Elena Ketra | Lo sguardo di Lilith

Elena Ketra | Lo sguardo di Lilith, Mucciaccia Gallery Project, Roma
Dal 6 June 2024 al 4 July 2024
Roma
Luogo: Mucciaccia Gallery Project
Indirizzo: Via Laurina 31
Orari: Lunedì - venerdì 10.30 – 19.00 Sabato 11.00 - 19.00
Telefono per informazioni: +39 06 79 78 36 47
E-Mail info: project@mucciaccia.com
Sito ufficiale: http://mucciaccia.com
Dal 7 giugno al 4 luglio 2024 Mucciaccia Gallery Project presenta la mostra Elena Ketra | Lo sguardo di Lilith, a cura di Cesare Biasini Selvaggi.
Nelle parole del curatore, Cesare Biasini Selvaggi: “Il contributo di Elena Ketra all'arte e all’evoluzione della visione della società odierna è una manifestazione di ribellione creativa e di impegno per un mondo più inclusivo e consapevole, cosa che la rende una voce autorevole e influente nell'arte contemporanea”.
La mostra è ispirata a un’irrefrenabile figura matriarcale primordiale: Lilith. Secondo le religioni mesopotamiche, Lilith è stata la prima donna ad aver vissuto sulla Terra, incarnando l’autodeterminazione e la ribellione contro i ruoli di genere imposti dalla società. La sua presenza si rivela già nel primo capitolo della Genesi dove si intreccia con il mito biblico di Adamo ed Eva. Fin dalla fine dell’Ottocento, Lilith è divenuta l’icona del femminile indomito, una forza inarrestabile che si sottrae all’assoggettamento maschile.
Elena Ketra, in sintonia con questo ethos, ha reinterpretato Lilith come un’energia vitale in perpetuo movimento, una presenza eterea ma vibrante che oggi ispira le opere in mostra alla Mucciaccia Gallery Project, che testimoniano il suo anelito verso mondi in cui la diversità di genere diventa un valore promotore di uguaglianza, libertà, indipendenza, e del ritrovato amor proprio necessario per l’affermazione dell’indipendenza affettiva, la presa di coscienza di sé e delle proprie capacità, forza e bellezza.
Tra gli altri lavori esposti, Girlpower, un tirapugni a dondolo per “bambine impavide”, la serie Serialmirrors, specchi feticcio che raccontano storie di donne assassine su cui si basano diversi stereotipi legati all’universo femminile, e Utereyes, un arazzo che simboleggia l’autodeterminazione attraverso un utero con gli occhi che non subisce ma sceglie.
Con Grandmotherfucker Elena Ketra vorrebbe abbattere gli stereotipi attraverso l’irriverente e provocatorio stravolgimento di strumenti domestici, come le presine da cucina, che l’artista ha commissionato alla nonna di 93 anni e su cui ha, successivamente, ricamato termini del gergo sessuale in lingua inglese, in cui ogni lettera dell’alfabeto corrisponde a una parola diversa.
In occasione dell’inaugurazione della mostra, che si terrà giovedì 6 giugno 2024, alle ore 19.00 l’artista presenta anche la performance Sologamy, per offrire al pubblico l’opportunità di esplorare il sentimento dell’autostima, celebrando l’amor proprio e l’autoconsapevolezza: ogni partecipante avrà l’opportunità di sposare simbolicamente sé stesso, ricevendo dall’artista un certificato che attesta un reale impegno verso la propria persona.
Elena Ketra, formatasi all’Accademia di Belle Arti di Venezia, vive tra Treviso e Roma. Ha realizzato mostre in istituzioni nazionali e internazionali come il Museo Madre di Napoli, il Silesian Museum di Katowice e la Stichting Artes di Amsterdam. È stata insignita dell’Exibart Prize nel 2022 per la parità di genere e l’inclusione sociale; figura, inoltre, come finalista al Premio Combat, all’Exibart Prize e nel 2024 è nella shortlist dei finalisti del premio internazionale Arte Laguna con l’opera-manifesto Utereyes. Ha portato la sua visione innovativa anche al Centro Europeo di Psicologia Investigativa e Criminologia (Cepic) come docente del Corso di formazione di eccellenza, “CONsenso”, finanziato dal Ministero di Giustizia – Dipartimento per gli affari di giustizia, per affrontare il tema “L’arte come terapia”.
