Detto il «Pozzolano» per la sua città di origine, fu allievo del pittore napoletano Francesco De Mura. Le prime committenze importanti gli arrivarono da Pozzuoli per la chiesa di San Raffaele Arcangelo, con le tele col Martirio di santa Caterina, l’Incoronazione della Vergine e la Guarigione di Tobia (1758-60). Nel 1752 si stabilì definitivamente a Napoli dove riuscì a conquistare un posto di rilievo, grazie anche al fertile clima artistico e culturale generato dalla presenza del monarca illuminato Carlo III di Borbone. Questo permise all’artista di produrre una grande quantità di opere, sparse tra Napoli e le altre città del Regno. Tra quelle di maggiore interesse si segnalano la volta della sacrestia della basilica di Santa Maria di Pozzano (realizzata sui disegni architettonici di Luigi Vanvitelli, che nel 1771 caldeggiò per Diano l’incarico di docente presso la Reale Accademia di Belle Arti), e la decorazione della Sala dell’udienza del Banco dei Poveri a Napoli (1772), dove è evidente una svolta in senso classicista ispirata dall’opera di Anton Raphael Mengs.
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