Tecnica mista: Come è fatta l’arte nel Novecento
 
										 
										
										
																		
																																												Rondinone, Once upon a time, 2003, Museo del Novecento, Milano
											
										
										Rondinone, Once upon a time, 2003, Museo del Novecento, Milano
Dal 29 March 2012 al 9 September 2012
Milano
Luogo: Museo del Novecento
Indirizzo: Piazza Duomo
Orari: lun. 14.30-19.30; . mer. ven. e dom. 9.30-19.30; gio. e sab. 9.30-22.30
Curatori: Marina Pugliese
Costo del biglietto: intero euro 5; ridotto euro 3
Telefono per informazioni: +39 02 88444061
E-Mail info: c.museo900@comune.milano.it
Sito ufficiale: http://www.museodelnovecento.org
								
								Tecnica mista è una generica definizione che si trova spesso nelle didascalie per indicare l’uso di più materiali e tecniche, in un’unica opera. 
Gli enormi cambiamenti dell’arte del Novecento non sono stati solo formali - come la scomposizione dell’immagine e l’astrazione - ma anche tecnici. L’utilizzo di materiali sperimentali o di uso comune, oltre a quelli tradizionali, ha esteso le possibilità espressive, ma, al contempo, ha reso le opere molto più complesse tecnicamente e fragili da conservare.
Su un versante opposto, di tipo concettuale, gli artisti hanno cercato di eliminare la materia dall’opera, scegliendo la strada altrettanto complessa della dematerializzazione e del vuoto.
Questa mostra propone di gettare lo sguardo dietro le quinte dell’arte del Novecento per capire come e perché gli artisti hanno inventato nuove tecniche, come il collage, l’assemblaggio e il fotomontaggio, o utilizzato nuove classi di materiali, o di dispositivi, come la plastica e il video.
Nel Novecento l’arte tende a sconfinare con discipline quali la musica, il teatro e la danza per creare situazioni che non prevedono semplicemente la costruzione di un’opera, ma anche la costruzione di relazioni innovative con il pubblico e lo spazio espositivo. In questa mostra trovano quindi spazio anche la performance, l’uso del suono in arte e l’installazione, la tipologia di opera più rappresentativa della contemporaneità, grazie alle dimensioni ambientali, all’uso di materiali diversi e media e, soprattutto, al coinvolgimento dello spettatore.
La mostra offre l’occasione per esporre opere del patrimonio del Museo del Novecento poco note, come il Sicofoil di Carla Accardi, appena restaurate come Coma di Alexander Brodsky, nuove donazioni come la Scultura da prendere a calci di Gabriele De Vecchi e le opere di Andrea Mastrovito e Marta dell’Angelo o appena acquisite come la Foresta di Gino Marotta. Questo a testimoniare la fervente attività di un museo aperto al pubblico da appena un anno.
La mostra riprende i temi contenuti in “Tecnica mista”, un testo scritto da Marina Pugliese, attuale direttrice del Museo del Novecento, e pubblicato nel 2006 da Bruno Mondadori. Il volume che negli anni passati ha costituito un valido strumento di studio di molte delle opere attualmente esposte in museo, in occasione della mostra viene ripubblicato dalla stessa casa editrice, andando così a costituire una sorta di catalogo per i visitatori. Alcuni rimandi sistemati lungo il percorso espositivo della mostra, offriranno la possibilità di estendere la ricerca sulla tecniche, anche a tutto il patrimonio ospitato nel museo.
Durante il periodo di apertura della mostra, ai visitatori più giovani, tra i 5 e i 10 anni si offrirà la possibilità di acquistare una breve pubblicazione che, attraverso semplici attività, li aiuterà a comprendere e ad avvicinarsi alle tecniche illustrate e alle opere esposte, Durante la settimana, per i bambini e i ragazzi delle scuole e il sabato e la domenica per le famiglie, Civita, come di consueto, organizza laboratori didattici sui temi della mostra.
							
							Gli enormi cambiamenti dell’arte del Novecento non sono stati solo formali - come la scomposizione dell’immagine e l’astrazione - ma anche tecnici. L’utilizzo di materiali sperimentali o di uso comune, oltre a quelli tradizionali, ha esteso le possibilità espressive, ma, al contempo, ha reso le opere molto più complesse tecnicamente e fragili da conservare.
Su un versante opposto, di tipo concettuale, gli artisti hanno cercato di eliminare la materia dall’opera, scegliendo la strada altrettanto complessa della dematerializzazione e del vuoto.
Questa mostra propone di gettare lo sguardo dietro le quinte dell’arte del Novecento per capire come e perché gli artisti hanno inventato nuove tecniche, come il collage, l’assemblaggio e il fotomontaggio, o utilizzato nuove classi di materiali, o di dispositivi, come la plastica e il video.
Nel Novecento l’arte tende a sconfinare con discipline quali la musica, il teatro e la danza per creare situazioni che non prevedono semplicemente la costruzione di un’opera, ma anche la costruzione di relazioni innovative con il pubblico e lo spazio espositivo. In questa mostra trovano quindi spazio anche la performance, l’uso del suono in arte e l’installazione, la tipologia di opera più rappresentativa della contemporaneità, grazie alle dimensioni ambientali, all’uso di materiali diversi e media e, soprattutto, al coinvolgimento dello spettatore.
La mostra offre l’occasione per esporre opere del patrimonio del Museo del Novecento poco note, come il Sicofoil di Carla Accardi, appena restaurate come Coma di Alexander Brodsky, nuove donazioni come la Scultura da prendere a calci di Gabriele De Vecchi e le opere di Andrea Mastrovito e Marta dell’Angelo o appena acquisite come la Foresta di Gino Marotta. Questo a testimoniare la fervente attività di un museo aperto al pubblico da appena un anno.
La mostra riprende i temi contenuti in “Tecnica mista”, un testo scritto da Marina Pugliese, attuale direttrice del Museo del Novecento, e pubblicato nel 2006 da Bruno Mondadori. Il volume che negli anni passati ha costituito un valido strumento di studio di molte delle opere attualmente esposte in museo, in occasione della mostra viene ripubblicato dalla stessa casa editrice, andando così a costituire una sorta di catalogo per i visitatori. Alcuni rimandi sistemati lungo il percorso espositivo della mostra, offriranno la possibilità di estendere la ricerca sulla tecniche, anche a tutto il patrimonio ospitato nel museo.
Durante il periodo di apertura della mostra, ai visitatori più giovani, tra i 5 e i 10 anni si offrirà la possibilità di acquistare una breve pubblicazione che, attraverso semplici attività, li aiuterà a comprendere e ad avvicinarsi alle tecniche illustrate e alle opere esposte, Durante la settimana, per i bambini e i ragazzi delle scuole e il sabato e la domenica per le famiglie, Civita, come di consueto, organizza laboratori didattici sui temi della mostra.
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