Inaugurazione: giovedì 6 giugno - ore 18.00
Performance dell'artista: Sologamy - ore 19.00
Nelle parole del curatore, Cesare Biasini Selvaggi: “Il contributo di Elena Ketra all'arte e all’evoluzione della visione della società odierna è una manifestazione di ribellione creativa e di impegno per un mondo più inclusivo e consapevole, cosa che la rende una voce autorevole e influente nell'arte contemporanea”.
La mostra è ispirata a un’irrefrenabile figura matriarcale primordiale: Lilith. Secondo le religioni mesopotamiche, Lilith è stata la prima donna ad aver vissuto sulla Terra, incarnando l’autodeterminazione e la ribellione contro i ruoli di genere imposti dalla società. La sua presenza si rivela già nel primo capitolo della Genesi dove si intreccia con il mito biblico di Adamo ed Eva. Fin dalla fine dell’Ottocento, Lilith è divenuta l’icona del femminile indomito, una forza inarrestabile che si sottrae all’assoggettamento maschile.
Elena Ketra, in sintonia con questo ethos, ha reinterpretato Lilith come un’energia vitale in perpetuo movimento, una presenza eterea ma vibrante che oggi ispira le opere in mostra alla Mucciaccia Gallery Project, che testimoniano il suo anelito verso mondi in cui la diversità di genere diventa un valore promotore di uguaglianza, libertà, indipendenza, e del ritrovato amor proprio necessario per l’affermazione dell’indipendenza affettiva, la presa di coscienza di sé e delle proprie capacità, forza e bellezza.
Tra gli altri lavori esposti, Girlpower, un tirapugni a dondolo per “bambine impavide”, la serie Serialmirrors, specchi feticcio che raccontano storie di donne assassine su cui si basano diversi stereotipi legati all’universo femminile, e Utereyes, un arazzo che simboleggia l’autodeterminazione attraverso un utero con gli occhi che non subisce ma sceglie.
Con Grandmotherfucker Elena Ketra vorrebbe abbattere gli stereotipi attraverso l’irriverente e provocatorio stravolgimento di strumenti domestici, come le presine da cucina, che l’artista ha commissionato alla nonna di 93 anni e su cui ha, successivamente, ricamato termini del gergo sessuale in lingua inglese, in cui ogni lettera dell’alfabeto corrisponde a una parola diversa.
In occasione dell’inaugurazione della mostra, che si terrà giovedì 6 giugno 2024, alle ore 19.00 l’artista presenta anche la performance Sologamy, per offrire al pubblico l’opportunità di esplorare il sentimento dell’autostima, celebrando l’amor proprio e l’autoconsapevolezza: ogni partecipante avrà l’opportunità di sposare simbolicamente sé stesso, ricevendo dall’artista un certificato che attesta un reale impegno verso la propria persona.
Elena Ketra, formatasi all’Accademia di Belle Arti di Venezia, vive tra Treviso e Roma. Ha realizzato mostre in istituzioni nazionali e internazionali come il Museo Madre di Napoli, il Silesian Museum di Katowice e la Stichting Artes di Amsterdam. È stata insignita dell’Exibart Prize nel 2022 per la parità di genere e l’inclusione sociale; figura, inoltre, come finalista al Premio Combat, all’Exibart Prize e nel 2024 è nella shortlist dei finalisti del premio internazionale Arte Laguna con l’opera-manifesto Utereyes. Ha portato la sua visione innovativa anche al Centro Europeo di Psicologia Investigativa e Criminologia (Cepic) come docente del Corso di formazione di eccellenza, “CONsenso”, finanziato dal Ministero di Giustizia – Dipartimento per gli affari di giustizia, per affrontare il tema “L’arte come terapia”.
Inaugurazione: giovedì 6 giugno - ore 18.00
Performance dell'artista: Sologamy - ore 19.00
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