Caravaggio e i caravaggeschi nell’Italia meridionale dalla collezione della Fondazione Longhi

Giovan Battista Caracciolo, detto Battistello, Cristo morto trasportato al sepolcro primo quarto del XVII secolo. Olio su tela, cm. 128 x 164

 

Dal 11 Giugno 2017 al 24 Settembre 2017

Otranto | Lecce

Luogo: Castello Aragonese

Indirizzo: piazza Castello

Orari: tutti i giorni dalle 10 alle 24 (la biglietteria chiude un’ora prima della chiusura del Castello)

Curatori: Maria Cristina Bandera

Enti promotori:

  • Città di Otranto
  • Regione Puglia
  • Fondazione di Studi di Storia dell'Arte Roberto Longhi

Costo del biglietto: Biglietto comprensivo della mostra 'Roberto Cotroneo. Genius loci, nel teatro dell’arte': intero € 12, ridotto € 10 per gruppi di almeno 12 visitatori e apposite convenzioni, possessori della Otranto Card, ridotto speciale € 6 per minori di 18 anni, apposite convenzioni e residenti nel Comune di Otranto. Gratuito per minori di 6 anni e minori di 18 anni in visita con i genitori, guide turistiche, disabili ed un accompagnatore, giornalisti accreditati

Telefono per informazioni: +39 0836 210094

Sito ufficiale: http://www.mostracaravaggio.it



“Caravaggio sarà piuttosto il primo dell’età moderna […]. Il pubblico cerchi dunque di leggere ‘naturalmente’ un pittore che ha cercato di essere ‘naturale’, comprensibile; umano più che umanistico; in una parola, popolare”.
 
Dopo lo straordinario successo della mostra dedicata a Steve McCurry nell’estate 2016, il Comune di Otranto e Civita Mostre organizzano, dall’11 giugno al 24 settembre 2017, nei suggestivi ambienti del Castello Aragonese una mostra dedicata a Caravaggio e ai pittori caravaggeschi che hanno operato nell’Italia meridionale. Tutte le opere esposte provengono dalla Fondazione di Studi di Storia dell’Arte Roberto Longhi, che custodisce il lascito  di quello che è stato il più importante storico dell’arte italiano ma anche uno straordinario collezionista.

Roberto Longhi (Alba 1890 – Firenze 1970) è una delle personalità più affascinanti della storia dell’arte del XX secolo. Alla pittura del Caravaggio (Michelangelo Merisi, detto il Caravaggio, Milano 1571 – Porto Ercole 1610) e ai suoi seguaci, i cosiddetti caravaggeschi,  ha dedicato una vita di studi, a partire dalla tesi di laurea sul Caravaggio del 1911. Si trattò, a quella data, di una scelta pioneristica, tanto all’epoca il pittore era uno dei “meno conosciuti dell’arte italiana”. Longhi seppe da subito riconoscere la portata rivoluzionaria della pittura del Merisi, così da intenderlo come “il primo pittore dell’età moderna”.

Nella sua dimora fiorentina – villa Il Tasso –, oggi sede della Fondazione che gli è intitolata, raccolse un numero notevole di opere dei maestri di tutte le epoche, che furono per lui occasione di ricerca e di studio. Tra queste il nucleo più importante e significativo è senza dubbio quello che comprende le opere del Caravaggio e dei caravaggeschi, formatosi attorno al Ragazzo morso da un ramarro del Merisi, da lui acquistato verso il 1928. Il dipinto, che risale all’inizio del soggiorno romano di Caravaggio, all’incirca nel 1596-1597, colpisce innanzitutto per la resa del brusco scatto con cui il giovane si ritrae improvvisamente per il morso di un ramarro, quasi come in una istantanea fotografica, ma anche per la “diligenza” con cui ha reso il brano della natura morta con la caraffa e i fiori, un genere pittorico riportato a dignità autonoma proprio dal Caravaggio.

Nella mostra, curata da Maria Cristina Bandera, direttrice scientifica della Fondazione di Studi di Storia dell’Arte Roberto Longhi, accanto al Caravaggio sono esposti i dipinti dei suoi seguaci meridionali o attivi nell’Italia del Sud, che fanno parte della stessa collezione e offrono una efficace testimonianza  del significato storico della sua pittura. Grandi capolavori possono ritenersi cinque tele che raffigurano gli Apostoli, del giovane Jusepe de Ribera e la Deposizione di Cristo di Battistello Caracciolo, il principale caravaggesco napoletano. Il profondo radicamento dell’esempio del maestro nell’arte napoletana è attestato dal David di Andrea Vaccaro e dal drammatico San Girolamo del Maestro dell’Emmaus di Pau. Nelle opere di Matthias Stom, a lungo attivo in Sicilia, si materializza una perfetta sintesi tra la cultura nordica di partenza –  legata al caravaggismo olandese – e la pittura italiana. Sono inoltre presentate  inoltre opere di Lanfranco, del Maestro dell’Annuncio ai pastori, di Filippo Napoletano e di Giacinto Brandi.  Il percorso si conclude con due capolavori di Mattia Preti, l’artista che più di ogni altro contribuisce a mantenere per tutto il Seicento la vitalità della tradizione caravaggesca.
 
È infine prevista la proiezione del film di Mario Martone dal titolo L’ultimo Caravaggio (durata 40‘), realizzato nel 2004. La cinepresa del grande regista scompone e riassembla dettagli rubati ora ai dipinti di Caravaggio, ora ai quartieri popolari e alle estreme periferie di Napoli, ricostruendo così, con un linguaggio che parla anche al nostro tempo, la vicenda artistica ed umana del Caravaggio nei suoi ultimi anni, vissuti nell’Italia meridionale.
 
La mostra, unitamente a quella di Roberto Cotroneo, sarà accessibile al pubblico con il biglietto di ingresso del Castello Aragonese, che consente di visitare tutti gli ambienti della fortezza, dai sotterranei agli allestimenti dedicati alla storia della città.

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