Rossella Gilli. Architectural routes

Rossella Gilli. Medersa ben joussef, Marrakech, tecnica mista su tela, 150x130cm

 

Dal 08 Novembre 2012 al 18 Novembre 2012

Milano

Luogo: Basilica di Sant'Ambrogio

Indirizzo: piazza Sant' Ambrogio

Orari: tutti i giorni 15.30-19.30

Costo del biglietto: ingresso gratuito

Telefono per informazioni: +39 335 7295270

E-Mail info: studio.gilli@tiscali.it


Rossella Gilli: l’anatomia dello spirito di Alan Jones In un chiaro mattino d’autunno a Milano, un ricordo ci sovviene all’improvviso: le montagne. Ci sono montagne a nord, come se tra le nebbie invernali e la foschia estiva avessimo dimenticato questo fatto, e ce lo fossimo ricordati solamente risvegliandoci da un sogno, come è accaduto ad Henri Michaux risvegliatosi dopo aver sognato un lago dietro al Teatro dell’Opera di Parigi. Ora le montagne spiccano in tutta la loro superbia, robusta ma sinuosa, come gli sfondi alpini nei dipinti di Leonardo da Vinci, in cui il contorno di queste stesse montagne fa la sua comparsa come una firma ieratica inscritta nell’orizzonte da ovest a est, quasi come una sorta di stelo geologico araldico. è stato John Ruskin ad aver sottolineato che in nessun caso Dante si accontenta di parole di significato generale per identificare la roccia, o la pietra; a prima vista Ruskin sembra pedante fino a quando vediamo come si diverte ad enumerare in modo metodico gli ottantasette significanti distinti e specifici usati nella Divina Commedia per la descrizione della pietra. Dante, geologo. Tali precisioni non sono solo la base di tutta la scienza, ma anche di tutta l’arte. Rossella Gilli ha scelto fin dall’inizio un percorso, consapevole del fatto che sarebbe stato lungo, uno di quelli che richiedono pazienza e dedizione, in un’epoca in cui la soddisfazione immediata è riuscita a trionfare su tutto tranne che sulla disciplina artistica. Il percorso scelto non era particolarmente ostacolato, e ancor meno lo è oggi; ignorando le facili soddisfazioni del conformismo, Rossella Gilli è salita passo dopo passo, di stazione in stazione, lungo l’arduo pendìo verso il quale l’ambizione ad una vera eccellenza deve elevare il suo sguardo. 

Lo stesso hanno fatto tutti i pellegrini delle arti in tempi ormai passati. Questa ripida vetta può essere meno frequentata oggi, ma - per ora – nessuno ha segnalato di aver visto un eliporto installato sul Monte Parnaso. La terra è una danza, e i bio-ritmi del corpo umano sono sincronizzati con quelli del mondo vivente. Non è allora un caso che Rossella Gilli fin dall’inizio ha basato la sua ricerca sul disegno e sull’alchimia dello specchio-immagine, ossia la riproduzione stampata a mano. Il suo grande maestro a Firenze Nera Simi, figlia del pittore macchiaiolo Filadelfo Simi, chiese ai suoi studenti di non dipingere per un periodo di dieci anni in cui avrebbero disegnato solamente nudi e ritratti. Questo perché mentre oggi pianisti e ballerine esordienti devono ancora vivere con il rigore di un centinaio di anni fa, vediamo come invece non c’è nulla di più facile che laurearsi presso una qualsiasi accademia d’arte in questo progredito mondo, senza aver mai nemmeno preso in mano un carboncino. Rossella Gilli, nella sua dedizione al disegno, ha infatti tracciato il suo percorso proprio in vasti terreni abbandonati trovandoli fertili e altamente abitabili. Come si è detto, lo studio della storia cambia la storia. Lo stesso effetto ha avuto il coinvolgimento di Rossella Gilli con il disegno il quale l’ha portata alla creazione di una galleria a Milano in Via del Gesù - dedicata a questa grande disciplina – fin da subito frequentata da luminari come Federico Zeri, Dennis Mahon, e molti altri. Si parla tanto dello shock del Nuovo, ma troppo spesso ci si dimentica dello stupore del Vecchio. Quest’ultimo ha richiesto ad un adolescente francese di uscire delle periferie di Parigi, poco dopo la Grande Guerra, e di dichiarare: “Perché continuare a tentare di impressionare la borghesia, quando sarebbe molto più divertente impressionare l’avanguardia?” Oggi, dopo quasi cento anni, l’industria dell’Arte Contemporanea si ostina ad ignorare ancora questi pensieri più radicali. Nonostante questo clima Rossella Gilli, incurante delle tendenze artistiche della moda, ha iniziato, ed è ancora fedele, a dedicarsi alla linea, la linea che arriva fino a noi dalla più lontana antichità. Questa linea scorre come la corrente di un venerato fiume che può precipitare nell’oscurità sotterranea per poi riemergere più avanti. Coloro che sostengono la prospettiva scientifica devono essere avvisati: è difficile evitare immediatamente l’anziana zingara chiromante quando chiama da una porta e si offre di leggere il nostro destino, con una carezza indesiderata sul palmo della mano: perché nel momento in cui le linee devono esser lette, ci troviamo in contatto con una “letteratura delle linee” molto più vecchia di Euclide. 

