Dal 1° ottobre al 1° febbraio presso CAMERA - Centro italiano per la Fotografia di Torino
Tra haute couture e guerra. Lee Miller nell'autunno di CAMERA
										
										 
										
										
																		
																									Lee Miller, Nusch Éluard [by the side of a car], Golfe Juan, France, 1937 by Lee Miller © Lee Miller Archives, England 2025. All rights reserved
															
							Samantha De Martin
31/07/2025
							Torino -  Il desiderio di diventare fotografa l’aveva spinta a convincere Man Ray, suo mentore, poi compagno e infine grande amico, ad accoglierla come assistente nel suo studio. 
Da quel momento la carriera della fotografa americana Lee Miller avrebbe spiccato il volo tra incontri e scelte eccezionali, dall’avvicinamento al mondo surrealista, come musa ispiratrice di Pablo Picasso, Max Ernst, Paul Éluard, all’amicizia con artiste del calibro di Eileen Agar, Leonora Carrington, Dorothea Tanning, fino alla realizzazione di immagini significative destinate a lasciare un segno nella storia della fotografia surrealista.
La fotografa americana che, assieme a Man Ray, sviluppò la tecnica della solarizzazione, sarà protagonista dal 1° ottobre al 1° febbraio di una mostra presso CAMERA - Centro italiano per la Fotografia di Torino, curata dal direttore artistico di CAMERA Walter Guadagnini. Oltre 160 immagini tutte provenienti dai Lee Miller Archivies, molte delle quali inedite, offriranno una chiave di lettura pubblica e privata del suo lavoro e della sua straordinaria personalità.
L’esposizione, intitolata Lee Miller. Opere 1930-1955, sarà l’occasione per dare il via ai festeggiamenti per i dieci anni del Centro che proporrà un programma ampio e articolato dedicato al mondo della fotografia nelle sue infinite sfaccettature.
La collaboratrice di “Vogue”, artefice, per la più celebre rivista di moda, di servizi dedicati al mondo della haute couture, ma anche di inaspettate immagini che coniugano stile e vita quotidiana nella Londra ferita dai bombardamenti tedeschi, al termine della guerra realizza i suoi servizi più noti. Nei suoi scatti le tragiche immagini dei campi di concentramento si alternano a quelle del disfacimento della Germania nazista, con gli ufficiali suicidi, le città distrutte, la dimora estiva di Hitler in preda alle fiamme.
Dal dopoguerra si ritira, insieme al nuovo marito Roland Penrose, nella campagna del Sussex, dove accoglie gli amici artisti, per poi mettere da parte il suo impegno fotografico fino a abbandonarlo. In queste immagini apparentemente solo familiari si legge ancora il genio sovversivo e ironico di una delle più grandi fotografe del XX secolo.
La mostra, che ripercorrerà il percorso artistico, professionale e biografico dell’autrice, sarà accompagnata da un catalogo edito da Dario Cimorelli Editore e da un programma di iniziative di educazione all’immagine, condivisione e partecipazione rivolte a pubblici diversi per età e formazione.
						
					Da quel momento la carriera della fotografa americana Lee Miller avrebbe spiccato il volo tra incontri e scelte eccezionali, dall’avvicinamento al mondo surrealista, come musa ispiratrice di Pablo Picasso, Max Ernst, Paul Éluard, all’amicizia con artiste del calibro di Eileen Agar, Leonora Carrington, Dorothea Tanning, fino alla realizzazione di immagini significative destinate a lasciare un segno nella storia della fotografia surrealista.
La fotografa americana che, assieme a Man Ray, sviluppò la tecnica della solarizzazione, sarà protagonista dal 1° ottobre al 1° febbraio di una mostra presso CAMERA - Centro italiano per la Fotografia di Torino, curata dal direttore artistico di CAMERA Walter Guadagnini. Oltre 160 immagini tutte provenienti dai Lee Miller Archivies, molte delle quali inedite, offriranno una chiave di lettura pubblica e privata del suo lavoro e della sua straordinaria personalità.
L’esposizione, intitolata Lee Miller. Opere 1930-1955, sarà l’occasione per dare il via ai festeggiamenti per i dieci anni del Centro che proporrà un programma ampio e articolato dedicato al mondo della fotografia nelle sue infinite sfaccettature.
La collaboratrice di “Vogue”, artefice, per la più celebre rivista di moda, di servizi dedicati al mondo della haute couture, ma anche di inaspettate immagini che coniugano stile e vita quotidiana nella Londra ferita dai bombardamenti tedeschi, al termine della guerra realizza i suoi servizi più noti. Nei suoi scatti le tragiche immagini dei campi di concentramento si alternano a quelle del disfacimento della Germania nazista, con gli ufficiali suicidi, le città distrutte, la dimora estiva di Hitler in preda alle fiamme.
Dal dopoguerra si ritira, insieme al nuovo marito Roland Penrose, nella campagna del Sussex, dove accoglie gli amici artisti, per poi mettere da parte il suo impegno fotografico fino a abbandonarlo. In queste immagini apparentemente solo familiari si legge ancora il genio sovversivo e ironico di una delle più grandi fotografe del XX secolo.
La mostra, che ripercorrerà il percorso artistico, professionale e biografico dell’autrice, sarà accompagnata da un catalogo edito da Dario Cimorelli Editore e da un programma di iniziative di educazione all’immagine, condivisione e partecipazione rivolte a pubblici diversi per età e formazione.
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