Rita Ackermann. Movements as Monuments
Dal 22 Giugno 2018 al 09 Settembre 2018
Milano
Luogo: Triennale di Milano
Indirizzo: viale Alemagna 6
Orari: Martedì - Domenica 10.30 - 20.30
Curatori: Gianni Jeter
Costo del biglietto: Intero 5 Euro, Ridotto 4 / 3 Euro. Biglietto unico per tutte le mostre 12 Euro
Telefono per informazioni: +39.02.724341
E-Mail info: info@triennale.org
Sito ufficiale: http://www.triennale.org/
La Triennale di Milano dedica una mostra all’artista ungherese che espone alcuni dei suoi lavori più affascinanti relativi alla serie di “dipinti a gesso”.
L’artista Rita Ackermann, naturalizzata a New York, elabora costantemente e instancabilmente il suo vocabolario artistico.
Ha iniziato recentemente a fondere astrazione e figurazione creando dipinti che oscillano fluidamente tra presenza e scomparsa. Tale strategia denota un nuovo sviluppo nel susseguirsi di cambiamenti radicali che la Ackermann ha introdotto nelle sue opere negli ultimi anni.
Per la Triennale di Milano espone alcuni dei suoi lavori più affascinanti relativi alla serie di “dipinti a gesso”, nella mostra più completa ad oggi, contenente diverse installazioni articolate in più parti come Aesthetic of Disappearance (2014), Meditation on Violence(2014), e Coronation and Massacre of Love (2017). La mostra è curata da Gianni Jetzer, curatore indipendente di New York, e Curator-at-Large presso l’Hirshhorn Museum di Washington DC. Nei dipinti a gesso che la Ackermann ha sviluppato dal 2014 il processo di accumulazione è contrapposto da una auto-eliminazione destabilizzante. Né assente né presente, la figura dipinta risiede in uno stato instabile. Piuttosto che abbandonare la figurazione per l’astrazione, l’artista invece punta a un’ambigua zona interstiziale, sfuocando letteralmente le linee che dividono l’una dall’altra. I dipinti, di dimensioni monumentali, sono basati tanto su un bouquet di arabeschi quanto sulla presenza di figure fantasma. La loro singolare composizione si espande oltre la cornice, in molti altri dipinti della stessa serie. Appesi a gruppi, i dipinti formano un ambiente simile a una cappella e diventano finestre su un mondo astratto, che contiene in modo sottile paesaggi abitati da figure umane.
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