BIENALSUR

BIENALSUR, ROMA

 

Dal 12 November 2025 al 23 January 2026

Roma

Luogo: Sedi varie

Indirizzo: Sedi varie


Fino a gennaio 2026 BIENALSUR arriva in Italia con un programma di mostre, residenze d’artista e azioni performative a Milano, Roma, Napoli e Biella tra musei e spazi espositivi, che si pone come obiettivo quello di mettere in relazione le ricerche artistiche di protagonisti del panorama internazionale con il contesto italiano.
 
BIENALSUR è una biennale internazionale d'arte contemporanea che si distingue per la natura innovativa e l’approccio globale. Sviluppata dalla UNTREF - Universidad Nacional de Tres de Febrero, Università pubblica argentina, e organizzata in collaborazione con la Fondazione Foro del Sur, BIENALSUR si è affermata come un modello innovativo di gestione culturale e cooperazione internazionale. Al direttore generale e fondatore Aníbal Jozami e alla fondatrice e direttrice artistica Diana Wechsler, si affianca un Consiglio Internazionale di Curatela, un team di curatori e un piccolo team di produzione.
 
Come dichiara Aníbal Jozami, fondatore di BIENALSUR, «Il nostro obiettivo è chiaro: andare incontro ai pubblici, ovunque essi siano. Crediamo che l’arte sia un vettore di riflessione, trasformazione ed emancipazione. Quando viene vissuta come un’esperienza condivisa consente di affermare il ruolo degli individui come cittadini attivi, piuttosto che come consumatori passivi di cultura. Per questo continuiamo a sviluppare questa piattaforma aperta alla sperimentazione, al dibattito e alla costruzione collettiva di un umanesimo contemporaneo.»
 
La quinta edizione di BIENALSUR ha preso il via il 26 giugno a Bogotá, in Colombia, con progetti presentati presso il Museo d’Arte Moderna di Bogotá (MAMBO - KM 4659) e il Museo della Banca della Repubblica (KM 4762). Il 5 luglio hanno aperto al pubblico i progetti espositivi presso il Muntref-Museo de la Universidad Nacional de Tres de Febrero, KM 0 di BIENALSUR, che si è successivamente espansa in territorio europeo con il progetto inaugurato il 9 luglio presso il Museo Nazionale Centro d’Arte Reina Sofia (KM 10048)
 
BIENALSUR attraversa ora le città di Milano e Roma con un progetto espositivo a cura di Benedetta Casini dal titolo Invocazioni, che analizza la relazione tra il corpo umano e i corpi non umani del mondo che abitiamo. Il termine “Invocazioni” è tratto dal testo della conferenza La Cultura y el Alma Animal , presentata da James Hillman nel 1994 a Caracas (Venezuela), in cui lo psicoanalista descrive l’invocazione come un richiamo a spiriti invisibili, un’offerta o una propiziazione che implica un decentramento del soggetto umano, suggerisce la necessità di appellarsi agli altri abitanti del mondo sfuggendo alle logiche antropocentriche, e incoraggia uno sguardo laterale “verso le ali (i fianchi), in un gesto anti-moderno che ignora l’ego, l’eroe, le intenzioni e la biografia della persona”.
 
Apre il 22 ottobre a Milano presso la Fabbrica del Vapore la mostra collettiva Invocazioni. Divenire Animale con Marta Roberti (ITA), Lia Chaia (BRA), Elena Mazzi (ITA), Bruna Esposito (ITA), Gaia De Megni (ITA), Helena Hladilová (CZE/ITA), Valentina Furian (ITA), Bekhbaatar Enkhtur (MNG/ITA), Jonathas de Andrade (BRA), Calixto Ramirez (MEX), Michela de Mattei (ITA), Allora & Calzadilla (USA/CUB), Carla Grunauer (ARG) a cura di Benedetta Casini (ITA) realizzata con la co-produzione della Fondazione Garuzzo.

