Un set alla moda. Un secolo di cinema italiano tra fotografie e costumi

© Angelo Frontoni / Cineteca Nazionale – Museo Nazionale del Cinema | Claudia Cardinale e Alain Delon sul set di Il Gattopardo di Luchino Visconti, 1963

 

Dal 18 Luglio 2020 al 31 Marzo 2021

Caraglio | Cuneo

Luogo: Filatoio di Caraglio

Indirizzo: via Giacomo Matteotti 40

Orari: sabato dalle 15 alle 19; domenica e i festivi dalle 10 alle 19

Enti promotori:

  • Fondazione Artea
  • Regione Piemonte

Costo del biglietto: intero 7 euro, ridotto 5 euro

Sito ufficiale: http://fondazioneartea.org


Il Filatoio di Caraglio riapre le porte a gruppi di visitatori nei giorni infrasettimanali e su prenotazione. Dal martedì al venerdì, dalle 10 alle 13 e dalle 15 alle 18, per gruppi composti da un minimo di 10 persone sarà possibile effettuare una visita guidata al Museo del Setificio Piemontese, abbinando nel biglietto di ingresso – fino al 31 marzo – anche la visita alla mostra “Un set alla moda. Un secolo di cinema italiano tra fotografie e costumi” allestita proprio presso l’antico setificio caragliese. Diciassette abiti di scena e settanta scatti d’autore in un percorso espositivo che dal cinema muto di inizio Novecento arriva all’epoca d’oro di Cinecittà, di Luchino Visconti e Pier Paolo Pasolini e della commedia all’italiana. Il costo del biglietto è di 5 euro per la visita al Museo del Setificio Piemontese e di 6 euro per entrambe le visite a Museo e mostra “Un set alla Moda”. I gruppi che desiderano prenotarsi possono inviare una mail a info@fondazionefilatoio.it o telefonare allo 0171 610258.

La mostra è concepita per far rivivere ai visitatori l’anima più autentica del cinema italiano, la sua storia, i film, i divi e i protagonisti, attraverso 17 costumi di scena e 70 suggestive fotografie di set. Questi elementi si intrecciano, dunque, nel percorso di visita e danno vita a un viaggio a ritroso che parte dal cinema muto, di inizio Novecento, quando Torino era la Hollywood italiana ed erano gli stessi registi a supervisionare i costumi, per poi approdare al cinema sonoro e all’epoca d’oro di Cinecittà, delle pellicole d’autore di Luchino Visconti e Pier Paolo Pasolini e della commedia all’italiana, da Dino Risi a Roberto Benigni.

Le foto di scena traghettano il visitatore dentro il set, alla scoperta del lavoro che sta dietro ad un ciak, agli accessori e ai dettagli che hanno contribuito a creare la fortuna del kolossal Cabiria negli anni dieci del Novecento, così come in tempi più recenti il fascino di dive come Claudia Cardinale, Sophia Loren e Silvana Mangano. Gli abiti in mostra raccontano il cinema italiano, l’attenzione al dettaglio e la creatività di costumisti ormai entrati nel Pantheon del cinema internazionale: da Pietro Tosi a Marcel Escoffier, da Danilo Donati a Maurizio Chiari, da Nicoletta Ercole ad Aldo Buti. Sotto i riflettori anche le due prestigiose sartorie Devalle e Annamode a testimonianza di due luoghi, ancora una volta tra Torino e Roma, dove i bozzetti prendevano corpo, trasformandosi in capi unici e dove – allora come oggi – si imparava e tramandava il mestiere.

made in Italy. Un progetto espositivo con cui Artea prosegue la valorizzazione di un bene unico ed eccezionale quale il Filatoio Galleani, il più antico setificio rimasto in Europa, creando un parallelo tra la sua storia di produzione d’eccellenza in ambito serico e le altrettanto eccellenti sartorie Devalle e Annamode, che hanno contribuito a rendere grande il cinema italiano>>.

site specific realizzati insieme a istituzioni prestigiose. Questa è sicuramente la sfida più complessa ma anche la più affascinante. Per questo la collaborazione con Caraglio insieme al nostro partner della Cineteca Nazionale ci sembra un bel segnale proprio in questo anno del cinema 2020 in cui festeggiamo i 20 anni del museo del cinema alla Mole Antonelliana. Gli splendidi abiti fanno da collegamento alle storie che vengono raccontate attraverso le fotografie e i film: Torino capitale del cinema muto e Roma capitale del cinema moderno, le immagini dei set e i volti delle star che hanno contribuito a creare la storia del cinema italiano famoso in tutto il mondo. Infine, un ringraziamento a tutti coloro che hanno preso possibile questo progetto>>.

I costumi

L’allestimento della mostra prevede l’esposizione di 17 costumi e attrezzeria autentici del periodo 1900-1920, legati all’epopea del cinema muto e provenienti dalla Sartoria Teatrale Devalle di Torino. Per il cinema sonoro, invece, ci saranno abiti eleganti e preziosi indossati da grandi dive dell’epoca d’oro del cinema italiana in collaborazione con la Sartoria Annamode di Roma che, sin dagli anni ‘50, realizza con passione abiti che hanno reso i costumisti italiani famosi nel mondo. Non poteva mancare nel percorso espositivo un omaggio dedicato alla creatività sartoriale di quegli anni che ha caratterizzato il nostro cinema e che ancora oggi è in grado di creare indubbie fascinazioni visive. I film da cui provengono gli abiti sono: Cabiria (1914), Il ponte dei sospiri (1921), La congiura di San Marco (1924), Le notti bianche (1957), La notte brava (1959), Adua e le compagne (1960), Operazione San Gennaro (1966), Le streghe (1967), La storia di Piera (1983), Il piccolo diavolo (1988) e La seconda moglie (1998).

Le fotografie

La prima parte si compone di una selezione di immagini di grande effetto scenografico: le fotografie di scena di film muti come Gli ultimi giorni di PompeiSpartacoSalambò e, naturalmente, Cabiria, il celebre kolossal di Giovanni Pastrone girato a Torino. Sono immagini in cui i costumi e le imponenti scenografie restituiscono la dimensione spettacolare e l’impegno produttivo del cinema muto torinese.
Il percorso prosegue poi con una scelta di foto di lavorazione che ritraggono alcuni tra i protagonisti dell’epoca d’oro dello straordinario cinema italiano tra gli anni ‘50 e gli anni ‘90. Queste immagini mostrano l’incredibile macchina produttiva del cinema, la sua evoluzione creativa, svelando aspetti inediti della vita sul set, oltre a offrire dettagli curiosi sui film e sui loro protagonisti nei quali tanto pubblico si è riconosciuto per anni.
La mostra è inserita nel programma delle manifestazioni legate a Torino Città del Cinema 2020
 

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