ARTE CIRCOLARE. Dieci artisti italiani per la sostenibilità

Veronica Bisesti, Strumento di misurazione. Premio Conai I Ph. Credits Amedeo Benestante

 

Dal 12 Gennaio 2023 al 05 Febbraio 2023

Roma

Luogo: Corner Maxxi

Indirizzo: Via Guido Reni 4a

Orari: mar-dom 11-19. Lunedì chiuso

Curatori: Spazio Taverna, Ludovico Pratesi e Marco Bassan


Nella prestigiosa cornice del Corner Maxxi si tiene la seconda edizione della  mostra Arte Circolare promossa da CONAI nel 2023. Per la seconda volta il Consorzio Nazionale Imballaggi, che si occupa di tutelare il pianeta riciclando gli imballaggi in acciaio, alluminio, carta, legno, plastica, bioplastica e vetro, ha deciso di invitare dieci esponenti della nuova generazione di artisti italiani a reinterpretare la sostenibilità ambientale in chiave artistica. 

La mostra Arte Circolare riunisce 10 artisti italiani delle ultime generazioni, selezionati da Marco Bassan e Ludovico Pratesi sulla base di un’attenzione per le tematiche dell’innovazione e della sostenibilità unita ad un curriculum internazionale. 

Gli artisti sono Ruth Beraha, Veronica Bisesti, Lucia Cantò, Federica Di Pietrantonio, Antonio Fiorentino, Valentina  Furian, James Hillman, Lucas Memmola, Francis Offman, Serena Vestrucci.

In questa sede museale vengono presentate anche le opere della prima edizione di Arte Circolare, che si è tenuta nel maggio del 2022 nei locali di Spazio Taverna a palazzo Taverna. 

Gli artisti della prima edizione sono: Marco Emmanuele, Giulio Bensasson, Bea Bonafini, Gianluca Brando, Antonio della Guardia, Guglielmo Maggini, Diego Miguel Mirabella, Numero Cromatico, Lulù Nuti, Alice Paltrinieri.  
Il vincitore della prima edizione del premio Conai è Giulio Bensasson.
 
“L’arte contemporanea è un importante veicolo di innovazione per la sua capacità di produrre visioni controintuitive e punti di vista laterali ma lungimiranti. Da tempo gli artisti si interrogano sulle questioni ambientali più urgenti portando all’attenzione del grande pubblico le sfide che la società deve affrontare per favorire uno sviluppo sostenibile sulla base dell’economia circolare” puntualizzano i curatori della mostra. 

“Le risposte alle sfide cui ci mette davanti il periodo che stiamo vivendo possono passare attraverso le strade più diverse” commenta il presidente CONAI Luca Ruini. “Per raccontare l’economia circolare abbiamo bisogno di nuovi percorsi e nuove visioni. Come quelle dei dieci artisti che hanno partecipato ad Arte Circolare. L’arte contemporanea  oggi può essere veicolo di simbologie e valori aziendali: sono certo che anche quest’anno gli artisti sapranno sorprenderci nel raccontare il ruolo del Consorzio come attore di primo piano nella transizione ecologica”.
 
“L’arte non va considerata come un semplice prodotto estetico, ma come il principale attivatore di processi di innovazione. Se non si investe sull’arte e non si adotta la creatività tipica degli artisti, l’economia ne soffrirà, specialmente in un’epoca in cui è richiesta una forte dose di innovazione per essere sostenibili” sottolineano Carlo Alberto Pratesi e Andrea Geremicca di EIIS (European Institute of Innovation for Sustainability) che è promotore dell’iniziativa. 

La mostra Arte Circolare presenta una serie di opere dove i materiali utilizzati e i temi affrontati rappresentano di fatto possibili soluzioni per proporre nuove forme creative legate alle sfide del futuro.
Oltre alla mostra, il sostegno agli artisti emergenti da parte di Conai prende forma con il Premio Conai, che riguarda l’acquisto da parte del consorzio di una delle opere esposte, selezionata da una apposita giuria, che risponde meglio ai criteri di innovazione e sostenibilità.

Se Ruth Beraha costruisce un’opera dove il simbolo dell’uroboro, figura alchemica legata alla ciclicità del tempo viene rappresentato da frammenti e scarti di lavorazione del vetro, Veronica Bisesti fonde nel bronzo il calco di una foglia di aloe, scelta per le sue connaturate proprietà benefiche, che diventa la base di un nuovo sistema metrico per la costruzione di una comunità futura, incentrato sulla cura e la tutela del pianeta. 

Lucia Cantò
 presenta una serie di calchi per impressione di antichi ex voto, trovati in diverse città d’Italia, lavorati con il recupero dell’argilla scartata nel suo studio. La volontà di rivitalizzare gli scarti é stato il primo passo per riattivare le antiche richieste celate dietro gli ex voto selezionati. La pittura di Federica di Pietrantonio è incentrata sullo scarto digitale: sulla tela vengono raffigurati con colori brillanti frammenti di giochi di simulazione come The Sims, per porre l’attenzione ai possibili rischi legati alla sovrapproduzione visiva all’interno dei mondi digitali. 

Le sculture di Antonio Fiorentino, simili a maschere tribali e sospese a metà tra astrazione e figurazione, sono realizzate raccogliendo materiali di scarto sulle spiagge pugliesi. L’artista mette in scena una sorta di rituale interrando le figure nella sabbia per poi disseppellirle, quasi fossero reperti archeologici di un’epoca e di una cultura dalle origini incerte. 

Valentina Furian
 ha fotografato un diorama di una foresta indiana conservato nel Museo di Storia Naturale di Milano, per poi riattivare la foto all’interno della comunità indigena della stessa foresta ai piedi del Sanjay Gandhi National Park in India: un gioco di rimandi tra reale e virtuale che mette in risalto il confine tra l’azione dell’uomo e la potenza della natura.

Attraverso il recupero di materiali come il PVC, il nylon e l’alluminio, il lavoro di James Hillman è una riflessione sulla vita consequenziale della materia, in un mondo in cui essa viene spostata e trasformata, ma mai del tutto distrutta. Interessato ai processi biologici e organici, l’ approccio all’arte di Lucas Memmola è simile a quello di un alchimista, dove gli elementi naturali dialogano tra loro per generare metafore visive prodotte da determinate condizioni dell’animo. 

Le opere di Francis Offman sono composizioni che sottintendono fragili riferimenti a paesi lontani come il Ruanda, dove l’artista ha trascorso parte della sua infanzia. Dipinti che nascono dal recupero di fondi di caffè e collage realizzati con l’inserimento di frammenti di carta e cotone. Infine l’opera di Serena Vestrucci, eseguita  con oggetti di recupero, ci osserva cercando il nostro sguardo, sottolineando l’attenzione rivolta all’atto del guardare i materiali da un’altra prospettiva, concedendo loro nuove possibilità.

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