Formatosi a Venezia con Antonio Balestra, esordì come autore di pale d’altare e scene storico-mitologiche di cui l’esempio più noto è la Caduta dei giganti in Palazzo Sagredo (1734). Un viaggio a Bologna, dove ebbe modo di ammirare le opere di Giovanni Maria Crespi, lo portò a cambiare radicalmente la sua pittura per dedicarsi a “civili trattenimenti, cioè conversazioni, con ischerzi d’amore e di gelosia ... tratti esattamente dal naturale”. Pittura di genere, quindi, ispirata inizialmente agli esempi olandesi e poi focalizzata sulla vita di Venezia che registrò con acuto spirito d’osservazione e sottile ironia in innumerevoli dipinti. E’ in questa parte della sua produzione che si trovano i maggiori capolavori come la Mostra del Rinoceronte, le numerose tele conservate a Ca’ Rezzonico o la serie dei Sacramenti alla Pinacoteca Querini Stampalia (1755-57).
Biografie di: Pietro Longhi
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