, Giovanni Vasanzio, Alessandro Algardi, Pietro da Cortona. Un esempio tra tutti Villa Borghese, immortalata dal dipinto di Joseph Heintz il Giovane.
La sezione dedicata alle ville del Settecento, con la loro magnificenza barocca, abbraccia i giardini di Palazzo Colonna e quelli progettati da Ferdinando Fuga per il Palazzo già Riario, fino ad arrivare ai giardini per l’urbanistica di Roma capitale. Il secolo delle rivoluzioni, pur non risparmiando le residenze di delizia, vedrà affermarsi un nuovo modello, il verde pubblico della passeggiata, destinato non più alla nobiltà ma a un’utenza più ampia e “democratica”. Se Gli effetti dell’occupazione francese di inizi secolo e della battaglia per la difesa della Repubblica romana del 1849 distruggono ville e giardini, soprattutto sul Gianicolo, Villa Torlonia in via Nomentana, commissionata dalla potente famiglia di banchieri, incarnerà l’ultimo esempio di mecenatismo romano. Il percorso prosegue fino al Giardino romano nel Novecento tra propaganda, distruzioni e nuovi modelli, quando la scure della modernizzazione indurrà e sacrificare molte ville mentre l’acquisizione e l’apertura al pubblico di Villa Borghese nel 1903, collegata nel 1908 alla Passeggiata del Pincio, segnerà un indubbio contributo al verde cittadino.
La politica del verde da parte del regime fascista avanza su un doppio registro legato alle nuove esigenze urbanistiche mussoliniane. Il giardino di Villa Rivaldi, ad esempio, viene impietosamente distrutto per consentire l’apertura di via dell’Impero (attuale via dei Fori Imperiali).

Ville e Giardini di Roma | Foto: © WPS
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