La Voce e il Miracolo. Espressioni del contemporaneo

Americo Mazzotta, Il Quotidiano, olio su tela, 60x91 cm.

 

Dal 28 Agosto 2020 al 01 Novembre 2020

Padova

Luogo: Basilica di S. Antonio

Indirizzo: piazza del Santo 11

Orari: 9-13 / 14-18. Lunedì chiuso

Curatori: Maria Gloria Riva

Enti promotori:

  • Patrocinio di
  • Regione del Veneto
  • Comune di Padova
  • Pontificia basilica di S. Antonio



«È possibile oggi rappresentare la santità? È forse l’arte a uscirne sconfitta? L’artista partecipa alla stessa santità?».  È a questo interrogativo del poeta e scrittore Davide Rondoni che tenta di dare risposta la mostra “La Voce e il Miracolo - espressioni del contemporaneo”, curata da Maria Gloria Riva e organizzata dall’Associazione culturale artistica “Di.Segno”, che si terrà dal 28 agosto al 1 novembre nelle salette adiacenti al Museo Antoniano della Basilica di S. Antonio a Padova.
Nella ricorrenza degli 800 anni di san Francesco d’Assisi in Terrasanta e dell’ingresso nell’Ordine francescano di sant’Antonioventisette artisti italiani, alcuni di caratura internazionale, sono stati chiamati a ripensare, attraverso il linguaggio dell’arte contemporanea, queste due figure cardine della Cristianità. In particolare, la predicazione e i miracoli di sant’Antonio, che se furono determinanti per la vita ecclesiale e sociale del loro tempo, oggi ancora interrogano sul limite delle ideologie. 
«In questa esposizione – introduce Giovanna Baldissin Molli, Presidente della Veneranda Arca di S. Antonio - gli artisti dell’oggi reiterano le tradizionali tecniche dell’arte visiva italiana, pittura soprattutto, ma anche scultura per via di mettere e di levare, per esprimere e dar forma alla percezione di sant’Antonio nella nostra contemporaneità».
 
«Una figura di santo, quella di Antonio, a due dimensioni - sottolinea Fabio Scarsato, Direttore editoriale del “Messaggero di sant’Antonio” - che può essere definito da questa circolarità umana: dall’eremo alla folla, e di nuovo dalla folla all’eremo, dal silenzio alla parola, e dalla parola al silenzio. È l’eterna polarità o meglio il dilemma, tutto sanfrancescano, tra azione e contemplazione».
La mostra si muove in uno “spazio liquido” collocato tra due estremi.
«La sua voce - scrive Giulio Zennaro dell’Associazione Di.Segno-  divenne vocazione per riaffermare corpo e natura come strade maestre del progetto originario di Dio, in quanto degne creature uscite dalle Sue mani. Il miracolo era la documentazione della sua voce evangelizzatrice: le sue parole erano costantemente tradotte in avvenimento dal miracolo»
«La figura di Antonio ha fatto breccia nel cuore di molti. Non c’è angolo dell’America latina ove non si trovi la sua statua, non ci sono paesi o città senza una chiesa o una cappella a lui dedicata. – racconta la curatrice Maria Gloria Riva, Ispettore Onorario nel settore dei beni materiali e immateriali della Liturgia Cristiana delle Diocesi di Rimini e San Marino-Montefeltro– Antonio è un santo amato, popolare, di cui ognuno di noi ha un ricordo legato all’infanzia.  Secoli di storia hanno cristallizzato la sua figura dietro a miriadi d’immagini, a volte sdolcinate, altre volte possenti. I ventisette artisti si sono messi in gioco, hanno indagato, letto, pregato il Santo e ne è nato un florilegio di opere interessanti il cui filo conduttore è la voce e il miracolo, titolo stesso della mostra».
 
Impressiona il volto possente ed estatico di Paolo Baioni, un’installazione che rilegge, appunto, il volto del Santo nei volti di chi l’ha pregato. Le porte di quel Cielo si aprono, invece nell’opera di Marina Bondanelli. Sollevato in alto, sopra un albero che è luogo di predicazione, ma anche rimando alla croce, albero di vita, è l’Antonio in terracotta di Maurizio FrisinghelliPaola Ceccarelli fonde, invece le onde del mare, dalle quali affiorano i pesci, con le onde sonore della voce di Antonio. Per Oriana Sartore la voce di sant’Antonio emerge, invece, come dal fondo del tempo nell’esperienza di chi lo ha ascoltato. Una Historia scritta col fuoco nel colore del mattone la regala Antonella Calò, dodici pietre, come le pietre del biblico altare, che raccontano il Santo Taumaturgo e predicatore. Cristina Guidi rivisita il ritratto del Santo alla luce del suo peregrinare, mentre Giuseppe d’Angelo coglie sant’Antonio tutto compreso dal suo mistero, in una meditazione sulla croce che, prima di essere scritta nel suo abito, è incisa nel suo cuore. Niccolò Niccolai restituisce l’incontro fra i due Santi: Francesco e Antonio a confronto, uno si specchia nell’altro, il saio è sollevato per agevolare il lungo cammino della loro adesione a Cristo.
 
Il rapporto tra il Santo e l’Eucaristia è stato al centro dell’interesse di molti degli artisti. Laura Fiori ci nega la presenza del Santo, lasciandoci guardare solo ciò di cui sant’Antonio si nutriva: pane, vino e noci. Una pittura essenziale e vellutata come i dipinti del periodo blu di Picasso è l’Antonio di Giuseppe Amorin Esposito, struggente nella solitudine di quell’ora azzurra come il picassiano pasto. La desolazione del Santo per la durezza di cuore degli uomini è fotografata anche nell’acrilico di Giovanna Gobbi dove i pesci, che affiorano in un mare stupendo, sembrano condividere i sentimenti di Antonio. Il Santo così come lo conosciamo, il Santo delle collezioni di antichi santini, ritorna nel rame a sbalzo di Caterina Gianuizzi e nell’acrilico di Silvia Gentilini dove sono i volti dei fedeli, quasi ex voto, a rievocarne la presenza.
 
Il naufragio del Santo viene narrato dalla suggestiva tempesta di Marco Roncari, fino alle ricerche pittoriche più sperimentali come quelle dei due giovani artisti Gemma Antonio Mazzotti. 

La mostra chiude con uno sguardo ai luoghi di Antonio: un luogo mistico per Angela d’Ospina; un luogo fisico e reale per Cleofe Ferrari, la quale ritrova pienamente sant’Antonio nei profili della Basilica a lui dedicata. Un luogo famigliare e quotidiano per Americo Mazzotta che, restituendoci l’atmosfera sospesa di certi interni di Edward Hopper, ci introduce con maestria e grazia dentro la casa di due devoti.
 
La mostra “La Voce e il Miracolo - espressioni del contemporaneo” è organizzata dall’Associazione culturale artistica “Di.Segno”, in collaborazione con Veneranda Arca di S. Antonio e Edizioni Messaggero Padova.
Gode del patrocinio della Regione del Veneto, del Comune di Padova e della Pontificia basilica di S. Antonio. 
È realizzata con il contributo di Italy Hotel ResortMaschio Gaspardo S.p.a. e Centro Medico Valentini.
 
Vernice, venerdì 28 agosto, ore 17.00, Sala San Bonaventura, Chiostro del Beato Luca Belludi

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