Gabriella Benedini. Un Viaggio
Dal 26 Marzo 2022 al 16 Luglio 2022
Ravenna
Luogo: Fondazione Sabe per l’arte
Indirizzo: Via Giovanni Pascoli 31
Orari: giovedì, venerdì e sabato 16-19
Curatori: Francesco Tedeschi
Costo del biglietto: Ingresso libero con certificazione verde Covid-19 rafforzata e mascherina
E-Mail info: info@sabeperlarte.org
Sito ufficiale: http://www.sabeperlarte.org
Sabato 26 marzo 2022 alle ore 11, la Fondazione Sabe per l’arte presenta il suo secondo evento espositivo, la mostra personale dell’artista Gabriella Benedini (Cremona, 1932) dal titolo Un viaggio, a cura di Francesco Tedeschi. Lo spazio espositivo, inaugurato lo scorso novembre a pochi passi dal MAR - Museo d'Arte di Ravenna, intende porsi quale punto di riferimento per la promozione e la diffusione dell’arte contemporanea, con una particolare attenzione alla scultura.
La mostra, che proseguirà fino al 16 luglio 2022, riprende un filone del lavoro di Gabriella Benedini incentrato su alcune opere realizzate tra il 2005 e il 2007 e reinterpretate per l’occasione con nuove integrazioni ed elaborazioni. Il focus centrale è dedicato a lavori che rimandano ai viaggi compiuti negli anni Settanta, in luoghi che hanno costituito per l’artista dei serbatoi di memorie e di emozioni, in particolare l’Iraq, l’Afghanistan e alcuni territori dell’Asia. Riemersi a distanza di tempo nel suo immaginario, hanno dato vita alle “Mappe” e alle sculture in cui si sovrappongono riferimenti agli strumenti di misurazione e manifestazione sonora quali le “Arpe”, da lei create tra gli anni Novanta e i primi Duemila e ora oggetto di rivisitazione per effetto della presenza di ulteriori elementi narrativi. In dialogo diretto con queste ultime si aggiungono le “Vele”, simboli di una navigazione in atto.
La metafora del viaggio è la chiave narrativa che connette le varie parti di un percorso che vuole avere i tratti di un’installazione unitaria, anche se è costituita da parti o episodi distinti. La mostra presenta alcuni lavori di carattere ambientale, dove alle “Arpe” si affiancano parti di relitti marini, ai quali parallelamente l’artista affida la memoria di viaggi compiuti nel tempo e nello spazio, e alcuni lavori a parete, tra i quali alcune delle maggiori “Mappe”, nelle quali forme e colori estremamente ridotti riportano le tracce di luoghi dimenticati nelle pieghe della storia. Un lavoro implicitamente “archeologico”, che rivela però il suo interesse anche in relazione al modo in cui quella parte del mondo quasi trascurata, apparentemente, negli equilibri mondiali del Novecento e nelle più immediate destinazioni di viaggio, è tornata ad avere una sua prepotente evidenza da alcuni decenni.
La mostra, idealmente e concretamente, si ricollega alla mostra precedente di Fonazione Sabe per l’arte, la personale di Mirella Saluzzo inaugurata lo scorso novembre, attraverso la presenza di alcuni lavori di quest’ultima, che rivelano corrispondenze con immagini di un viaggio proiettato in un altrove imprecisato. Le suggestioni evocate da lavori come Voyager ed Explorer contengono la volontà di ricordare la tensione all’esplorazione che accompagna ogni atto umano, tra cui quello generativo artistico riveste una peculiare capacità di sintesi.
Il progetto espositivo, a cura di Francesco Tedeschi, è completato da un catalogo edito da Danilo Montanari e sarà arricchito da alcuni incontri che coinvolgono studiosi, quali Franco Farinelli e Raffaele Milani, provenienti da diversi ambiti disciplinari.
Gabriella Benedini (Cremona, 1932) si diploma all’Istituto Paolo Toschi di Parma e poi frequenta alcuni corsi dell’Accademia di Belle Arti di Brera sotto la guida di Pompeo Borra. Dopo un determinante soggiorno a Parigi dalla fine del 1957 al 1960, dove si svolgono le sue prime esposizioni, sceglie di stabilirsi a Milano e grazie all’amico Bepi Romagnoni entra in contatto con la Galleria Bergamini, che ospita nel maggio 1962 la sua prima personale, cui ne seguono altre negli anni successivi. Ama la letteratura, la poesia soprattutto, che alimenta la sua costante ricerca, e i viaggi, esperienze fondamentali e ben poco convenzionali per mete e modalità. Attenta a quanto avviene attorno a sé, percorre sempre un cammino indipendente, senza identificarsi in gruppi e movimenti che avvicina solo per brevi periodi. Riceve numerosi riconoscimenti, tra cui nel 1966 il premio all’XI Concorso Nazionale di Pittura Premio Ramazzotti e nel 2009 quello per un progetto di riqualificazione nell’ambito di Scultura nella città. Progetti per Milano. Moltissime le rassegne che documentano la sua instancabile attività e l’urgenza di esprimere il suo ricco mondo interiore. Partecipa a importanti manifestazioni come la Biennale di Venezia e la Quadriennale di Roma. Nel 2022 il suo lavoro è parte della collettiva Astratte. Donne e astrazione in Italia 1930-2000, a cura di Elena Di Raddo, alla Villa Olmo di Como.
