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Franco Fossa. Figure, luoghi, riflessi del tempo. Opere grafiche (1950-2010)

Franco Fossa. Figure, luoghi, riflessi del tempo. Opere grafiche (1950-2010)
Dal 27 Giugno 2018 al 28 Settembre 2018
Milano
Luogo: Accademia di Belle Arti di Brera
Indirizzo: Via Brera 28
Orari: Lunedì, Martedì, Mercoledì, Giovedì 9-18; Venerdì 9.30-17
E-Mail info: comunicazione@accademiadibrera.milano.it
Sito ufficiale: http://www.accademiadibrera.milano.it
L’Accademia di Belle Arti di Brera rende omaggio alla ricerca artistica di Franco Fossa (Milano, 1924-2010) con una selezione di opere grafiche realizzate dagli anni Cinquanta agli anni Novanta, a testimo- nianza delle fasi evolutive del suo percorso creativo. Dopo aver frequentato l’Umanitaria e l’Istituto Superiore per le Industrie Artisti- che di Monza (dove ha per maestro Marino Marini), Fossa si diploma all’Accademia di Brera seguendo i corsi di scultura con Francesco Messina e Giacomo Manzù. L’esposizione documenta i principali temi iconografici legati ai registri espressivi del segno e del colore, dallo studio della figura umana (corpi, teste, ritratti) alle ambientazioni plastiche dove la presenza dell’uomo è immaginata in relazione a spazi angusti e desolati, costruzioni architettoniche primarie, luoghi pervasi da un senso di solitudine esistenziale. Dopo aver disegnato figure di forte carica espressionista, l’artista indaga i volti dell’esistenza in una serie di teste e ritratti vissuti come temi comunicativi di una realtà aspra, cruda e tagliente, attraversata senza sosta da dubbi e ripensa- menti. In seguito, parallelamente alle scelte operate sul piano della scultura, la ricerca grafica riflette la dimensione progettuale della forma che oscilla tra “ambienti e piani” alla ricerca di equilibri volumetrici, armonie spaziali, oltrepassamenti. Misurandosi con questi canoni della rappresentazione, l’arte di Fossa pone in evidenza l’incombente idea di alienazione e la costante perdita di valori umani che contraddistingue la vita contemporanea durante le stagioni del suo operare, fino a farsi strumento di denuncia e presa di coscienza di una condizione sottoposta alle costrizioni della sfera sociale. Di fronte a questi stati d’animo l’artista amplifica la dimensione interiore del visibile intercettando spiragli di luce che alleggeriscono il peso compatto dei volumi, scatole, cubi e parallelepipedi come riflessi della condizione urbana. Ampi margini di apertura sono suggeriti dalle opere dell’ultimo periodo, i vincoli spaziali si smaterializzano e la figura dell’uomo è libera di spaziare verso atmosfere impalpabili, luoghi senza limiti, visioni sempre più proiettate oltre i confini.
La mostra è stata organizzata in collaborazione con l’Archivio Fossa e dei suoi rappresentanti Salvatore Lovaglio e Antonio Maria Pecchini.
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