Bruno Aller. Ri/tratti. Interrelazioni in pittura. Frammenti per una Gesamtkunstwerk

Bruno Aller, Dittico Ri-tratto VIII sinfonia di Mahler, 2016. Acrilici, pastelli, ossidi e grafite su tela, 90x160 cm

 

Dal 22 Ottobre 2016 al 26 Novembre 2016

Roma

Luogo: Galleria Honos Art

Indirizzo: via dei Delfini 35

Orari: Martedì-Sabato dalle 10.30 alle 19.30 e su appuntamento allo 348 5828403

Curatori: Daniela Fonti

Telefono per informazioni: +39 06 31058440

E-Mail info: info@honosart.com

Sito ufficiale: http://www.honosart.com



Sabato 22 ottobre alle ore 18:30 la Galleria Honos Art di Roma presenta “Ri/tratti. Interrelazioni in pittura. Frammenti per una Gesamtkunstwerk”, mostra personale di Bruno Aller, a cura di Daniela Fonti.
 
Il sottotitolo, ambizioso e rivelatore, della personale di Bruno Aller, “Frammenti di pittura per una Gesamtkunstwerk” allude all’opera d’arte totale nella quale convergono poesia e musica, filosofia e pittura; quando il termine fu teorizzato da Wagner si diffuse come un virus nell’arte europea a cavallo fra ‘800 e ‘900. Allora fu il sogno dell’impossibile ricomposizione in unità di un’armonia fra uomo e mondo, oggi è un miraggio tanto più lontano, in un’epoca che sembra negare alla pittura il diritto stesso di sopravvivere. L’opera d’arte totale, ci rivela Aller con la sua pittura, non si dà per l’artista che entro la dimensione stessa, tautologica e totalizzante, del dipingere e quanto allora si pensò universale non può essere altro che un piccolissimo frammento di esperienza individuale.
“La tradizione è custodia del fuoco e non è adorazione della cenere”; è una frase dell’amatissimo Mahler che Aller ama ricordare. Ora, se per lui la tradizione è quella della grande astrazione geometrica del ‘900, (pensiamo alle “velocità d’automobile” di Balla, con quelle grandi onde monocrome), non c’è dubbio che essa, memoria continuamente riattualizzata, sia diventata alimento e impulso per un incessante dialogo con il presente. All’origine dei Ri-Tratti non sta tanto l’impulso concettuale, un “gioco” che ammicca alle avanguardie storiche (da Apollinaire a Breton, a Masson) fino ai suoi “complici” poeti  “visivi”,  e che fa derivare la struttura compositiva dalla sequenza letterale del nome. E’, direi, un complesso meccanismo di occulte risonanze e innesti analogici che può trovare la sua origine in una pagina scritta, un verso ritrovato, un’emozione o semplicemente l’eco di un’affinità remota. 
 
Bruno Aller pittore, scultore, incisore nasce a Roma nel 1960. Si diploma all’A. A. B. B. in Scenografia. A quattordici anni entra nello studio di T. Caputo dove apprende le tecniche del incisione e viene a contatto con artisti e poeti quali R. Alberti, C. Quattrucci, P. P. Pasolini, C. Bene. Nel ‘78 fonda l’Hard Studio, gruppo di giovani artisti impegnati in vari campi dell’arte. Dal ‘79 al ‘83 lavora come assistente dello scenografo Mario Garbuglia in vari teatri (Spoleto Festival dei Due Mondi, Arena di Verona, Maggio fiorentino ecc…) e negli studi di Cinecittà e DEAR alla realizzazione di numerosi film. Dal ‘96 al ‘98 è ideatore e curatore di rassegne nello Zoe Spazio Arte, Roma. Nel 2001 con gli artisti Aldo Bertolini e Marisa Facchinetti fonda l’associazione “I Diagonali” e apre lo spazio espositivo “Arte e Pensieri”. Dal 1983 ad oggi ha curato e organizzato innumerevoli mostre ed eventi in Italia e all’estero. 

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