Il Boccaccio di Chagall

Alcune delle tavole del Decameron illustrate da Chagall in mostra alla Kasa dei Libri

 

Dal 24 Febbraio 2021 al 09 Aprile 2021

Milano

Luogo: Kasa dei Libri

Indirizzo: Largo De Benedetti 4

Orari: da lunedì a venerdì 15-19

Costo del biglietto: Ingresso gratuito con prenotazione obbligatoria

Telefono per informazioni: +39 02.66989018

E-Mail info: cc@kerbaker.it


Siamo tra i molti che ritengono che il vero sale dell’opera di un artista non stia solo nei lavori più noti e rappresentativi, ma nei dettagli. Per questo la mostra con cui riapriamo ci è particolarmente cara: non ci si ritrova tanto lo Chagall che tutti conosciamo, quello delle grandi tele colorate sparse dall’est all’ovest dell’Europa, ma l’illustratore più intimo, da foglio di carta, dove stendere una emozione allo stato puro, che a volte i dipinti perfezioneranno, altre no. Un autore da camera, da apprezzare proprio sulle pagine di un libro più che nelle sale di un museo. E anche di quello, siamo andati a privilegiare l’autore meno noto: non tanto quello della Bibbia e delle Anime morte di Gogol, che tra qualche mese potremo vedere in una mostra a Palazzo Verbania di Luino, ma l’illustratore di opere diverse, spesso edite in poche copie, magari cent’anni fa, e non più ristampate. Così sono le numerose plaquettes poetiche che Chagall illustra per pura amicizia con gli autori: opere mai circolate in Italia dove, siamo quasi certi, nessuno le possiede e non sono mai state esposte. E così anche il Decameron pubblicato per la rivista «Verve» nel 1950: novelle scelte tra quelle più grasse, dove trovano espressione tutta l’ironia e la joie de vivre dell’artista bielorusso.

L’incontro con BOCCACCIO, davvero poco conosciuto e ancor meno esposto, è uno dei più felici. Lo si deve all’intuizione di Tériade (un greco trapiantato a Parigi - uno “straniero”, come moltissimi degli amici di Chagall in Francia), editore di «Verve», che mette a confronto le magnifiche, coloratissime e molto didascaliche miniature originali di un manoscritto quattrocentesco con la fantasia onirica di Chagall. Ne nascono 26 grandi tavole illustrate con la tecnica del lavis a inchiostro di china: disegni molto pieni, carichi di elementi che conferiscono enfasi a paesaggio, natura, e animali, trattati con l’approccio sognante tipico di Chagall. La selezione delle novelle da illustrare ha privilegiato le storie più licenziose, con ampie dosi di tradimenti, inganni e scherzi amorosi; una materia che permette a Chagall di esprimersi attingendo ai suoi temi più specifici, dell’amore poetico e disincantato, che rimandano anche alla tradizione orale dei racconti della comunità russa dove l’artista ha vissuto la giovinezza. Il tutto ratificato dalla presenza di un altro amico storico di Chagall, Jacques Prévert, autore di una prefazione in forma di lunga poesia che si può vedere in mostra.

Tutta la vita di Chagall è costellata dalla presenza di figure di amici e familiari, che in mostra prosperano nella sezione degli altri LIBRI ILLUSTRATI ad affiancare il Decameron. Ancora Prévert compare insieme a Chagall nel volume Le cirque - prefazione del poeta, litografie dell’artista e reportage di immagini sul circo del fotografo Izis, al secolo Israëlis Bidermanas, un altro trapiantato in Francia: lituano, amicissimo del pittore, che ritrae in innumerevoli pose poi raccolte in un paio di libri altrettanto belli. Per lui, tra l’altro, Chagall prepara la spettacolare copertina di Israël (1955), un bellissimo racconto fotografico sul neonato stato israeliano a cui si accosta un’altra grande firma, quella di André Malraux, che scrive la prefazione.
I libri di Izis arrivano per lo più dalla Francia, come l’edizione originale di Ma vie, l’autobiografia, e i libri della moglie Bella, tutti con numerose illustrazioni. Del resto quasi tutti i libri della sezione “illustrati” sono stati raccolti all’estero, per mostrare materiale ben raramente visto in Italia, ma altrettanto capace di rivelare la stessa mano dello Chagall più noto ed esposto.  
Alzi la mano chi ha mai visto Sibir, raccolta di 24 poesie in lingua yiddish scritte come omaggio alla regione siberiana da Abraham Sutzkever, un ebreo bielorusso, proprio come Chagall. La copia del libro in mostra l’abbiamo comperata apposta a Gerusalemme, e la qualità delle illustrazioni, che rievocano la vita nella comunità ebraica russa, ci dice che abbiamo fatto bene.
Allo stesso modo abbiamo fatto bene a procurarci le plaquettes di una oscura (in Italia) coppia di poeti franco-tedeschi, Claire e Yvan Goll, altri due parigini d’adozione, che Chagall accompagna nei decenni con illustrazioni sempre nuove; o quelle di altri poeti più o meno sconosciuti come il rumeno Ilaire Voronca o il parigino Marcel Arland (un nativo, finalmente!) per i quali Chagall schizza festosi ritratti a inchiostro che normalmente stanno chiusi nelle pagine delle loro edizioni ormai centenarie. 
E ancora: chi ha mai sentito il nome della poetessa americana Hazel Collister Hutchison? Figuriamoci se qualcuno ha mai visto le illustrazioni che Chagall realizza appositamente per il suo libro  di versi. Le notizie da noi reperite ne attestano la circolazione solo negli Stati Uniti; immaginiamo quindi che  prima d’ora in Europa nessuno le abbia mai viste.  
Anche nella sezione IN COPERTINA, accanto a testi molto noti (su tutti La tregua di Primo Levi, che noi presentiamo nell’edizione originale inglese), abbiamo cercato di selezionare interventi meno conosciuti, come quelli degli anni Quaranta per il teatro, quando l’artista è di stanza negli Stati Uniti ed entra in contatto con il gruppo dei balletti russi

