Carte. Dal Futurismo a oggi

Opera di Afro

 

Dal 06 Giugno 2018 al 27 Luglio 2018

Roma

Luogo: Galleria Edieuropa

Indirizzo: piazza Cenci 56

Orari: dalle 11.30 alle 19. Chiuso sabato e festivi

Telefono per informazioni: +39 06 64760172

E-Mail info: edieuropa@tiscali.it

Sito ufficiale: http://www.galleriaedieuropa.it



“Umile e sontuosa al tempo stesso, superba e supina, la carta è da sempre la partner ideale dei pittori, una compagna discreta ricca di intelligenza e di temperamento”. Daniela Fonti

Si inaugura mercoledì 6 giugno 2018 la mostraCARTE - DAL FUTURISMO AD OGGI alla Galleria Edieuropa di Roma.
Con oltre quaranta opere tra chine, inchiostri, carboncini, tempere, olii, acquarelli e gouache di artisti attivi dal Futurismo ad oggi, la mostra intende esaltare il supporto per eccellenza dell’arte, la carta, depositaria delle tracce e dell’azione dell’artista.

La carta è inoltre luogo della memoria per molti degli artisti presenti in mostra: Accardi, Afro, Alviani, Angeli, Biggi, Boccioni, Bonalumi, Cagli, Cotani, Depero, Dottori, Franchina, Lorenzetti, Pascali, Perilli, Russolo, Sadun, Sanfilippo, Scialoja, Severini, Sironi, Strazza, Turcato, Uncini, Veronesi, Verna,esponenti dei principali movimenti artistici del ‘900 italiano, cui si aggiungono gli internazionali - tra tutti Tàpies - ed i contemporanei Almagno, Bros, Capitano, Faggi, Giuli, Murasecchi, Porfidia, Porcari, Raciti, Scolamiero.

Come sottolineato da Daniela Fonti nel 1992 – in occasione della prima mostra dedicata alle “Carte” ed organizzata in galleria nella storica sede di via del Corso - , la carta “la si può scoprire nelle compatte stesure di tempera, come fa Carla Accardi, che da sempre la utilizza come il luogo privilegiato dove i segni scoprono la legge sapiente dell’aggregazione, sperimentando i tempi lunghi dell’affioramento e della scomparsasi(...); la si può affrontare con le sciabolate del pastello che nelle opere di Verna, costruiscono una materia spessa e densa che si può raschiare se fosse pittura, lasciando emergere la parte più segreta del suo lavoro, i suoi fantasmi, (...). La si può piegare, come fa Strazza, lasciando poi alle stesure impalpabili della tempera, alle impronte della grafite sui solchi sottili il compito di annotare la storia dell’emozione che si concentra in un gesto, con la stessa discrezione, lo stesso stupore magico dei graffiti preistorici”(...); “lo schermo diafano nelle sapienti increspature della materia, è luogo dell’inconscio, schermo proiettivo del proprio rapporto con la realtà, la carta è da sempre per Perilli la materia primaria dalla quale far emergere l’immagine”.

Ecco dunque che la carta cambia e muta il suo valore per chi vi agisce e per chi la scruta, ma c’è qualcosa di eterno, immutabile ed incorruttibile nella carta, ed è il ruolo che da sempre le viene attribuito, quello di “raccogliere e distillare gli umori fantastici e ironici dell’artista, organizzandoli in un racconto intrigante che incatena il riguardante ai tempi lunghi della percezione”.

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