Dal 12 novembre Roma diventa uno dei centri di BIENALSUR ospitando il progetto Invocazioni.
Inaugurano in contemporanea le mostre presso il Museo di Roma a Palazzo Braschi, promossa da Roma Capitale, Assessorato alla Cultura, Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali, con interventi di Matías Ercole (ARG) e Chiara Bettazzi (ITA), a cura di Benedetta Casini e Diana Wechsler; presso l’Ambasciata del Brasile a Roma - Galleria Candido Portinari con Pamela Diamante (ITA), Ettore Favini (ITA), Lia Chaia (BRA), Claudia Andujar (BRA), Paulo Nazareth (BRA), Maria Thereza Alves (BRA/ITA) a cura di Benedetta Casini; presso l’Ambasciata di Spagna a Roma con Florencia Caiazza (ARG), Jon Cazenave (ESP), Caterina Morigi (ITA), Juan Gugger (ARG), Veronica Bisesti (ITA), Matteo Guidi e Giuliana Racco (ITA/CAN), Jorge Yeregui (ESP), Karina Aguilera Skvirsky (USA/ECU), alfonso borragán (ESP), Valentina Furian (ITA), Estefanía Landesmann (ARG), Itziar Okariz (SPA) a cura di Benedetta Casini.
Il 13 Novembre il progetto apre anche negli spazi dell’Auditorium Parco della Musica Ennio Morricone con Marc Vilanova (ESP), Lihuel Gonzalez (ARG), Jacopo Mazzonelli (ITA), Friedrich Andreoni (ITA/DEU), Giorgia Errera (ITA), Andreas Zampella (ITA) a cura di Benedetta Casini.
 
Fin dalla sua prima edizione BIENALSUR è un punto di incontro tra diverse culture, capace di sviluppare una rete istituzionale internazionale che unisce diverse aree geografiche.Il progetto si caratterizza per una modalità "diffusa", che non si limita ad un solo luogo espositivo, ma si espande su più città a livello globale, rendendo le attività accessibili da un pubblico ampio e diversificato che non deve spostarsi per visitare la biennale ma viene raggiunto dalla sua programmazione. BIENALSUR si sviluppa infatti in più latitudini: tra le città coinvolte figurano Buenos Aires, Milano, Santiago, Montevideo, Lima, Madrid, Roma, Parigi, Napoli, Miami e molte altre.
 
In questa edizione di BIENALSUR torna al centro della scena la questione ambientale, trattata in modo specifico, analizzando gli aspetti legati alle migrazioni, ai diritti umani, alle possibili prospettive future e modelli sociali alternativi. Nell’ambito della riflessione sulla crisi globale delle configurazioni socio-culturali stanno emergendo progetti che esaminano memoria, archivi e patrimonio, offrendo nuove interpretazioni della storia, narrazioni alternative e anti-canoniche.
 
«In mezzo al flusso non regolamentato e indiscriminato di immagini e informazioni, sviluppiamo progetti che aiutano a “produrre significato”. Il nostro lavoro è guidato dal desiderio, dall’immaginazione, dalla flessibilità, dall’adattabilità e dalla diversità. Il nostro obiettivo è quello di  suscitare riflessioni, più che fornire soluzioni», spiega Diana Wechsler, fondatrice e direttrice artistica di BIENALSUR.
 
Partendo da questa premessa, in tutte le sedi espositive che ne compongono la cartografia, BIENALSUR presenta opere e progetti immaginati dal team curatoriale, che traccia le linee guida di ogni edizione della biennale a partire da una open call internazionale aperta, libera e priva di vincoli tematici. Dall'Open Call emergono dunque le rotte, i grandi temi curatoriali che caratterizzano le varie edizioni di BIENALSUR. I progetti espositivi sono presentati con cadenza biennale in spazi diversi tra cui musei, kunsthalle, fondazioni, snodi urbani pubblici, piazze e giardini, offrendo così un’esperienza artistica che mette in discussione le tradizionali modalità di fruizione.
 
Con il proposito di tracciare nuove dinamiche per l'arte e la cultura, alla ricerca di nuove logiche di circolazione artistica e sociale su scala locale e globale, BIENALSUR continua a rivendicare il diritto alla cultura e alla diversità.
 
