Daniela Volpi. Trasformazione
Daniela Volpi, Equilibri, 2025
Dal 15 September 2025 al 26 September 2025
Milano
Luogo: Palazzo Pirelli
Indirizzo: Via Fabio Filzi 22
Orari: dal lunedì al giovedì dalle 9 alle 18 e il venerdì dalle 9 alle 13
Curatori: Ivan Quaroni
Enti promotori:
- Regione Lombardia
Costo del biglietto: ingresso gratuito
Daniela Volpi torna a Milano con la mostra personale “Trasformazione” dedicata alla figura femminile e al suo rapporto con lo spazio circostante. Questa volta, l’attenzione si concentra sulla rappresentazione del corpo nella sua interezza, plasmato in relazione all’ambiente che lo avvolge. L’esposizione curata da Ivan Quaroni, si terrà a Palazzo Pirelli dal 15 al 26 settembre 2025.
Se in precedenza Daniela Volpi aveva privilegiato il volto come espressione dell’interiorità, con la mostra "Trasformazione" l’artista si focalizza sul corpo intero che diventa al contempo soggetto e superficie, forma che nasce dalla sperimentazione di nuovi materiali che conferiscono alla pittura caratteristiche sorprendenti.
Accanto ai tradizionali acrilici, infatti, l’artista utilizza sostanze non convenzionali come la ruggine e il cemento, che, giocati su una palette di colori raffinata ed essenziale, plasmano figure e ambienti.
Il cemento rappresenta la struttura solida dell’identità, la base su cui si poggia l'essere. La ruggine è il segno inequivocabile del passaggio del tempo, un'alterazione apparente che, lungi dall'essere decadenza, rivela una verità autentica e una bellezza plasmata dall'esperienza. Il ferro unisce, sostiene e plasma, mentre i toni materici delle opere creano un contrasto visivo e tattile con le figure femminili, spesso rappresentate in pose contemplative e protettive. Questa fusione tra forma e materia invita l'osservatore a riflettere sui sentimenti contrastanti e sull'inesorabile ricerca di armonia interiore.
L’incontro di queste materie dà origine a un processo creativo non lineare, in cui il gesto dell’artista si mescola con la risposta autonoma dei materiali, che trasmettono alle opere la propria memoria.
"Trasformazione" vuole essere un inno alla resilienza e all’autenticità. Attraverso la "bellezza ossidata", l'artista intende spogliare la figura femminile dagli ideali imposti, rivestendola di una materia "pura, viva e mutevole" che celebra la fragilità come una risorsa e la mutazione come una potente possibilità di rinascita.
Daniela Volpi ha trasformato la passione per l'arte nella sua attività professionale dopo una importante esperienza nel campo della pedagogia. “La mia formazione pedagogica ha avuto un forte impatto sul mio percorso artistico. I bambini si lasciano affascinare dai dettagli e colgono la bellezza delle piccole cose, creando una dimensione sospesa tra spazio e tempo. Questa attitudine all’osservazione è molto simile a quella che guida l’artista nella propria ricerca”.
Curiosità, ricerca e consapevolezza sono le tre parole chiave che descrivono l'evoluzione artistica di Volpi: tre aspetti che si intrecciano e si integrano, guidando il suo intento espressivo. Le sue opere veicolano un dialogo profondo tra fisicità e materia in costante divenire, che restituisce forme e colori inediti alle emozioni.
Daniela Volpi è laureata in pedagogia, ambito in cui è stata impegnata professionalmente per poi dedicarsi alla pittura a tempo pieno. Ha cominciato fin da piccola ad interessarsi al disegno e alla pittura nello studio d’arte dello zio, frequentando poi corsi di perfezionamento presso l'Accademia di Belle Arti Carrara di Bergamo e affinando la sua tecnica nel laboratorio del maestro Elio Maffeis.
Se in precedenza Daniela Volpi aveva privilegiato il volto come espressione dell’interiorità, con la mostra "Trasformazione" l’artista si focalizza sul corpo intero che diventa al contempo soggetto e superficie, forma che nasce dalla sperimentazione di nuovi materiali che conferiscono alla pittura caratteristiche sorprendenti.
Accanto ai tradizionali acrilici, infatti, l’artista utilizza sostanze non convenzionali come la ruggine e il cemento, che, giocati su una palette di colori raffinata ed essenziale, plasmano figure e ambienti.
Il cemento rappresenta la struttura solida dell’identità, la base su cui si poggia l'essere. La ruggine è il segno inequivocabile del passaggio del tempo, un'alterazione apparente che, lungi dall'essere decadenza, rivela una verità autentica e una bellezza plasmata dall'esperienza. Il ferro unisce, sostiene e plasma, mentre i toni materici delle opere creano un contrasto visivo e tattile con le figure femminili, spesso rappresentate in pose contemplative e protettive. Questa fusione tra forma e materia invita l'osservatore a riflettere sui sentimenti contrastanti e sull'inesorabile ricerca di armonia interiore.
L’incontro di queste materie dà origine a un processo creativo non lineare, in cui il gesto dell’artista si mescola con la risposta autonoma dei materiali, che trasmettono alle opere la propria memoria.
"Trasformazione" vuole essere un inno alla resilienza e all’autenticità. Attraverso la "bellezza ossidata", l'artista intende spogliare la figura femminile dagli ideali imposti, rivestendola di una materia "pura, viva e mutevole" che celebra la fragilità come una risorsa e la mutazione come una potente possibilità di rinascita.
Daniela Volpi ha trasformato la passione per l'arte nella sua attività professionale dopo una importante esperienza nel campo della pedagogia. “La mia formazione pedagogica ha avuto un forte impatto sul mio percorso artistico. I bambini si lasciano affascinare dai dettagli e colgono la bellezza delle piccole cose, creando una dimensione sospesa tra spazio e tempo. Questa attitudine all’osservazione è molto simile a quella che guida l’artista nella propria ricerca”.
Curiosità, ricerca e consapevolezza sono le tre parole chiave che descrivono l'evoluzione artistica di Volpi: tre aspetti che si intrecciano e si integrano, guidando il suo intento espressivo. Le sue opere veicolano un dialogo profondo tra fisicità e materia in costante divenire, che restituisce forme e colori inediti alle emozioni.
Daniela Volpi è laureata in pedagogia, ambito in cui è stata impegnata professionalmente per poi dedicarsi alla pittura a tempo pieno. Ha cominciato fin da piccola ad interessarsi al disegno e alla pittura nello studio d’arte dello zio, frequentando poi corsi di perfezionamento presso l'Accademia di Belle Arti Carrara di Bergamo e affinando la sua tecnica nel laboratorio del maestro Elio Maffeis.
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