Ai Weiwei. Libero

© Ai Weiwei Studio | Ai Weiwei, Reframe_Palazzo Strozzi: Reframe/Nuova cornice, 2016, PVC, policarbonato, gomma, cm 650 x 325 x 75 ciascuno (22 gommoni di salvataggio)

 

Dal 23 Settembre 2016 al 22 Gennaio 2017

Firenze

Luogo: Palazzo Strozzi

Indirizzo: piazza Strozzi

Curatori: Arturo Galansino

Enti promotori:

  • Fondazione Palazzo Strozzi
  • Con il sostegno di Comune di Firenze
  • Camera di Commercio di Firenze
  • Associazione Partners Palazzo Strozzi
  • Regione Toscana

Telefono per informazioni: +39 055 2645155

E-Mail info: info@palazzostrozzi.org

Sito ufficiale: http://www.palazzostrozzi.org



Dal 23 settembre 2016 al 22 gennaio 2017 Palazzo Strozzi a Firenze ospita Ai Weiwei. Libero la prima grande retrospettiva italiana dedicata a uno dei più celebri e controversi artisti contemporanei, Ai Weiwei: una rassegna a cura di Arturo Galansino, direttore generale della Fondazione Palazzo Strozzi.

L’artista invaderà Palazzo Strozzi con opere storiche e nuove produzioni che coinvolgeranno tutto lo spazio: la facciata del palazzo, il cortile, il Piano Nobile e la Strozzina, che per la prima volta sarà utilizzato come un luogo espositivo unitario, permettendo all’artista di confrontarsi con un contesto ricco di sollecitazioni storiche e spunti architettonici.

In attesa della mostra di settembre è stato svelato il rendering di una nuova grande installazione dell’artista, realizzata grazie al contributo dell’Ente Cassa di Risparmio di Firenze, che coinvolgerà due facciate dell’edificio rinascimentale: ventidue grandi gommoni di salvataggio arancioni saranno ancorati alle finestre di Palazzo Strozzi. Un progetto che porta l’attenzione sui destini dei profughi che ogni giorno rischiano la vita per arrivare in Europa attraversando il Mediterraneo. L’installazione intitolata Reframe (Nuova cornice) nasce dal personale coinvolgimento e impegno dell’artista come attivista sul fronte della crisi umanitaria dei rifugiati e rappresenta una grande occasione per la città di Firenze per portare l’attenzione sul tema dell’immigrazione attraverso la cultura. L’opera dà vita a un’insolita decorazione del palazzo rinascimentale, creando una nuova cornice, un nuovo punto di vista, in un forte contrasto visivo e culturale, su uno dei simboli della storia dell'arte occidentale. Ai Weiwei vuole scuotere le coscienze per ricordare la tragedia vissuta da coloro che intraprendono un viaggio disumano verso le coste europee in fuga dalle distruzioni e dalle guerre.

L’installazione si inserisce all’interno della mostra Ai Weiwei. Libero (23 settembre 2016-22 gennaio 2017), promossa e organizzata dalla Fondazione Palazzo Strozzi con il sostegno di Comune di Firenze, Camera di Commercio di Firenze, Associazione Partners Palazzo Strozzi e Regione Toscana, ed è resa possibile grazie al supporto di Banca CR Firenze/Intesa Sanpaolo e alla collaborazione con Galleria Continua San Gimignano / Beijing / Le Moulins / Habana.
Come ha dichiarato sul progetto lo stesso Ai Weiwei “Sono davvero emozionato di avere l’occasione di tenere una mia mostra a Firenze, una straordinaria città con una grande tradizione. È incredibile che le mie opere possano essere esposte in tanti modi diversi e poter collegare la grande tradizione italiana a una forma contemporanea. L’opera per la facciata tocca un problema attuale, davvero legato alla contemporaneità e il problema dei rifugiati è un tema fondamentale dell’attualità del mondo e dell’Europa oggi. Penso sia una grande opportunità dare una nuova cornice, un nuovo punto di vista su questo tema, fornire un nuovo modo di comprendere quello che sta succedendo. L’opera diviene un grande annuncio per la mostra: dare una forte identità a quello che crediamo, sostenere l’uomo e sostenere i diritti umani”. 
"La potenza dell'arte di Ai Weiwei - dichiara il sindaco e assessore alla cultura del Comune di Firenze, Dario Nardella - si mostra in tutto il suo significato con questa installazione originale e drammatica, che ci porta dritti nel cuore di una delle tragedie più grandi del nostro tempo. Ringrazio l'artista per aver saputo cogliere in maniera non scontata il tema attuale dell'immigrazione e dei profughi, e siamo certi che la mostra che si aprirà il prossimo settembre a Palazzo Strozzi sarà ugualmente sorprendente".

