“Ladies and Gentlemen” 1975/2016 4.0

Andy Warhol by Jack Mitchell

 

Dal 25 Gennaio 2016 al 02 Febbraio 2016

Bologna

Luogo: Galleria Cavour

Indirizzo: via Luigi Carlo Farini

Enti promotori:

  • Con il patrocinio di Comune di Bologna
  • Arte Fiera
  • Bologna Fiere
  • Accademia di Belle Arti di Bologna
  • Ferrara-Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea
  • Fondo Video Arte - Palazzo dei Diamanti

E-Mail info: giusy.nicosia@ariescomunicazione.it



40 anni fa Andy Warhol inaugurò la mostra “Ladies and Gentlemen” 1975/2016 a Palazzo dei Diamanti di Ferrara e Arte Fiera inaugurò la sua prima edizione a Bologna: dal prossimo 25 gennaio al 2 febbraio Contemporary Concept assieme a Password Onlus, Spirale d’Idee, grazie alla collaborazione di Confcommercio – ASCOM Bologna, organizzano in Galleria Cavour “Ladies and Gentlemen”4.0, una mostra unica, per far rivivere le emozioni, i personaggi e l'esperienza della mostra del 1975 celebrando il quarantesimo anniversario della fiera che rende Bologna il centro dell'arte internazionale con protagonisti del settore artistico e culturale, appassionati e collezionisti da tutto il mondo.
Nel 1975 la mostra prese le mosse da un progetto dell’artista americano “The American Dream”, e dall’idea dell’editore italiano Luciano Anselmino che suggerì a Warhol di usarlo per immortalare, non più le dive della Factory come Candy Darling, Jackie Curtis, Holly Woodlawn, ma i volti della gente, della società che stava cambiando, andando a prendere i soggetti dai bassifondi newyorkesi, tra splendore esolitudine.

Dopo quattro decenni “Ladies and Gentlemen” rende vivi i soggetti immortalati nelle opere di Andy Warhol e rende il pubblico protagonista indiscusso, offrendo la possibilità di indossare la maschera e scegliere da quale parte dell’obiettivo stare, di essere appunto “Ladies and Gentlemen”.
Il progetto odierno, riporta in Italia una mostra realizzata 40 anni fa dall’artista statunitense, arricchendola con materiali nuovi provenienti dall’archivio di Palazzo dei Diamanti, il video “girato nel maggio 1982 da Andy Warhol e Peter Wise durante un viaggio da New York a Cape Cod, nel Massachusetts, oltre ad una speciale sezione dedicata alle copertine realizzate per i dischi di David Bowie, Loredana Bertè e i Velvet underground, e con prestiti da collezioni private e tutte certificate dalla Fondazione “Andy Warhol Art Authentication Board”.

La mostra di Bologna, 40 anni dopo la prima edizione ferrarese, si presenta arricchita e aggiornata e ci traghetta ancora con più tenacia nell’underground costringendoci fare i conti con il presente attraverso il suo potere immaginifico. Warhol ci porta ancora in quel sogno, nel suo fatale viaggio dalla creatività downtown del Village e del Lower East Side al bel mondo dell’Upper East Side e di Park Avenue (e viceversa), dove il trionfo del capitalismo usa e getta si prepara a sacrificare ogni necessità ideologica alla vendibilità del prodotto, si tratti di idee o di macchine, di scarpe o di musica rock.

La mostra racconta le sorti del sogno americano dalla meta degli anni ‘70 – segnata dal successo di Fame, in cui David Bowie e John Lennon cantavano l’anima di plastica delle celebrità – alla rivincita conservatrice degli ‘80, quando il prodotto si fa mito e la logica del mercato impregna ogni aspetto della vita politica, sociale, culturale. In questa direzione la scelta di uno dei luoghi simbolo del lusso della città felsinea, Galleria Cavour, aumenta il suo significato.
La storia viene raccontata attraverso la selezione di circa 40 opere, provenienti per lo più da collezioni private italiane, giocando intenzionalmente sulla ripetizione ossessiva dei soggetti, praticata da Warhol come mezzo espressivo, e su una riproducibilità potenzialmente infinita dell’immagine tale da competere con la forza persuasiva della pubblicità e l’invadenza della comunicazione massmediale.
Questa sarà anche la rara occasione di vedere il video, proiettato in anteprima al Pan di Napoli, (superotto, colore, 110min. circa), girato nel maggio 1982 da Andy Warhol e Peter Wise durante un viaggio da New York a Cape Cod, nel Massachusetts.

OPERE - Cinque sezioni
Nella prima sezione la serie “Ladies and Gentlemen” realizzata nel 1975 prendendo come modelle le drag queen del club newyorkese The Gilden Grape, di seguito oggetto da parte di Pier Paolo Pasolini di un saggio scritto in occasione della personale di Warhol a Ferrara; o la serie dedicata allo scrittore danese Hans Christian Andersen nel 1987.
La seconda sezione ripropone i soggetti più noti, gli oggetti di consumo e le icone pop dell’artista sotto forma di rare stampe d ́autore, come il portfolio Marilyn, stampato da Aetna Silkscreen Products, New York e pubblicato da Factory Additions nel 1967.
La terza sezione è dedicata ai ritratti: eseguiti su commissione di noti imprenditori italiani oppure raffiguranti personaggi della Factory, come Joseph Beuys (con cui Warhol aveva più volte esposto a Napoli nel 1980-82) celebrato come superstar del mondo dell’arte e della comunicazione.
Fanno da contrappunto il ciclo Shoes Diamond Dust (1980), in cui la polvere di vetro conferisce un aspetto patinato agli oggetti più comuni, e i Camouflage (1986), dove la simbologia del mimetismo militare e piegata all’estetica espressionista della pittura astratta.
Una quarta sezione racconta le molteplici collaborazioni avute da Warhol con case discografiche, cantanti e gruppi musicali: da Thelonious Monk ad Aretha Franklyn, dai Velvet Underground ai Rolling Stones. Collaborazioni che hanno visto l’artista vestire i panni del produttore e, più spesso, firmare sin dal 1949 copertine entrate poi nella storia della cultura alternativa.
La quinta e ultima sezione, di carattere didattico, muove invece da alcune t-shirt riproducenti opere dell’artista, per costruire attorno all’idea di riproducibilità dell’arte e di “arte applicata” con possibili laboratori didattici per bambini e ragazzi. 


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