PHOENIX. Il Padiglione de l'Esprit Nouveau tra ricostruzione e restauro

© Ph. Federico Covre | Padiglione de l'Esprit Nouveau, Bologna, 2018

 

Dal 24 Novembre 2018 al 13 Gennaio 2019

Bologna

Luogo: Padiglione de l’Esprit Nouveau

Indirizzo: piazza della Costituzione 11

Orari: ogni sabato e domenica dalle 15 alle 17 (ingresso gratuito, max 50 partecipanti per volta). Alle 15 del sabato e della domenica è possibile partecipare ad una visita guidata a cura del Dipartimento educativo MAMbo (su prenotazione, tel. 051 6496611)

Curatori: Maria Beatrice Bettazzi, Jacopo Gresleri, Paolo Lipparini

Enti promotori:

  • Università di Bologna
  • Archivio Storico - ASUB-SA

Telefono per informazioni: +39 051 6496611

E-Mail info: mamboedu@comune.bologna.it



Ad un anno dalla sua riapertura al pubblico dopo l’intervento di restauro finanziato da Regione Emilia-Romagna e Comune di Bologna, il Padiglione de l’Esprit Nouveau ospita la mostra PHOENIX. Il Padiglione de l’Esprit Nouveau tra ricostruzione e restauro curata da Maria Beatrice Bettazzi, Jacopo Gresleri e Paolo Lipparini con l’alta consulenza di Giuliano Gresleri.
L’esposizione, allestita su progetto dell’architetto Jacopo Gresleri, offre allo spettatore la possibilità di ripercorrere la storia della costruzione dell’edificio, una replica - fedele in ogni dettaglio - del prototipo di unità abitativa che l’architetto Le Corbusier aveva proposto a Parigi nel 1925 in occasione dell’Exposition des Arts Decoratifs et Industriels Modernes, poi demolito a conclusione dell’evento.
All’interno del Padiglione sono esposti i progetti, i disegni, le immagini e le testimonianze che documentano il processo di realizzazione di quella che è l’unica opera del maestro svizzero-francese presente in Italia, dall’ideazione e studio alle varie fasi di lavoro.
I disegni, provenienti dal Fondo dell’Archivio Storico dell’Università di Bologna e da quello privato del professor Giuliano Gresleri, mettono in luce il processo di ricerca alla base della ricostruzione e della scelta di tutti i dettagli - infissi, porte, pavimenti e colori -, ai quali Le Corbusier dedicava particolare attenzione, in una visione di spazio cromatico e funzionale in costante rapporto tra interno ed esterno.
In esposizione alcuni materiali della Collezione Cassina dell’Archivio Storico di Cassina a Meda, i plastici eseguiti dagli allievi dell’Atelier di Giuliano Gresleri alla Syracuse University e l’eccezionale allestimento di volumi storici provenienti dalla Collezione Gresleri, dedicati in particolare alle tematiche dell’alloggio a basso costo, delle cromie architettoniche e della didattica dell’architettura.
Sono visibili anche filmati originali del 1977 in cui illustri protagonisti del mondo dell’architettura italiana dialogano sulle specificità del Padiglione, primo edificio nella storia dell’architettura ad introdurre un grande elemento vegetale all’interno della costruzione, e sull’importanza della sua ricostruzione.

La mostra si propone quindi come un’occasione per riflettere sulle procedure di restauro di un edificio moderno, costruito con l’intento di mostrare se stesso come singola unità abitativa con il proprio contenuto di arredi e opere d’arte e dotato di una sala per l’esposizione del proprio materiale di documentazione con un diorama in cui è rappresentata la prospettiva della “Città di tre milioni di abitanti” e del “Plan Voisin per Parigi” di Le Corbusier, riportato per questa occasione al suo stato originario.

Tramite l'esposizione è possibile tornare al 1977, quando Giuliano Gresleri, Glauco Gresleri, José Oubrerie e Giorgio Trebbi proposero un progetto visionario da realizzarsi nel nuovo centro strategico appena costruito, che alla fine degli anni Sessanta si andava configurando come la “nuova Bologna” all’interno del piano di ampliamento cittadino e dove coesistevano nuove real- tà culturali ed economiche, quali il complesso del Fiera District di Kenzo Tange e la Galleria d’Arte Moderna di Leone Pancaldi.
Un’opera di ricostruzione che la rivista di architettura e urbanistica “Parametro” giustificò sottolineando l’importanza del prototipo di Le Corbusier come punto di riferimento fondamentale per la storia dell’architettura e dell’universalità del progetto, elemento capace di essere prescindibile anche dalla sua destinazione.
Con l’appoggio della Fondation Le Corbusier e grazie al rapporto con José Oubrerie e Jullian de la Fuente, referenti e responsabili della realizzazione di tutte le opere postume di Le Corbusier, i giovani architetti riuscirono a presentare il progetto nell’ambito del Salone Internazionale dell’Edilizia (SAIE) del 1977.

PHOENIX. Il Padiglione de l’Esprit Nouveau tra ricostruzione e restauro rappresenta un’ulteriore tappa del calendario espositivo che ha visto protagonista il Padiglione de l’Esprit Nouveau negli ultimi anni attraverso una programmazione che ha messo in dialogo lo spazio con le espressioni del contemporaneo. Ricordiamo le mostre My house is a Le Corbusier di Chistian Chironi e Ungrammatical dell’artista Katarina Djzelar realizzate in occasione delle edizioni 2015 e 2018 di ART CITY Bologna e la serie di eventi performativi messi in atto da Goodipal & Pals con la curatela di Xing per l’ultima edizione di Live Arts Week.

La mostra è promossa da Università di Bologna, Archivio Storico - ASUB-SA con il supporto diServizio Qualità Urbana e Politiche Abitative - Direzione Generale Cura del Territorio e dell’Ambiente della Regione Emilia-Romagna e di IBC - Istituto per i beni artistici, culturali e naturali dell’Emilia-Romagna.
In collaborazione con Istituzione Bologna Musei | MAMbo - Museo d’Arte Moderna di Bologna e con il patrocinio di Fondation Le Corbusier, Consiglio Nazionale Architetti Pianificatori e Paesaggisti e Conservatori e Ordine degli Architetti di Bologna.        

SCARICA IL COMUNICATO IN PDF
COMMENTI