La mostra, che proseguirà fino al 16 luglio 2022, riprende un filone del lavoro di Gabriella Benedini incentrato su alcune opere realizzate tra il 2005 e il 2007 e reinterpretate per l’occasione con nuove integrazioni ed elaborazioni. Il focus centrale è dedicato a lavori che rimandano ai viaggi compiuti negli anni Settanta, in luoghi che hanno costituito per l’artista dei serbatoi di memorie e di emozioni, in particolare l’Iraq, l’Afghanistan e alcuni territori dell’Asia. Riemersi a distanza di tempo nel suo immaginario, hanno dato vita alle “Mappe” e alle sculture in cui si sovrappongono riferimenti agli strumenti di misurazione e manifestazione sonora quali le “Arpe”, da lei create tra gli anni Novanta e i primi Duemila e ora oggetto di rivisitazione per effetto della presenza di ulteriori elementi narrativi. In dialogo diretto con queste ultime si aggiungono le “Vele”, simboli di una navigazione in atto.
La metafora del viaggio è la chiave narrativa che connette le varie parti di un percorso che vuole avere i tratti di un’installazione unitaria, anche se è costituita da parti o episodi distinti. La mostra presenta alcuni lavori di carattere ambientale, dove alle “Arpe” si affiancano parti di relitti marini, ai quali parallelamente l’artista affida la memoria di viaggi compiuti nel tempo e nello spazio, e alcuni lavori a parete, tra i quali alcune delle maggiori “Mappe”, nelle quali forme e colori estremamente ridotti riportano le tracce di luoghi dimenticati nelle pieghe della storia. Un lavoro implicitamente “archeologico”, che rivela però il suo interesse anche in relazione al modo in cui quella parte del mondo quasi trascurata, apparentemente, negli equilibri mondiali del Novecento e nelle più immediate destinazioni di viaggio, è tornata ad avere una sua prepotente evidenza da alcuni decenni.
La mostra, idealmente e concretamente, si ricollega alla mostra precedente di Fonazione Sabe per l’arte, la personale di Mirella Saluzzo inaugurata lo scorso novembre, attraverso la presenza di alcuni lavori di quest’ultima, che rivelano corrispondenze con immagini di un viaggio proiettato in un altrove imprecisato. Le suggestioni evocate da lavori come Voyager ed Explorer contengono la volontà di ricordare la tensione all’esplorazione che accompagna ogni atto umano, tra cui quello generativo artistico riveste una peculiare capacità di sintesi.
Il progetto espositivo, a cura di Francesco Tedeschi, è completato da un catalogo edito da Danilo Montanari e sarà arricchito da alcuni incontri che coinvolgono studiosi, quali Franco Farinelli e Raffaele Milani, provenienti da diversi ambiti disciplinari.
Gabriella Benedini (Cremona, 1932) si diploma all’Istituto Paolo Toschi di Parma e poi frequenta alcuni corsi dell’Accademia di Belle Arti di Brera sotto la guida di Pompeo Borra. Dopo un determinante soggiorno a Parigi dalla fine del 1957 al 1960, dove si svolgono le sue prime esposizioni, sceglie di stabilirsi a Milano e grazie all’amico Bepi Romagnoni entra in contatto con la Galleria Bergamini, che ospita nel maggio 1962 la sua prima personale, cui ne seguono altre negli anni successivi. Ama la letteratura, la poesia soprattutto, che alimenta la sua costante ricerca, e i viaggi, esperienze fondamentali e ben poco convenzionali per mete e modalità. Attenta a quanto avviene attorno a sé, percorre sempre un cammino indipendente, senza identificarsi in gruppi e movimenti che avvicina solo per brevi periodi. Riceve numerosi riconoscimenti, tra cui nel 1966 il premio all’XI Concorso Nazionale di Pittura Premio Ramazzotti e nel 2009 quello per un progetto di riqualificazione nell’ambito di Scultura nella città. Progetti per Milano. Moltissime le rassegne che documentano la sua instancabile attività e l’urgenza di esprimere il suo ricco mondo interiore. Partecipa a importanti manifestazioni come la Biennale di Venezia e la Quadriennale di Roma. Nel 2022 il suo lavoro è parte della collettiva Astratte. Donne e astrazione in Italia 1930-2000, a cura di Elena Di Raddo, alla Villa Olmo di Como.
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