Per almeno due volte Chagall è sulle copertine dei loro programmi di sala statunitensi; e per loro, tra l’altro, scrive un balletto, Aleko, che va in scena a Città del Messico nel ’42, di cui cura scenografia e costumi. Anche queste tracce, che hanno circolato solo in America, in Europa sono ben poco note. Forse più viste, ma comunque curiose, un paio di  copertine su due dei maggiori settimanali del mondo: il tedesco«Spiegel», (1959) in occasione di una duplice mostra ad Amburgo e a Monaco, di cui nella sezione dedicata alle mostre presentiamo i cataloghi, e «Time» (1965) forse la meta più ambita, che certifica la notorietà planetaria. In entrambi i casi, la copertina è corredata da ampi articoli e foto. 
 
TUTTO CHAGALL MOSTRA PER MOSTRA documenta invece l’attività espositiva internazionale dell’artista, con un nutrito gruppo di cataloghi, alcuni dei quali introvabili. A partire dal 1946, quando Chagall si trova negli gli Stati Uniti: quale migliore occasione per organizzare una sua retrospettiva al MoMA, che aveva appena ospitato gli altri mostri sacri della pittura europea di stanza a Parigi? Il catalogo è di James Johnson Sweeney, direttore della sezione di pittura e scultura del più noto museo contemporaneo del mondo. Lì inizia un viaggio che porta via via alla Tate Gallery di Londra (1948), per la prima importante mostra mai dedicata a Chagall nel Regno Unito (“Chagall è poco conosciuto in Gran Bretagna”, si afferma nella presentazione – e lui ha più di 60 anni!), nelle principali città tedesche e olandesi, dove invece l’artista riceve da tempo l’attenzione del pubblico e della critica, per approdare in Giappone, tra Tokyo e Kyoto nel ‘63.
Poi, ça va sans dire i cataloghi in arrivo dalla Francia, patria d’elezione per l’artista, tra cui quello, bruttarello, per la grandiosa mostra al Grand Palais di Parigi nel ’69. Bellissimi, invece – non ci si stancherebbe mai di sfogliarli –- i due numeri della rivista Derrière le Miroir, cataloghi de facto della leggendaria galleria di Aimé Maeght, pubblicati dal 1946 al 1982. I fascicoli esposti, con litografie originali, sono il primo e l’ultimo realizzati con la collaborazione dell’artista. 
Poche invece, e tardive, le mostre italiane con cataloghi degni di questo nome. Piuttosto, un primario contributo che arriva dall’Italia è la monografia chagalliana di Lionello Venturi, uscita nel ’45 in edizione numerata a New York, dove l’autore, uno dei 12 docenti universitari che non aveva giurato fedeltà al fascismo, era riparato da una decina d’anni. Notevole anche l’editore: la Pierre Matisse Gallery, uno dei luoghi di culto di quella Manhattan, fondata dal figlio di Henri Matisse. Il libro sta nella sezione MONOGRAFIE, piuttosto varia, dalle prime degli anni Venti in tedesco e francese fino a quelle del dopoguerra, con ricche riproduzioni e studi approfonditi; la trentina di volumi – raccattati more solito dai cataloghi di tutto il mondo – ci permette di farci un’idea. 
 
E le Sacre Scritture? Come detto, le tavole per la Bibbia saranno esposte tra qualche settimana insieme alle Anime mortedi Gogol' a Palazzo Verbania di Luino: una tappa alla Kasa di Milano e una a Luino, il pubblico potrà vedere praticamente tutta l’opera di Chagall come illustratore.
Tuttavia, la riflessione attorno al testo sacro non si esaurisce in quelle tavole: prima e dopo, l'artista si esercita continuamente sui soggetti biblici nella loro molteplicità, tanto che il museo che si aprirà nel 1973 a Nizza grazie alle sue donazioni si chiamerà Message biblique – di cui raccontiamocon le relative pubblicazioni. Anche alla Kasa, diamo quindi conto di una piccola parte dei libri che rimandano alla riflessione sulla Bibbia: una gamma vastissima, che va dalle vetrate per la sinagoga dell’ospedale Hadassah di Gerusalemme, documentate nel catalogo di una mostra che si tiene a Parigi, fino ai pastelli preparatori delle tele più impegnative, pubblicati a Milano a fine anni ‘80; solo spunti, schizzi, appunti; eppure ogni volta c'è un aspetto nuovo, inedito, inatteso. E a volte, come nel caso dei Pastelli, i libri sono davvero sontuosi.

La mostra inaugura il 23 febbraio con una diretta social alle ore 18 insieme a Chiara Gatti


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