Franco Losvizzero e Vito Bongiorno. Superfetazioni
Dal 16 Maggio 2014 al 25 Maggio 2014
Roma
Luogo: Centrale Montemartini
Indirizzo: via Ostiense 106
Curatori: Lori Adragna
Enti promotori:
- Roma Capitale
- Assessorato alla Cultura Creatività e Promozione Artistica - Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali
Costo del biglietto: intero € 6,50, ridotto € 5,50; residenti € 5,50 / € 4,50
Telefono per informazioni: +39 06 0608
E-Mail info: fralit@alice.it
Sito ufficiale: http://www.centralemontemartini.org
Dal 16 al 25 maggio 2014, nei suggestivi spazi della Centrale Montemartini di Roma, si terrà la mostra Superfetazioni con una doppia personale di Franco Losvizzero e Vito Bongiorno a cura di Lori Adragna, promossa da Roma Capitale, Assessorato alla Cultura, Creatività e Promozione Artistica - Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali.
L'evento vede la partecipazione di due artisti diversi nello stile e nei percorsi, uniti in un progetto espositivo creato apposta per questo museo, straordinario esempio di convivenza di archeologia classica con quella industriale. Proprio nel vecchio magazzino del carbone dell’ex Centrale Termoelettrica - ora sala espositiva - la curatrice ha immaginato il territorio fisico e simbolico di un incontro. Come suggerisce il titolo: Superfetazioni (dal lat. superfetare “concepire sopra”), la doppia personale si sviluppa nell’accostamento di organismi stratificati, restituendo una visione unitaria in divenire delle connessioni dialettiche fra antichità, modernità e contemporaneità.
Inglobati nella Centrale elettrica popolata da marchingegni industriali e da statue classiche, i quadri-carbone di Bongiorno e le sculture robotiche di Losvizzero riproducono d’impatto, una contrapposizione/congiunzione: tra il nero alchemico dei dipinti materici e il bianco rarefatto delle opere cinetiche; tra il bianco del marmo antico e il nero dei motori/turbine della Centrale. Elemento primigenio, vecchio come il mondo, il carbone fungeva da combustibile per l’accensione dei macchinari. L’istallazione, il globo combusto, si riferisce alla Terra Mater, al nostro pianeta oggi vessato dall’inquinamento ed esasperato dallo sfruttamento delle risorse naturali. Lo spazio sembra caricarsi d’echi della presenza e delle attività dell'uomo: ecco allora che i quadri in carbon-fossile di Bongiorno, speculari con le antiche statue, alludono alle migliaia di operai che con il loro impegno oscuro e febbrile “fabbricavano la luce” che risplende ora nella fibra ottica degli angeli luminosi di Franco Losvizzero. Quest'ultimo, attraverso l'individuazione di alcune opere e di particolari reperti archeologici, mette in risalto possibili e impossibili mutazioni estetiche: alla bellezza come riflesso di un ideale assoluto, raffronta le sue immagini ancestrali, anomale, stra-ordinarie, ibride, frutto di un viaggio nell'inconscio e di una forza creatrice che trasfigura la realtà, non solo la riverbera. I bassorilievi in materiale plastico ceroso su carta, i quadri meccanici e gli interventi su pagine di antichi cataloghi, mostrano la "metamorfosi" contemporanea, di là del sogno e della memoria. Scrive la curatrice Lori Adragna “Il linguaggio contemporaneo entra in risonanza con gli antichi reperti e le tracce di archeologia industriale amplificando l’energia creativa insita nel luogo. Il dialogo -giocato su rimandi nell’asse del tempo- sfocia nel concreto coincidere di mito e realtà. Rivelare le nostre inconfondibili radici identitarie, la nostra appartenenza all’arte, alla storia e alla tecnologia, schiude imprevisti scenari di ri-scoperta del presente. Integrare la bellezza e l'arte con la vita, restituisce la potente vitalità dalla quale esse sorgono, trasformando l’estraneità in partecipazione”.
