Pietro Lista. In controluce

Pietro Lista, Autoritratto, 2006. Collezione privata I Ph. Marilena Abate
Dal 15 September 2025 al 17 November 2025
Napoli
Luogo: Museo Madre
Indirizzo: Via Luigi Settembrini 79
Orari: 10.00 – 19.30. Domenica 10.00 – 20.00 Martedì chiuso
Curatori: Renata Caragliano
Telefono per informazioni: +39 081 19528498
E-Mail info: info@madrenapoli.it
Sito ufficiale: http://www.madrenapoli.it
La Fondazione Donnaregina per le arti contemporanee – museo Madre inaugura lunedì 15 settembre la mostra In controluce di Pietro Lista, a cura di Renata Caragliano, che documenta cinquant’anni di carrieradell’artista umbro di nascita (Castiglione del Lago, 1941), che dal 1954 vive e lavora in Campania.
L’inaugurazione della mostra, dalle ore 18 alle ore 21, sarà introdotta da Angela Tecce, Presidente della Fondazione Donnaregina per le arti contemporanee ed Eva Fabbris, Direttrice del museo Madre, insieme alla curatrice e all’artista, con la conclusione di Vincenzo De Luca, Presidente Regione Campania.
Il progetto espositivo, frutto di due anni di ricerche realizzate in stretta collaborazione con l’artista e il suo archivio, è organizzato in cinque sezioni tematiche che si soffermano su alcune modalità del lavoro di Pietro Lista, sul suo modo di creare connessioni e relazioni di senso sempre nuove e imprevedibili tra le proprie opere, costruendo così un personalissimo universo creativo. L’esposizione rientra fra le mostre proposte dal museo Madre il cui principale obiettivo è la creazione di un archivio dell’arte contemporanea del sud Italia, in cui le opere di artisti italiani e internazionali possano dialogare in un confronto ricco e fecondo di esperienze diverse e complementari, ed essere la base per ulteriori azioni di valorizzazione.
Oltre cinquanta le opere di Lista in mostra, esposte fino al 17 novembre 2025 – da quelle storiche, a partire dalla seconda metà degli anni Sessanta, sia recenti e spesso inedite - che documentano la produzione dell’artista contraddistinta da una grande varietà di temi e dalla continua sperimentazione di tecniche e materiali che spaziano dall’uso della pittura, disegno, scultura, incisione e anche da performance.
Ciascuna delle cinque sezioni della mostra, allestite in sette sale al secondo piano del museo, prende in considerazione alcuni degli aspetti della sua produzione che ricorrono e coesistono in tempi diversi a partire dai lavori e dalle azioni performative incentrate sulla “Luce”, una fonte che accende e spegne continuamente l’energia creativa dell’artista. Il buio spezzato da lampi di luce è uno dei motivi portanti nel lavoro di Pietro Lista, che afferma: “Ho lavorato soprattutto sulla luce negli anni Sessanta. Non mi muovevo nell’ambito delle ricerche visuali e cinetiche ma mi interessava la luce come possibilità di esplorazione virtuale degli spazi. Tutto ciò che si vede è uno scherzo della luce. La luce rimbalza negli occhi, la luce proietta ombre, crea profondità, forme, colori. Spegni la luce ed è tutto finito.”
Altro tema ricorrente nella sua ricerca sono le “Nuvole”, un elemento raccolto nella serie-manifesto “Cielitudine”. La sua attrazione per il cielo, un cielo pop solcato da nuvole, è una sorta di manifesto poetico perché, come la sua pittura, è continuamente mutevole e obbliga lo sguardo in alto. Per la sua inconsistenza, la nuvola mette in discussione la solidità, la permanenza, l’identità che definiscono la forma visibile e quella intelligibile.
Una porta semiaperta da cui filtra una scheggia di luce introduce e conduce ad i grandi oli su tela o su carta di Pietro Lista, un ciclo di opere a partire dagli inizi di questo millennio caratterizzati dall'uso di un unico colore, il “Nero di Marte”, il cui nome trae origine dal ruolo della divinità e dall'influenza del pianeta Marte nella preparazione del ferro secondo la tradizione propria degli alchimisti, cui appartiene un profondo senso mistico e religioso.
Un autoritratto dell’artista introduce alla sezione dei “Corpi acefali”, una serie di dipinti che rappresentano corpi senza organi, dove l’immagine-figura in bianco e nero è quasi la controparte di sé stesso ma senza occhi, naso, bocca. L’arte fa perdere “la testa” a volte, ma poi può capitare il contrario e di ritrovarla. L’autoritratto si è ritratto da sé stesso e dal proprio corpo, lasciando solo la testa. Così Pietro Lista nella serie di lavori “La testa “ritrovata” dell’artista” ha sostituito l’apparire allo sparire e viceversa, offrendo in questo caso, in un primo piano ravvicinato, non più un corpo acefalo, ma solo la sua testa che ne è la cuspide, in una serie di autoritratti realizzati a china su carta, disegni in bianco e nero, che oscillano ancora una volta tra il buio e la luce e viceversa.
Dall’esposizione emerge, attraverso materiale documentario (foto, inviti, cataloghi), la persistente ricerca di Lista nel dare forma al suo pensiero di fronte a nuovi interrogativi, che lo ha portato anche a farsi animatore e promotore di spazi per l’arte in Campania, come la galleria “Taide spazio per” aperta nella prima metà degli anni Settanta a Mercato San Severino, per poi spostarsi a Salerno, accompagnata negli anni Ottanta dalla pubblicazione di una rivista omonima. Nel 1993 fonda a Paestum il MMMAC-Museo Materiali Minimi d’Arte Contemporanea mentre nel 2010 apre la galleria Cobbler, Spazio per l’arte contemporanea a Cava de’ Tirreni (dove vive e lavora).
