Joan Mirò. Genius loci: l’alfabeto del segno e della materia

Joan Mirò, Ubu Roi, 1966

 

Dal 15 Ottobre 2022 al 22 Gennaio 2023

Cherasco | Cuneo

Luogo: Palazzo Salmatoris

Indirizzo: Via Vittorio Emanuele 31

Orari: Mercoledì: 15:00 - 19:00 Giovedì: 15:00 - 19:00 Venerdì: 15:00 - 19:00 Sabato: 09:30 - 12:30 | 15:00 - 19:00 Domenica: 09:30 - 12:30 | 15:00 - 19:00. Lunedì e Martedì chiuso

Curatori: Cinzia Tesio, Riccardo Gattolin, Rino Tacchella

Costo del biglietto: intero: 12 €, ridotto: 6 €. Entrata gratuita da 0 a 14 anni, cheraschesi e possessori Tessera Abbonamento Piemonte Musei

Telefono per informazioni: +39 0172 427050

Sito ufficiale: http://www.cherascosalmatoris.it


Da sabato 15 ottobre a domenica 22 gennaio 2023 sarà visitabile la mostra di Joan Mirò presso Palazzo Salmatoris a Cherasco. Mirò con la sua arte originale e il suo carattere sperimentale ha dato vita a vicende artistiche significative del Novecento. Attraverso le sue opere, viene raccontato il suo spirito innovativo, dalla pittura alla ceramica.

Al “grigio pandemico” appena trascorso la Città di Cherasco oppone il Genius loci di Joan Miró. Una lungimirante rassegna che mette in mostra i colori, le “non forme”, l’alfabeto comunicativo del prestigioso artista catalano e l’arte a lui coeva. 
Complessità ed esemplarità Il suo carattere audace e sperimentale e la sua arte del tutto originale hanno raggiunto traguardi espressivi nuovi dando vita ad una delle vicende artistiche più significative e fertili del Novecento che non ha ancora finito di stupirci. 
Sebbene l’opera di questo grande personaggio abbia incontrato una precoce fortuna e sia stata oggetto di numerosi studi ed esposizioni, di fatto rivela ancora oggi, per la sua complessità ed esemplarità, aspetti debolmente indagati.
Le opere del maestro, accostato a molte correnti artistiche, in particolar modo all’Astrattismo e al Surrealismo, lasciano spazio a riflessioni diverse. 
Si potrebbe dire, forse in modo più preciso secondo tempus et locum, che il suo è un percorso  prossimo al surrealismo più che una completa adesione al movimento dell’inconscio. Alla base c’è sempre un progetto, un’idea ben indagata. Altro che un’azione di getto: molte sue opere hanno avuto percorsi realizzativi durati anni. Non create in poco tempo, come molti ancora pensano. Joan Miró: né astratto, né surrealista.  
Come definirlo quindi? Cherasco prova a rispondere al quesito con la rassegna di Palazzo Salmatoris, in cui viene messo in luce un artista in continua sperimentazione, sempre pronto alla ricerca, alla novità e all’assoluta mancanza di censure. Nonostante gli anni difficili che ha vissuto tra le due guerre, il genio creativo di Miró è emerso in maniera vitale, stimolando il dibattito culturale all’interno delle numerose “correnti” pittoriche sia di quel periodo che successive. Uno sforzo di ricerca tenace che lo ha portato a produrre arte visiva, pensiero e poesia con grande passione fino agli ultimi anni della sua vita.  
Come si evince dal titolo, all’interno della mostra una particolare attenzione viene riservata all’analisi del forte legame tra Miró e l’isola di Maiorca. Il luogo, le tradizioni, la natura sono il ʺbaricentro spirituale della sua originalissima ricerca.
Vengono, pertanto, esplorati diversi temi del suo fare artistico: una poliedricità di forme e mezzi espressivi, dalla pittura alla ceramica non trascurando l’opera grafica, che gli hanno permesso di esprimere il suo spirito innovativo unitamente alla profondità e liricità delle tematiche trattate.
In questo contesto, per “meglio vedere”, le sue opere vengono messe a confronto con altri capolavori di artisti internazionali. L’obiettivo è quello di evidenziarne l’originalità e la forza dirompente sempre guidati da una techne molto ricercata. 
Un percorso di analisi approfondita ed emozionante.
La mostra, complessivamente, raccoglie più di 80 opere. Tra i maestri internazionali inseriti nelle tematiche trattate emergono in modo significativo: Dalì, De Chirico, Capogrossi, Mathieu, Hartung.
 

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