Andrea De Simeis. Derentò

Andrea De Simeis. Fatih Sultan Mehmet

 

Dal 05 Luglio 2014 al 11 Settembre 2014

Corigliano d'Otranto | Lecce

Luogo: Castello di Corigliano d’Otranto

Indirizzo: piazza Castello 1

Telefono per informazioni: +39 346 5232827 / 329 1273493

E-Mail info: press@mpcomunica.it

Sito ufficiale: http://www.cubiarte.it


Saranno le sale del Castello di Corigliano d’Otranto a fare da cornice, dal 5 luglio all’11 settembre, al progetto Derentòdell’incisore salentino Andrea De Simeis: una monografia grafica con disegni, testi e incisioni su carte e cartoni vergati a mano, ispirata ai fatti che coinvolsero le città di Costantinopoli e Otranto nel XV secolo, volta ad approfondire le relazioni tra cultura bizantina e latina. Derentò è il nome con cui i paesi della Grecìa, una piccola comunità ellofona al centro del Salento, di cui De Simeis è originario, designavano la vicina Otranto. Così Andrea racconta attraverso le sue incisioni i fatti che la interessano dal 1453 al 1480: il gran progetto di turchiz­zazione di Maometto II, dalla conquista di Costantinopoli al sacco di Otranto, appena ventisette anni dopo. Molteplici e determinanti sono i riflessi di quest’arco di storia sulla Grecìa che l’artista ritrova nei racconti della nonna, degli anziani del suo paese e nella storia di scrittori, come Gianfreda, Bodini, Maria Corti, De Dominicis, Rina Durante. Un percorso espositivo raccontato da oltre cinquanta teche di incisioni originali da matrice in rame, stampate al torchio a stella con tecniche originali del XII - XIX sec. della calcografia, tirate su carte vergate a mano, in fibra di moracee, con tecniche degli opifici orientali del VII sec. e tecniche medioevali delle gualchiere amalfitane in cellulosa di cotone. Le opere sono distribuite in quattro spazi. Il primo riguarda gli anni 1451 – 1480 e accoglie 11 opere relative alle cronache del Bey ottomano Tursun, in cui si mette in relazione il tragico destino di Costantinopoli con la sua legittima figlia, Otranto. Nel secondo spazio, relativo al 1480 – 1481, si trova il racconto illustrato del sacco di Otranto per mano del luogotenente Ahmed Ghedik Pascià, ispirato all’invenzione letteraria di Don Grazio Gianfreda. Il terzo ospitaDerentò, una serie di incisioni che accompagna brevi selezioni scritte di illustrissimi autori locali, quali Rina Durante, Maria Corti, Giuseppe De Dominicis e infine l’ultimo spazio è quello del Martirologio, 16 grandi teche con gli ottocento ritratti di invenzione dei martiri idruntini. Derentò ispira anche l'orafo Bruno Micolano, così il progetto si arricchisce dell'antica disciplina orafa, stretta parente della calcografia: Micolano fonde l'argento sulle matrici incise di De Simeis e conia pregiati  gioielli per una collezione unica nel suo genere.
In occasione della mostra Poste Italiane emetterà un annullo filatelico commemorativo che celebra la canonizzazione dei SS Martiri e vidimerà una tiratura di quattromila microincisioni originali in formato cartolina. Il vernissage è il 5 luglio alle ore 21, con Derentò che apre l’evento “Festival dei saperi inutili” un pubblico confronto tra i più grandi pensatori e filosofi viventi, organizzato dal  Comune di Corigliano d’Otranto nella settimana dal 5 al 12 luglio.


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