Forma Mentis. Barbara De Ponti e Jens Risch

© Jens Risch / Viasaterna - Bischoff Projects / Photo by Joerg Baumann | Jens Risch, Silk piece VI,1000 m. seta bianca, cm. 7,5x8x7, 2015-2017

 

Dal 23 Gennaio 2018 al 16 Marzo 2018

Milano

Luogo: Galleria Viasaterna

Indirizzo: via Giacomo Leopardi 32

Orari: dal lunedì al venerdì dalle 12 alle 19. Mattine e sabato su appuntamento

Telefono per informazioni: +39 02 36725378

E-Mail info: info@viasaterna.com

Sito ufficiale: http://www.viasaterna.com/



La Galleria Viasaterna presenta Forma Mentis, progetto espositivo che raccoglie i lavori di Barbara De Ponti (Milano, 1975) e Jens Risch (Rudolstadt, Germania, 1973).
La mostra presenta per la prima volta a Milano l’ultimo progetto di Barbara De Ponti Clay Time Code,e una serie di opere dell'artista tedesco Jens Risch realizzate tra il 2011 e il 2016. I due artisti, vicini per generazione e pratica artistica, sono protagonisti di un dialogo inedito creato a partire dal riconoscimento di uno stesso sentire che sottende le rispettive ricerche, caratterizzate da estremo rigore e coerenza di metodo.

Come il titolo lascia intuire, Forma Mentis è una mostra che gravita intorno al tema centrale della Forma, da una parte intesa quale principio inerente la materia stessa dalla quale viene fatta scaturire, e dall’altra quale struttura mentale.
La forma, infatti, guida il gesto di entrambi gli artisti, mossi dalla volontà di raggiungere una sintesi quanto più perfetta tra contenuto e rappresentazione, tra il concetto alla base dell’opera e la sua concretizzazione.  
Clay Time Code, realizzata da Barbara De Ponti nel 2016 ed esposta presso il Museo Internazionale della Ceramica, il Museo Carlo Zauli e il Museo di Scienze Naturali di Faenza, è una serie nata sul suolo di una particolare area geografica (faentino), caratterizzata dalla presenza di un materiale specifico risalente a 400 milioni di anni fa: l’argilla azzurra del Mare Pleistocenico.
Attraverso un percorso a ritroso supportato da studi di geologia e micropaleontologia che le hanno consentito di ampliare la tradizionale scala di misurazione del tempo, De Ponti ha individuato alcuni microrganismi fossili e li ha resi protagonisti di una serie di sculture in ceramica che li riproducono in scala aumentata, utilizzando lo stesso materiale di cui originariamente erano fatti.
Accompagnano le sculture, alcuni disegni su carta che, ancora una volta, provano a formalizzare un Tempo concettualmente irrappresentabile perché estranea al campo dell’esperienza quotidiana dell’uomo.    Così come l’opera di De Ponti, anche il lavoro di Jens Risch può essere letto come un elogio alla lentezza. A partire dal 2001, l’artista tedesco si è esclusivamente dedicato alla realizzazione di una serie di sculture costituite da fili di seta lunghi circa un chilometro, intrecciati su sé stessi fino a creare un groviglio inestricabile.
Attraverso un metodo fatto di rigore e disciplina, Risch ha trascorso gli ultimi quindici anni ad annodare fili di seta e a registrare meticolosamente su una serie di tavole tutti i passaggi (da lui definiti “generazioni”, alludendo al campo della biologia e all’idea di “filiazione”) del proprio operare. Nulla si aggiunge, nulla si toglie.
Il materiale utilizzato rimane uno e uno solo dall’inizio alla fine. Ciò che cambia non è il filo di seta ma le sue sembianze, grazie a una pratica che trova nella ripetitività del gesto l’unica traccia di intenzionalità formale dell’artista.

