Giovanni da Modena. Un pittore all'ombra di San Petronio

Giovanni da Modena, Cappella Bolognini, part., Bologna, Basilica di San Petronio
Dal 12 Dicembre 2014 al 12 Aprile 2015
Bologna
Luogo: Museo Civico Medievale
Indirizzo: via Manzoni 4
Orari: da martedì a venerdì 9-15 sabato, domenica e festivi 10-18.30
Curatori: Daniele Benati, Massimo Medica
Costo del biglietto: intero € 6, ridotto € 4
Telefono per informazioni: +39 051 2193930 / 051 2193916
E-Mail info: museiarteantica@comune.bologna.it
Sito ufficiale: http://www.museibologna.it
Il Museo Civico Medievale, in collaborazione con la Basilica di San Petronio, dedica ad uno dei maggiori protagonisti della pittura tardogotica in Italia, Giovanni di Pietro Falloppi, meglio noto come Giovanni da Modena (circa 1375-1456), l'esposizione Giovanni da Modena. Un pittore all'ombra di San Petronio a cura di Daniele Benati e Massimo Medica.
L'esposizione, prima monografica dedicata a questo artista, modenese di nascita, ma bolognese di adozione, si pone a ideale chiusura del percorso sulla pittura bolognese del Tre-Quattrocento iniziato dal Museo Civico Medievale con le mostre dedicate a Vitale da Bologna, a Simone dei Crocifissi e a Jacopo di Paolo.
L'esposizione mette a confronto oltre venti opere opere del pittore provenienti da musei e collezioni private - dipinti su tavola come San Giacomo, San Pietro, San Francesco, San Nicola da Tolentino (Bologna, Compagnia dei Lombardi), Madonna col Bambino (Modena, Museo Civico d'Arte) e Madonna col Bambino (Ferrara, Pinacoteca Nazionale), affreschi come la Madonna col Bambino e due angeli (Carpi, chiesa di San Francesco), La Vergine con il Bambino (Bologna, chiesa di Santa Maria dei Servi) e miniature - tentando di ricostruirne il lungo periodo di attività, avviato all'inizio del XV secolo, come rivelano le due miniature all'interno degli Statuti della Società dei Drappieri (1407, Bologna, Museo Civico Medievale), quando la sua presenza risulta già documentata a Bologna, dove rimane fino agli anni Cinquanta del Quattrocento, come testimonia la tempera con San Bernardino da Siena e storie della sua vita (1451, Bologna, Pinacoteca Nazionale).
L'attività di Giovanni è indagata inoltre nel dialogo fecondo con le novità emergenti all'interno del cantiere di San Petronio, dove l'opera di scultori forestieri (Alberto da Campione, Jacopo della Quercia) va esplorando sistemi di rappresentazione di spazio e forma alternativi rispetto alla proposta fiorentina della scienza prospettica. Per quasi quattro decenni, la figura di Giovanni da Modena domina il panorama della cultura artistica bolognese, contribuendo ad aggiornarla agli esiti del gotico internazionale, di cui seppe offrire una variante fortemente personalizzata che, per i suoi accenti di forte ed immediata espressività, si ricollega alla precedente tradizione locale.
La mostra si estende anche alla Basilica di San Petronio, dove è possibile visitare - seguendo un percorso appositamente predisposto - le Cappelle Bolognini, dei Dieci di Balia, di Santa Brigida, della Società dei Notai e della Pace, i cui affreschi sono stati per l'occasione valorizzati attraverso un nuovo sistema di illuminazione.
L'esposizione, prima monografica dedicata a questo artista, modenese di nascita, ma bolognese di adozione, si pone a ideale chiusura del percorso sulla pittura bolognese del Tre-Quattrocento iniziato dal Museo Civico Medievale con le mostre dedicate a Vitale da Bologna, a Simone dei Crocifissi e a Jacopo di Paolo.
L'esposizione mette a confronto oltre venti opere opere del pittore provenienti da musei e collezioni private - dipinti su tavola come San Giacomo, San Pietro, San Francesco, San Nicola da Tolentino (Bologna, Compagnia dei Lombardi), Madonna col Bambino (Modena, Museo Civico d'Arte) e Madonna col Bambino (Ferrara, Pinacoteca Nazionale), affreschi come la Madonna col Bambino e due angeli (Carpi, chiesa di San Francesco), La Vergine con il Bambino (Bologna, chiesa di Santa Maria dei Servi) e miniature - tentando di ricostruirne il lungo periodo di attività, avviato all'inizio del XV secolo, come rivelano le due miniature all'interno degli Statuti della Società dei Drappieri (1407, Bologna, Museo Civico Medievale), quando la sua presenza risulta già documentata a Bologna, dove rimane fino agli anni Cinquanta del Quattrocento, come testimonia la tempera con San Bernardino da Siena e storie della sua vita (1451, Bologna, Pinacoteca Nazionale).
L'attività di Giovanni è indagata inoltre nel dialogo fecondo con le novità emergenti all'interno del cantiere di San Petronio, dove l'opera di scultori forestieri (Alberto da Campione, Jacopo della Quercia) va esplorando sistemi di rappresentazione di spazio e forma alternativi rispetto alla proposta fiorentina della scienza prospettica. Per quasi quattro decenni, la figura di Giovanni da Modena domina il panorama della cultura artistica bolognese, contribuendo ad aggiornarla agli esiti del gotico internazionale, di cui seppe offrire una variante fortemente personalizzata che, per i suoi accenti di forte ed immediata espressività, si ricollega alla precedente tradizione locale.
La mostra si estende anche alla Basilica di San Petronio, dove è possibile visitare - seguendo un percorso appositamente predisposto - le Cappelle Bolognini, dei Dieci di Balia, di Santa Brigida, della Società dei Notai e della Pace, i cui affreschi sono stati per l'occasione valorizzati attraverso un nuovo sistema di illuminazione.
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