Storia illustrata degli spaghetti al pomodoro

Acquerello di Luciano Ragozzino

 

Dal 16 Ottobre 2021 al 22 Novembre 2021

Forlimpopoli | Forlì-Cesena

Luogo: Casa Artusi - Chiesa dei Servi

Indirizzo: Via A. Costa 27

Orari: lunedì 15-18 / martedì 9-12.30 / mercoledì 15-18 / giovedì 9-12.30 / venerdì 15-18 sabato 9.30-12.30 / domenica 9.30-12.30

Curatori: Andrea Tomasetig

Costo del biglietto: Ingresso libero (accesso con Green Pass). Dati i posti limitati è consigliata la prenotazione

Telefono per informazioni: +39 349 8401818

E-Mail info: info@casartusi.it

Sito ufficiale: http://www.casartusi.it


Dopo la fortunata anteprima dello scorso anno a ottobre, in occasione del bicentenario di Pellegrino Artusi con l’originale mostra sulle ricette artusiane a fumetti di Alberto Rebori, parte ancora da Forlimpopoli il progetto pluriennale Lingua e Cucina italiane incentrato su cibo e cultura e in particolare sull’immagine del cibo italiano.
La mostra – ideata e curata dal libraio antiquario milanese Andrea Tomasetig in collaborazione con Casa Artusi – è dedicata alla “Storia illustrata degli spaghetti al pomodoro” ed è allestita negli spazi di Casa Artusi, Chiesa dei Servi, a Forlimpopoli, dal 16 ottobre al 22 novembre 2021.
 
La data dell’inaugurazione è altamente simbolica perché il 16 ottobre è la Giornata mondiale dell’alimentazione, che coincide quest’anno con le celebrazioni per il 75° anniversario del trasferimento della sede della FAO (Food and Agriculture Organisation – Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura) da Washington a Roma (1951-2021).
In aggiunta, pochi giorni dopo, il 25 ottobre, è la Giornata mondiale della pasta, la regina dell’alimentazione italiana con gli spaghetti in testa.
 
L’insolita mostra nasce da un libro, Il mito delle origini. Breve storia degli spaghetti al pomodoro, un brillante saggio di Massimo Montanari, autorevole docente e storico dell’alimentazione, pubblicato da Laterza nel 2019. La bravura dell’autore – come scrive il curatore nel testo introduttivo – sta nell’aver condensato in cento pagine colte e insieme piacevoli la lunga vicenda del piatto italiano per eccellenza. Nei capitoletti in cui si snoda il racconto c’è tutto: la Mesopotamia, la cultura gastronomica greca e romana, gli arabi, la pasta fresca e quella secca, Marco Polo e la Cina (si spiega che non c’entrano con quella storia), la Sicilia dei “mangiamaccheroni” che passa il testimone a Napoli, le mani e la forchetta, la scoperta del pomodoro in Messico e il pomodoro in salsa spagnola, il “pepe d’India” o peperoncino, il burro e l’olio d’oliva, l’aglio e la cipolla, il basilico. Non poteva mancare il ripetuto omaggio a Pellegrino Artusi, il primo ad inserire nel suo celebre ricettario ben dieci ricette per condire gli spaghetti, allora considerati una specialità napoletana e divenuti poi simbolo della cucina italiana.
Ma gli spaghetti raccontatati da Massimo Montanari non sono “solo” gastronomia, si intrecciano alla storia, all’economia e alla società. E soprattutto ci insegnano ad allargare il nostro sguardo, a vedere il percorso di un piatto attraverso i secoli, a riconoscere i diversi apporti di altre culture, che solo alla fine di un lungo processo producono un’identità che naturalmente non era data in origine.
 
Il passaggio dal libro alla mostra è stato possibile grazie all’intervento di un artista all’altezza: Luciano Ragozzino. La sua ispirazione è mentale, cerebrale, con un approccio sempre ironico, talora caustico, e un segno essenziale in bianco e nero, che fanno di lui un maestro della calcografia. Per gli spaghetti ha usato però l’altra tecnica in cui eccelle, l’acquerello. Il risultato sono diciotto tavole più morbide delle acqueforti nel segno e godibili per il colore, ma sempre ironiche e puntuali nel fare da contrappunto grafico ai testi. Ragozzino non illustra, inventa e le sue intelligenti metafore visive si imprimono nella mente “completando” le parole e costituendo il principale corpus iconografico mai ideato finora sulla storia degli spaghetti. Molte tavole una volta viste non si dimenticano più: gli spaghetti che avvolgono l’Italia fondendosi con la sua geografia; Pulcinella che con una mano porta alla bocca gli spaghetti e con l’altra li arrotola nella forchetta, sintesi visiva del duplice modo di mangiarli; le nozze tra il pomodoro e il peperoncino arrivati dall’America; il pesce d’aprile 1957 della Bbc che annunciava agli inglesi l’ottimo raccolto degli alberi di spaghetti nella valle del Po. Sono alcuni esempi di immagini capaci di sintetizzare in modo sorprendente e immediato la storia raccontata nelle ampie didascalie di Massimo Montanari.   
 
In esposizione vi sono sia gli acquerelli originali che quelli poi riprodotti sotto la sua supervisione in un formato più grande, adatto ad essere esposto, in solo otto esemplari numerati e firmati. I visitatori hanno l’opportunità di apprezzare la sequenza delle immagini e di capirne il senso nelle articolate didascalie che le accompagnano, a cura dello stesso Massimo Montanari.
 
La mostra non poteva dimenticare nel settecentenario dantesco i vermicelli all’epoca di Dante e il tributo che Artusi rende al sommo poeta. I puntuali testi di Monica Alba e Giovanna Frosini con ulteriori due tavole in tema di Luciano Ragozzino completano e chiudono l’esposizione, che – in occasione della VI Settimana della Cucina Italiana nel Mondo (22-28 novembre) – sarà proposta anche in versione digitale alle istituzioni e/o comunità italiane all’estero.

Inaugurazione previa prenotazione sabato 16 ottobre ore 17.00

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