La mostra al museo Madre offre “In controluce” anche uno sguardo sulle opere di arte pubblica realizzate da Pietro Lista nel corso della sua carriera, attraverso una documentazione di foto d’archivio e un video. La mostra sarà accompagnata dal catalogo.
L’inaugurazione della mostra, dalle ore 18 alle ore 21, sarà introdotta da Angela Tecce, Presidente della Fondazione Donnaregina per le arti contemporanee ed Eva Fabbris, Direttrice del museo Madre, insieme alla curatrice e all’artista, con la conclusione di Vincenzo De Luca, Presidente Regione Campania.
Il progetto espositivo, frutto di due anni di ricerche realizzate in stretta collaborazione con l’artista e il suo archivio, è organizzato in cinque sezioni tematiche che si soffermano su alcune modalità del lavoro di Pietro Lista, sul suo modo di creare connessioni e relazioni di senso sempre nuove e imprevedibili tra le proprie opere, costruendo così un personalissimo universo creativo. L’esposizione rientra fra le mostre proposte dal museo Madre il cui principale obiettivo è la creazione di un archivio dell’arte contemporanea del sud Italia, in cui le opere di artisti italiani e internazionali possano dialogare in un confronto ricco e fecondo di esperienze diverse e complementari, ed essere la base per ulteriori azioni di valorizzazione.
Oltre cinquanta le opere di Lista in mostra, esposte fino al 17 novembre 2025 – da quelle storiche, a partire dalla seconda metà degli anni Sessanta, sia recenti e spesso inedite - che documentano la produzione dell’artista contraddistinta da una grande varietà di temi e dalla continua sperimentazione di tecniche e materiali che spaziano dall’uso della pittura, disegno, scultura, incisione e anche da performance.
Ciascuna delle cinque sezioni della mostra, allestite in sette sale al secondo piano del museo, prende in considerazione alcuni degli aspetti della sua produzione che ricorrono e coesistono in tempi diversi a partire dai lavori e dalle azioni performative incentrate sulla “Luce”, una fonte che accende e spegne continuamente l’energia creativa dell’artista. Il buio spezzato da lampi di luce è uno dei motivi portanti nel lavoro di Pietro Lista, che afferma: “Ho lavorato soprattutto sulla luce negli anni Sessanta. Non mi muovevo nell’ambito delle ricerche visuali e cinetiche ma mi interessava la luce come possibilità di esplorazione virtuale degli spazi. Tutto ciò che si vede è uno scherzo della luce. La luce rimbalza negli occhi, la luce proietta ombre, crea profondità, forme, colori. Spegni la luce ed è tutto finito.”
Altro tema ricorrente nella sua ricerca sono le “Nuvole”, un elemento raccolto nella serie-manifesto “Cielitudine”. La sua attrazione per il cielo, un cielo pop solcato da nuvole, è una sorta di manifesto poetico perché, come la sua pittura, è continuamente mutevole e obbliga lo sguardo in alto. Per la sua inconsistenza, la nuvola mette in discussione la solidità, la permanenza, l’identità che definiscono la forma visibile e quella intelligibile.
Una porta semiaperta da cui filtra una scheggia di luce introduce e conduce ad i grandi oli su tela o su carta di Pietro Lista, un ciclo di opere a partire dagli inizi di questo millennio caratterizzati dall'uso di un unico colore, il “Nero di Marte”, il cui nome trae origine dal ruolo della divinità e dall'influenza del pianeta Marte nella preparazione del ferro secondo la tradizione propria degli alchimisti, cui appartiene un profondo senso mistico e religioso.
Un autoritratto dell’artista introduce alla sezione dei “Corpi acefali”, una serie di dipinti che rappresentano corpi senza organi, dove l’immagine-figura in bianco e nero è quasi la controparte di sé stesso ma senza occhi, naso, bocca. L’arte fa perdere “la testa” a volte, ma poi può capitare il contrario e di ritrovarla. L’autoritratto si è ritratto da sé stesso e dal proprio corpo, lasciando solo la testa. Così Pietro Lista nella serie di lavori “La testa “ritrovata” dell’artista” ha sostituito l’apparire allo sparire e viceversa, offrendo in questo caso, in un primo piano ravvicinato, non più un corpo acefalo, ma solo la sua testa che ne è la cuspide, in una serie di autoritratti realizzati a china su carta, disegni in bianco e nero, che oscillano ancora una volta tra il buio e la luce e viceversa.
Dall’esposizione emerge, attraverso materiale documentario (foto, inviti, cataloghi), la persistente ricerca di Lista nel dare forma al suo pensiero di fronte a nuovi interrogativi, che lo ha portato anche a farsi animatore e promotore di spazi per l’arte in Campania, come la galleria “Taide spazio per” aperta nella prima metà degli anni Settanta a Mercato San Severino, per poi spostarsi a Salerno, accompagnata negli anni Ottanta dalla pubblicazione di una rivista omonima. Nel 1993 fonda a Paestum il MMMAC-Museo Materiali Minimi d’Arte Contemporanea mentre nel 2010 apre la galleria Cobbler, Spazio per l’arte contemporanea a Cava de’ Tirreni (dove vive e lavora).
La mostra al museo Madre offre “In controluce” anche uno sguardo sulle opere di arte pubblica realizzate da Pietro Lista nel corso della sua carriera, attraverso una documentazione di foto d’archivio e un video. La mostra sarà accompagnata dal catalogo.
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