BIENALSUR in Italia tra ottobre 2025 e gennaio 2026
 
Nel segno delle tematiche globali di BIENALSUR, il progetto espositivo Invocazioni, a cura di Benedetta Casini, indaga la relazione fra l’uomo e il mondo: la maggior parte dei lavori esposti mettono in discussione la separazione dicotomica fra soggetto e oggetto, in direzione di quel prospettivismo di ispirazione amerindia teorizzato dall’antropologo brasiliano Eduardo Viveiros de Castro, sorprendentemente affine al concetto di Anima Mundi ripreso da James Hillman nel tentativo di ripensare l’approccio psicoanalitico occidentale. Entrambi i pensatori criticano l’approccio della metafisica occidentale per cui “conoscere” vuol dire de-soggettivizzare l’altro, ridurlo a “oggetto”, azzerandone l’intenzionalità: in questo processo di analisi, basato sulla pretesa di conoscenza assoluta, l’uomo ha ritirato l’anima dal mondo. Secondo l’approccio occidentale “conoscere è dis-animare [ritirare l’anima], sottrarre la soggettività dal mondo”, dice Viveiros de Castro.
Al contrario, per gli sciamani delle Americhe conoscere implica attribuire a ciò che si cerca di comprendere il massimo dell’intenzionalità, “determinare l’oggetto della conoscenza come soggetto”. Il mondo è infatti considerato come un luogo abitato da esseri animati (umani, animali, spiriti, oggetti, organismi naturali) dotati di prospettive e identità multiple che si intrecciano e si modificano a seconda dei punti di vista. Non esiste dunque una verità interpretativa a cui afferrarsi, un’oggettività funzionale a riaffermare le convinzioni identitarie del soggetto umano, ma un flusso di relazioni in divenire.
 
Nelle pieghe delle diverse mostre si legge l’urgenza di soggettivare il mondo, conferendo dignità significante ad esseri animati e inanimati, organismi con cui gli artisti selezionati propongono ibridazioni virtuose e dialoghi inaspettati, in uno spostamento dello sguardo antropocentrico e un’apertura alla possibilità di un pensiero non umano, ricettivo agli insegnamenti della natura e disposto a leggere la complessità del mondo attraverso un approccio sensoriale, fisico, mai meramente strumentale.
Attraverso inversioni prospettiche gli artisti in mostra sperimentano le possibilità di relazioni interspecifiche: tentare di conversare con una statua come immagina Itziar Okariz, accarezzarne i lineamenti come fa Florencia Caiazza, farsi pietra sovrapponendo i propri arti a un frammento di roccia come propone Karina Aguilera Skvirsky, fino a ingerire pietre, terra, immagini di paesaggi come accade nei progetti di alfonso borragán, Pamela Diamante e Lia Chaia. Il rapporto e lo scambio con specie diverse, sia esso di tipo simbiotico o antagonistico, consente di superare il dualismo classificatorio che vede contrapposte natura e cultura, corpo e anima, soggetto e oggetto. In questo processo si disfa la centralità del soggetto umano, misura di tutte le cose, ed è proprio l’ego a sgretolarsi progressivamente.
 
A Milano i lavori in mostra esplorano le potenzialità di un incontro sim-patico tra uomo e animale, il cui esito è la messa in discussione dell’essenza stessa dell’essere umano. I corpi rappresentati rinunciano spesso alle prerogative umane espresse tramite la postura, lo sguardo o il discorso: così la figura antropomorfa nel dipinto di Carla Grunauer si piega mollemente su se stessa, abbandonando il sicuro orizzonte della postura eretta, per andare ad esplorare il terreno “con il naso prima che con gli occhi”. Nelle fotografie di Bruna Esposito sono invece occhi appartenenti a diverse specie di pesci, ravvicinatissimi, a interpellare lo spettatore, invertendo la traiettoria dello sguardo. Nella videoproiezione di Allora & Calzadilla a prendere la parola sono i pappagalli Amazona Vittata in via di estinzione, mentre il lavoro di Jonathas de Andrade evoca le interazioni personali tra umani e non umani su cui si fondano le culture animiste, così come la violenza, spesso edulcorata da sentimentalismi di facciata, che opera costantemente all’interno di un sistema dominato dagli esseri umani. Più diretta invece l’ipotesi di ibridazione dei corpi umani e quelli animali nei lavori di Helena Hladilova, Marta Roberti, Valentina Furian, Calixto Ramirez e Elena Mazzi, che non propongono un’inversione, ma piuttosto una decostruzione dei confini fra i due soggetti, in favore di una fusionalità porosa.
 