Infatti il percorso della linea si snoda attraverso millenni, di ampliamento e restrizione, formandosi in razionali paralleli, o ribellandosi in arabeschi stravaganti come nel fumo vorticoso di incenso bizantino. Il percussionismo invece è un concetto molto frainteso: lo studio della linea pulsa con il battito cardiaco e con il rullo di tamburi per tutto il suo viaggio. Facciamo un grande errore quando concepiamo le percussioni, come quando separiamo in diversi segmenti il corpo di un serpente dalla sua testa e dalla coda. In effetti troviamo i palpiti impulso-percussivi tanto durante le composizioni di Chopin quanto nell’opera di Stravinskij: è la manifestazione irrefrenabile della forza vitale, universale ed eterna e i saggi riconoscono la sua risonanza nel tuono come nel fulmine; l’affinità tra creazione e distruzione, raffinatezza e brutalità: la danza di Shiva. Non ci dovrebbe essere alcuna sorpresa nel fatto che la formulazione chiaroscuro, per la prima volta espressa in lingua italiana, ha iniziato ad essere utilizzata, parlando d’arte, nelle lingue appartenenti a terre lontane dalla Toscana. Non vi è alcun motivo di chiedersi perché i giornali sono stampati nero su bianco, quando ci ricordiamo che il fumo ha già reso oscure le pareti delle grotte di Lascaux molto tempo fa. Ogni giovane pellegrino che si avventura verso l’altare delle arti deve raccogliere ancora una volta il coraggio che solo l’innocenza può infondere, al fine di pretendere sfrontatamente la sua partecipazione alla danza da cui si dipana la cerimonia del cosmo. Rossella Gilli è arrivata proprio in quel dominio, apparentemente senza sforzo, che solamente la lunga disciplina e lo studio possono raggiungere. Pochi, in questi nostri tempi confusi e promiscui, hanno seguito questa strada ripida e, molti sono persino rimasti all’oscuro della sua mera esistenza, mentre una miriade di pretendenti alla trasgressiva corona di effimera latta sono, nella loro ignoranza, rimasti inconsapevoli delle cime delle montagne che si stagliano lontane sopra le loro teste. Rossella Gilli sfida la sua ispirazione attraverso la sua arte, i suoi ideali attraverso i suoi mezzi e, in questo lei è una delle poche che oggi persegue fedelmente l’ideale neo-platonico rinascimentale, in cui le credenze volano di fronte al nichilismo che ha oscurato la maggior parte dei nostri ultimi decenni e, a causa dell’invidia, ha cercato di cancellare la bellezza e l’ispirazione divina del genere umano. Milioni di persone sono morte e migliaia ne muoiono ogni giorno perchè prive della saggezza fin troppo semplice che sta alla base di questa ricerca. 
Alan Jones Venezia, 2012 

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