Marino Marini, dal colore alla forma

Marino Marini, Grande teatro delle maschere, 1979, litografia a colori, cm. 63,50x78

 

Dal 25 Novembre 2017 al 15 Febbraio 2018

Livorno

Luogo: Galleria Guastalla Centro Arte

Indirizzo: via Roma 45

Orari: lun/ven h 10,00 – 13,00 / 16,30 – 20,00; sab 10,00 – 13,00 mese dicembre anche sab 17-20,00

Enti promotori:

  • Fondazione Marino Marini
  • Fondazione Solomon R.Guggenheim di Venezia

Telefono per informazioni: +39 0586 808518

E-Mail info: info@guastallacentroarte.com

Sito ufficiale: http://www.guastallacentroarte.com/



La Galleria Guastalla Centro Arte di Livorno presenta l’esposizione “Marino Marini, dal colore alla forma” in concomitanza con la grande retrospettiva “Passioni Visive” a Palazzo Fabroni a Pistoia, organizzata dalla Fondazione Marino Marini nell’ambito delle celebrazioni di Pistoia Capitale italiana della cultura 2017 e dalla Fondazione Solomon R.Guggenheim di Venezia (che in seguito ospiterà la stessa esposizione) e in occasione della mostra “Mirò e Marino, i colori del mediterraneo”, presso il Museo Marino Marini Pistoia, alla quale la nostra galleria ha contribuito con il prestito di alcune opere. 

Saranno esposte circa 65 opere tra sculture, tempere, tecniche miste, disegni, litografie e incisioni originali, realizzate dal 1929 al 1980, in una ideale piccola antologica dove sono rappresentate le principali tecniche usate da Marino e i suoi soggetti ricorrenti, quali i cavalli, i cavalli e i cavalieri, le pomone, gli acrobati, i danzatori e i giocolieri. 

A tal proposito scriveva Marino stesso: “Il rapporto tra la mia pittura e la mia scultura: non comincerei mai una scultura senza passare attraverso il colore, e mi spiego perché. Non si può spiegare come nasce un’opera d’arte, perché è molto difficile e noi stessi non lo sappiamo, ma ad un certo momento ci viene addosso un’emozione, che a certi artisti arriva in forma descrittiva e a certi altri in un mondo di colore. Nel caso mio arriva il colore e, per esempio, ho un colore che mi tormenta – mettiamo un rosso, un bleu, un giallo – per cui continua questo rosso, bleu ad arrivarmi nella testa e io comincio a toccare su un foglio di carta questo colore, ad immaginare su questo colore dei disegni. A un certo momento questi disegni cominciano a prendere forma, la forma e questa forma diventa vera. Ho sempre visto tutta la scultura – la più grande scultura, la più viva, la più reale, la più immensa – che era tutta dipinta: gli Egizi, gli Etruschi, i Greci, i Romani, gli arcaici … c’era sempre del colore sopra. Perché non dovrei farlo io?” 

Nel testo introduttivo Giorgio Guastalla rievoca una lunga tradizione di amicizia con Marino e ricorda le mostre personali organizzate negli anni nella galleria di Livorno e anche in altre città in Italia e all’estero. Le varie pubblicazioni edite con il marchio editoriale Graphis Arte, dimostrano quanto questo rapporto sia stato intenso e proficuo a partire dai primi anni settanta; grazie ad un contatto continuo e assiduo con Marino, si sono rese possibili l’organizzazione di mostre, la realizzazione di edizioni monografiche e la pubblicazione delle numerose incisioni e litografie originali. 

Il catalogo della mostra si apre con le immagini delle quattro monumentali sculture in rilievo eseguite in gesso da Marino nel 1938 per il concorso di idee per la decorazione dell’Arengario a Milano: queste rappresentano un’importante testimonianza della grandezza artistica di Marino, come con competenza critica scrive in un saggio a queste dedicato, Maria Teresa Tosi, direttrice della Fondazione Marino Marini di Pistoia. 

Le 2 piccole sculture in bronzo Piccolo miracolo del 1955 e Piccola composizione del 1956 sono esempi di opere del periodo maturo, così come le tecniche miste Gentiluomo a cavallo del 1944 e Composizione del 1947 rappresentano l’evoluzione dell’artista nel dopoguerra con una compiuta sicurezza nel combinare le sue idee e forme, mentre i Giocolieri, i Cavalli, i Cavalli e Cavalieri degli anni ’50 rappresentano il suo periodo più noto con la conquista dello spazio in cui si muovono le forme. Opere come Composizione del 1960 o Ribaltamento del 1972 e Circo del 1978 stanno a dimostrare la continua evoluzione del nostro artista verso forme innovative, più libere e meno figurative. La mostra prosegue con una cospicua serie di opere grafiche originali, disciplina questa molto seguita da Marino, che lo colloca fra i più importanti incisori del ‘900: è raro trovare nel panorama artistico del Novecento un artista che si esprime con la stessa libertà e autenticità nella scultura, nella pittura, nel disegno, nell’incisione e nella litografia. L’album Personnages du Sacre du Printemps con 8 litografie originali a colori tirate nel celebre atelier Mourlot di Parigi per le edizioni XX Siècle, viene pubblicato nel 1974 riprendendo la scenografia e i costumi realizzati per l’opera di Strawinskij su richiesta del soprintendente della Scala Paolo Grassi. Gli album From color to form del 1969, Chevaux et cavaliers del 1972, le litografie tirate a Livorno sui torchi dell’atelier Graphis Arte Il grande teatro delle maschere, Magia, Immaginazione di colore, Orfeo, Orizzonte ed altre, le incisioni della serie Imagines, Adamo ed Eva, Geometria, dimostrano la grande maestria di Marino anche in queste tecniche.

Inaugurazione sabato 25 novembre 2017 ore 18

SCARICA IL COMUNICATO IN PDF
COMMENTI