‘’Il nostro sostegno al progetto” – ha dichiarato il Presidente Ente Cassa di Risparmio di Firenze Umberto Tombari – “si inserisce nella storica collaborazione con Palazzo Strozzi, anche prima della nascita della Fondazione, e nella costante attenzione al variegato mondo del disagio e della sofferenza attraverso il contributo che viene dato alle molteplici associazioni che ogni giorno se ne occupano, in silenzio e con encomiabile passione. Condividiamo la modalità, certamente originale, di sottolineare il concetto di accoglienza che caratterizza da secoli la storia di Firenze e della quale facciamo parte pienamente. Proprio alcune settimana fa è stato inaugurato il Museo degli Innocenti che è uno dei simboli più alti della capacità della città, prima al mondo, di accogliere i più piccoli con cura e attenzione. Riteniamo dunque importante mantenere alta l’attenzione anche attraverso forme espressive di grande impatto su un fenomeno che, ai vari livelli, ci sta coinvolgendo tutti e che è destinato a segnare la nostra storia futura’’.

“Il lavoro di Ai Weiwei, ci parla di temi importanti in modo potente e diretto, restituendo all’arte un forte ruolo sociale e politico” afferma Direttore Generale della Fondazione Palazzo Strozzi, Arturo Galansino, “Con l’opera Reframe sulla facciata di Palazzo Strozzi, edificio simbolo della cultura umanistica, Ai Weiwei vuole attirare l’attenzione sulla crisi umanitaria e di valori che sta scuotendo le fondamenta dell’Europa. Questo progetto rappresenta una grande occasione per fare di Firenze una moderna capitale culturale, in grado di partecipare in modo attivo all’avanguardia artistica del nostro tempo”.

L’OPERA
Ai Weiwei, il più popolare e mediatico artista del nostro tempo, ha messo al centro della sua creatività i diritti umani essendo egli stesso una vittima: qualche anno fa, con un’imputazione pretestuosa, venne incarcerato dalle autorità cinesi per aver denunciato il governo cinese come responsabile delle vittime del terremoto del 2008 nel Sichuan, tra cui più di cinquemila ragazzi. Quello che colpisce in Ai Weiwei è un’attenzione non ideologica al tema dei diritti umani. Al centro delle sue opere c’è sempre la persona, l’esperienza drammatica dei singoli: la costruzione di una relazione è infatti la premessa indispensabile alla base di qualsiasi processo creativo. L’installazione Reframe (Nuova cornice; 2016) di cui viene svelato in anteprima il rendering, è una serie di gommoni di salvataggio che circonda le finestre del Piano Nobile di Palazzo Strozzi, come un’insolita decorazione innestata su una struttura preesistente: la facciata solida e austera di un palazzo rinascimentale. L’opera ammonisce e fa riflettere. Questa volta la critica di Ai Weiwei non è diretta alla Cina ma all’Occidente, ricordando la tragedia vissuta da coloro che intraprendono un viaggio quasi impossibile verso le coste europee. Le leggere imbarcazioni sulla facciata rimandano alle fragili strutture a cui i rifugiati sono costretti ad aggrapparsi in mare ed evocano, al contempo, come i migranti tentino di innestare se stessi in un luogo altro, in un ambiente sconosciuto quale è l’Europa, con un’impostazione socio-culturale profondamente diversa. Attraverso le sue azioni e opere come Reframe, Ai Weiwei dimostra di vedere il mondo in una prospettiva diversa e di comunicarci una visione dell’arte rivolta alla ricerca del significato più profondo dell’essere umano. Anche per questo è stato definito un moderno “Uomo del Rinascimento”: un artista che – attraversando generi artistici diversi, dall’architettura al cinema, dalla fotografia alla poesia, dalla scultura alla pittura – può trasformare un manufatto o un oggetto inerte, come un gommone, nel grido lacerante dell’umanità. Ai Weiwei non è semplicemente una delle tante star del sistema dell’arte contemporanea e nemmeno soltanto un attivista, ma è piuttosto un libero pensatore che vuol dare all’arte un importantissimo ruolo sociale e politico, nel senso più nobile del termine. 

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