Attraverso una grammatica di forme semplici ma mai scontate, le opere in mostra sono capaci di scatenare una serie di sorprese che finiscono per stravolgere la percezione naturale delle cose, impedendo allo spettatore di riconoscere fino in fondo gli oggetti che ha davanti. Simili a innesti, come tali si comportano: innescano cortocircuiti, procurano spostamenti, a volte minimi, spesso impercettibili. Sono rivoluzioni silenziose, testimonianze di come un’intuizione possa essere concentrata all’interno di un altrettanto definita porzione di spazio. Mistero, ambiguità, stratificazione: sono questi i termini che legano i lavori di Barbara De Ponti e Jens Risch e articolano il percorso della mostra. Seppur con modalità e risultati diversi, entrambi gli artisti sembrano interrogare lo spettatore sulle proprie capacità di guardare. Entrambi raccontano e svelano, avvicinano e allontanano da quell’idea di Tempo che silenziosamente governa il mondo e le cose.

BARBARA DE PONTI (Milano, 1975. Vive e lavora a Milano) Dopo la laurea in Pittura e un master per la Comunicazione dell’Arte presso l’accademia di Belle Arti di Brera a Milano, si interessa alle relazioni tra pratica artistica e saperi geografici, utilizzando per la propria ricerca fondi archivistici e ampi studi di carattere storico e scientifico. Nel 2009 realizza Planning Constellation, 45° 28’ N, 9° 12’ E, progetto di stratificazione geografica, antropologia culturale e architettura della città di Milano e Speaking Thinks. Nel 2010 collabora con il Planetario Hoepli di Milano per la realizzazione di La luce naturale delle stelle, vincitore di LED Award. Nel 2011 è invitata dal Politecnico di Milano a presentare la performance Mantero_Op. cit. 2011 e nel 2014 pubblica Isolario(Ed. Postmediabooks) frutto di un lavoro di ricerca curato da Alessandro Castiglioni e con contributi di Matilde Marzotto Caotorta, Elio Franzini ed Ermanno Cristini. I risultati di una ricerca presso l’Archivio Capitolino e la collaborazione con l’architetto Antonio Stella Richter sono le fonti di To Identity, installazione prodotta nel 2015 dalla Casa dell'Architettura di Roma presso l’ex Acquario Romano. Ospitato dal Museo Internazionale della Ceramica, dal Museo Carlo Zauli, dal Museo di Scienze Naturali di Faenza, Clay Time Code è il suo ultimo progetto, presentato per la prima volta a Milano presso Viasaterna.   JENS RISCH (Rudolstadt, 1973. Vive e lavora a Berlino) Nato e cresciuto in Germania, nel 1992 realizza la prima di una serie di sculture in cui cerca di annullare la soggettività dell’intervento artistico, oscurando dalle proprie opere qualunque traccia di intenzionalità formale. A partire dal 2000 si dedica esclusivamente alla propria pratica dando vita prima a Seidenstück e poi a Silk Piece, serie di nodi realizzati utilizzando materiali diversi. Tra le mostre personali Jens Risch: Silk Piece V, 2011 – 2012presso Bischoff Projects (Francoforte, 2014) e Jens Risch: Seidenstueck I & Seidenstueck II (Erster Teil) presso Weissfrauen Diakoniekirche (Francoforte, 2007). Negli anni ha preso parte a importanti mostre collettive tra cui Process, Performance, Presence presso Kunstverein Braunschweig (Braunschweig, Germania, 2016), Realtime presso il Kunstmuseum Bonn (Bonn, Germania, 2016), The Forces behind the Forms presso Museen Haus Lange und Haus Esters (Krefeld, Germania, 2016), Netz presso Kunsthalle zu Kiel (Kiel, Germania, 2014), Art & Textiles presso Kunstmuseum Wolfsburg (Wolfsburg, Germania, 2013), As Soon As Possible, Tempo e accelerazione sociale presso CCC Strozzina (Firenze, Italia, 2010), Alle Zeit der Welt presso Kunsthalle Mainz (Mainz, Germania (2008), e Family and Friends presso il Centro d'Arte Contemporanea di Brétigny (Francia, 2007).
Inaugurazione: martedì 23 gennaio 2018, dalle 18 alle 21

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