Carlo Battaglia. Early Paintings (1968-1973)

© Carlo Battaglia

 

Dal 26 Ottobre 2016 al 18 Novembre 2016

Milano

Luogo: Galleria Grossetti Arte

Indirizzo: piazza XXV Aprile 11/b

Orari: da lunedì a venerdì 10-13; 14-18 Sabato e domenica: previo appuntamento al 344 2046825

E-Mail info: galleria@grossettiart.it



«Quando, attorno al 1968, Carlo Battaglia realizza le sue prime grandi opere mature (quelle che costituiscono l’oggetto di questa mostra), ha già trascorso a New York lunghi mesi, frequentando i più grandi artisti americani della cosiddetta Color Field Painting, primo fra tutti Mark Rothko, di cui diventa amico, e poi Ad Reinhardt e Robert Motherwell. 
Pochi mesi prima della sua andata a New York, nel 1966, aveva allestito la sua prima mostra personale proprio nella galleria di Carlo Grossetti, il padre di Bruno, esponendo opere già astratte, ma ancora con molti ricordi tonali se non proprio naturalistici. L’esperienza americana lo aveva certo cambiato, ma non nel senso di un’ammirazione – che pure c’era – verso quei maestri, col rischio di sfociare in una specie di epigonismo, quanto piuttosto per l’individuazione chiara del proprio oggetto d’analisi e degli strumenti da usare per mettere in atto la ricerca.
L’oggetto è lo spazio, lo strumento la pittura ...» Così scrive Marco Meneguzzo nel breve saggio introduttivo a questa mostra che presenta quindici autentici capolavori di Carlo Battaglia, scelti tra le sue opere iniziali, dal 1967 al 1973. É il periodo germinale dell’opera di Battaglia, e uno dei momenti idealmente più complessi e fecondi dell’arte italiana recente, di cui Battaglia è stato una figura eminente nel campo della riflessione sulla pittura e sulla sua ragione di esistere anche in presenza – e in competizione – con le nuove tendenze quali l’arte concettuale, l’Arte povera, la land art. Campione di quella che sarà definita “Nuova Pittura”, o “Pittura Pittura” o ancora “Pittura analitica” (termine con cui oggi la tendenza viene riconsiderata e valorizzata …), Battaglia diventa in pochissimi anni l’intellettuale di riferimento – oltre che uno dei pittori più riconosciuti – per chi continua a fare pittura negli anni Settanta.
Questa rassegna mostra e dimostra come quella stagione sia ancora capace di grandi sorprese e di importanti riscoperte: per questo Bruno Grossetti rende omaggio all’artista e anche al gallerista – Carlo Grossetti, suo padre – che di Battaglia è stato cronologicamente il primo sostenitore e uno dei suoi più assidui sostenitori.

Carlo Battaglia nasce il 28 gennaio 1933 nell’isola della Maddalena, ma trascorre l’infanzia a Genova. Vivrà alla Maddalena soltanto dal 1943 al 1947, poi a Roma dove studia scenografia all'Accademia di Belle Arti e segue le lezioni del maestro Toti Scialoja. 
Nel 1962 vivrà per sei mesi a Parigi con una borsa di studio per la pittura.
Comincia a esporre tardi, a Roma nel 1964, ma è con la mostra del 1966 al Salone Annunciata di Milano, che compie l’esorcismo finale.
Nel 1967 soggiorna per sei mesi a New York, lavora in uno studio a Canal Street e diventa amico di Reinhardt, Motherwell e Rothko. 
Nel 1970 viene invitato con una sala personale alla Biennale di Venezia. 
Dagli anni 70 partecipa a tutte le più importanti mostre in Italia e in Europa della “Nuova Pittura” o “Pittura analitica”, provando però un sempre più crescente disagio nei confronti di quelle formulazioni teoriche in cui non si riconosce.
Tiene mostre antologiche a Venezia, Palazzo Grassi (1974), poi a Ferrara, Palazzo dei Diamanti, alla Kunsthalle di Düsseldorf (1978). Partecipa a numerose mostre di arte italiana contemporanea: Selected Paintings and Sculptures, mostra di apertura dell’Hirshhorn Museum di Washington (1974), I.C.C. di Antwerp (1975), Aalborg e Odense in Danimarca, Boymans Museum di Rotterdam (1977), Hayward Gallery di Londra, Peter Stuyvesand Collection al Provincial Museum di Hasselt, Belgio (1982). In Italia, nei musei di Roma, Milano, Torino, ecc. Nel 1980 è nuovamente invitato con una sala personale alla Biennale di Venezia.
Dal 1980 si isola sempre più, comincia a lavorare con la tempera all’uovo, secondo le antiche ricette rinascimentali, e si divide tra Roma e New York per approdare definitivamente alla Maddalena dove può dipingere in totale solitudine. 
Muore alla Maddalena il 17 gennaio 2005

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