Nelle mostre Romane che inaugurano il 12 novembre l’attenzione si sposta sull’elemento vegetale, il paesaggio e infine le pietre come archivio di un tempo millenario. Al Museo di Roma a Palazzo Braschi l’artista argentino Matias Ercole riflette sulla rappresentazione della natura selvaggia delle Americhe da parte dei pittori europei del XIX secolo, mentre Chiara Bettazzi indaga l’idea di trasformazione e di incontro fra oggetti quotidiani e elementi vegetali.
Presso l’Ambasciata del Brasile visioni sul territorio brasiliano sono messe a fuoco da artisti che si sono affermati internazionalmente proprio in virtù del proprio lavoro sul tema dell’identità come Lia Chaia, Paulo Nazareth, Claudia Andujar, e si intrecciano con lavori coevi di artisti locali che riflettono sulla specificità delle geografie italiane e sul paesaggio, come Ettore Favini e Pamela Diamante.
Presso l’Ambasciata di Spagna una selezione di artisti internazionali riflette sulla relazione fra il corpo umano e la temporalità millenaria della pietra, utilizzata sin dall’antichità anche per riprodurre fedelmente la figura umana e proiettarla nel tempo oltre la vita del soggetto ritratto. Le opere in mostra testimoniano l’urgenza di entrare in relazione con l’elemento minerale attraverso conversazioni immaginarie con statue o attraverso ibridazioni corporee con pietre di vario genere, ridefinendo così i confini fra soggetto e oggetto, tra materia biologica e non biologica. La nuova sede espositiva dell’Ambasciata di Spagna a Roma apre al pubblico per la prima volta con il progetto espositivo di BIENALSUR: in questa occasione le vetrate affacciate sulla Fontana del Moro in Piazza Navona si trasformano in piattaforme di pensiero permeabili, dove la riflessione sul desiderio di trascendere il proprio tempo dialoga con uno degli scenari più rappresentativi del Barocco Romano.
 
Il 13 novembre, infine, inaugura a Roma presso l’Auditorium Parco della Musica Ennio Morricone l’ultimo appuntamento italiano di BIENALSUR. L’esposizione nasce in risposta alla specificità della sede espositiva, secondo una metodologia cara a BIENALSUR che si propone di disegnare i propri progetti ad hoc in base ai contesti con cui si trova ad interfacciarsi. In questo caso il progetto espositivo mette in relazione ricerche artistiche che indagano il limite fra linguaggio visivo e sonoro: intrappolato in una condizione di potenzialità, il suono è solamente evocato da lavori di forte impatto visivo, che devono la loro pregnanza alla dimensione immaginativa implicita nell’atto di tradurre in immagini una musicalità assente.
Tra Settembre 2025 e Gennaio 2026, BIENALSUR coinvolge inoltre diverse tipologie di spazi espositivi, non solo a Roma e Milano, ma anche a Matera passando per Napoli e Biella.
Dal 15 settembre all’11 novembre la  Fondazione Pistoletto Cittadellarte Onlus e BIENALSUR offrono una residenza artistica all’artista argentina Ginevra Landini, selezionata tramite open call. L’artista parteciperà al programma UNIDEE articolato in dibattiti e incontri con curatori, artisti e professionisti, visite a studi aperti, mostre e a luoghi rilevanti per i temi connessi alla sua ricerca. Dal 3 ottobre al 30 gennaio sarà invece visitabile a Napoli il progetto espositivo di Pablo La Padula, a cura di Diana Wechsler, presso il MUSA - Museo Universitario delle Scienze e delle Arti dell’Università degli Studi della Campania Luigi Vanvitelli, in cui l’artista si confronta con le collezioni di anatomia del museo universitario tramite opere prodotte durante un periodo di residenza in loco. Il progetto ha aperto il percorso di BIENALSUR in Italia nel 2025 e costituisce un significativo contrappunto concettuale rispetto al percorso Invocazioni, previsto per le sedi di Milano e Roma. Il lavoro di Pablo La Padula e la proposta curatoriale si confrontano infatti con la condizione umana e con una storia scientifico-culturale focalizzata sull’“uomo”. L’intervento dell’artista argentino introduce la dimensione della singolarità, presente, seppur in modo meno evidente, in alcune opere del XIX secolo della collezione del MUSA.
Infine, il 15 novembre presso la Fondazione SoutHeritage per l’arte contemporanea di Matera inaugurerà l’esposizione collettiva Superfici con: a cura di Angelo Bianco Chiaromonte, con la partecipazione di artisti italiani e internazionali che instaurano un dialogo con le superfici murarie e lapidee del padiglione della fondazione.
Il programma di progetti espositivi residenze d’artista e azioni performative, disegnato sulle basi delle relazioni istituzionali portate avanti negli ultimi anni, avrà come obiettivo quello di mettere in relazione le ricerche artistiche di protagonisti del panorama estero con il contesto nazionale. In questa logica le attività, in linea con i temi curatoriali della quinta edizione di BIENALSUR, prevedono la collaborazione con i gruppi di lavoro delle istituzioni italiane partner così come il coinvolgimento di artisti italiani che dialoghino con gli artisti internazionali selezionati tramite open call o invitati ad hoc dal team curatoriale di BIENALSUR.
 

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