Vito Bongiorno nasce nel 1963 ad Alcamo; vive e lavora a Roma. Ha vissuto e lavorato a Monaco di Baviera e a New York dove è stato invitato ad esporre in diverse gallerie. Costanzo Costantini lo ha definito l’Yves Klein italiano. Alcune sue opere sono state donate in beneficenza: al Giappone nell’asta Emergenza Origami, all’associazione “Italians for Darfur”, e a “Smile Train” per la catastrofe dello tsunami. Ha esposto in mostre personali e collettive in Italia e all’estero, in varie sedi museali italiane (Macro, Museo Centrale Montemartini a Roma, Galleria Comunale D'Arte Moderna a Tarquinia, Museo delle Trame Mediterranee “Fondazione Orestiadi” Gibellina). È vincitore del premio Inside Art “Crisi, diamo voce all’Arte”.
Franco Losvizzero (nome d’arte di Andrea Bezziccheri) nasce nel 1973 a Roma, dove vive e lavora; artista e regista, ha completato la sua formazione a Londra, in Florida e in Egitto. Come artista ha partecipato a numerose mostre personali e collettive in tutto il mondo, ad importanti Fiere e alla Biennale di Venezia. Ha esposto in varie sedi museali (Museo della Permanente a Milano, Museo Madre di Napoli, Museo Laboratorio dell'Univ. del Molise ARATRO a Campobasso, Museo Macro, Museo Centrale Montemartini, Museo dell'Orto Botanico, MAAM a Roma e altre ancora). Come regista ha al suo attivo 4 film- lungometraggi, ha vinto il primo premio al Festival Internazionale del Film Di Roma nella Sez. Sperimentale "Fish Eye", con il film "N.VARIAZIONI aggiudicandosi anche il premio "35mm".
L'evento vede la partecipazione di due artisti diversi nello stile e nei percorsi, uniti in un progetto espositivo creato apposta per questo museo, straordinario esempio di convivenza di archeologia classica con quella industriale. Proprio nel vecchio magazzino del carbone dell’ex Centrale Termoelettrica - ora sala espositiva - la curatrice ha immaginato il territorio fisico e simbolico di un incontro. Come suggerisce il titolo: Superfetazioni (dal lat. superfetare “concepire sopra”), la doppia personale si sviluppa nell’accostamento di organismi stratificati, restituendo una visione unitaria in divenire delle connessioni dialettiche fra antichità, modernità e contemporaneità.
Inglobati nella Centrale elettrica popolata da marchingegni industriali e da statue classiche, i quadri-carbone di Bongiorno e le sculture robotiche di Losvizzero riproducono d’impatto, una contrapposizione/congiunzione: tra il nero alchemico dei dipinti materici e il bianco rarefatto delle opere cinetiche; tra il bianco del marmo antico e il nero dei motori/turbine della Centrale. Elemento primigenio, vecchio come il mondo, il carbone fungeva da combustibile per l’accensione dei macchinari. L’istallazione, il globo combusto, si riferisce alla Terra Mater, al nostro pianeta oggi vessato dall’inquinamento ed esasperato dallo sfruttamento delle risorse naturali. Lo spazio sembra caricarsi d’echi della presenza e delle attività dell'uomo: ecco allora che i quadri in carbon-fossile di Bongiorno, speculari con le antiche statue, alludono alle migliaia di operai che con il loro impegno oscuro e febbrile “fabbricavano la luce” che risplende ora nella fibra ottica degli angeli luminosi di Franco Losvizzero. Quest'ultimo, attraverso l'individuazione di alcune opere e di particolari reperti archeologici, mette in risalto possibili e impossibili mutazioni estetiche: alla bellezza come riflesso di un ideale assoluto, raffronta le sue immagini ancestrali, anomale, stra-ordinarie, ibride, frutto di un viaggio nell'inconscio e di una forza creatrice che trasfigura la realtà, non solo la riverbera. I bassorilievi in materiale plastico ceroso su carta, i quadri meccanici e gli interventi su pagine di antichi cataloghi, mostrano la "metamorfosi" contemporanea, di là del sogno e della memoria. Scrive la curatrice Lori Adragna “Il linguaggio contemporaneo entra in risonanza con gli antichi reperti e le tracce di archeologia industriale amplificando l’energia creativa insita nel luogo. Il dialogo -giocato su rimandi nell’asse del tempo- sfocia nel concreto coincidere di mito e realtà. Rivelare le nostre inconfondibili radici identitarie, la nostra appartenenza all’arte, alla storia e alla tecnologia, schiude imprevisti scenari di ri-scoperta del presente. Integrare la bellezza e l'arte con la vita, restituisce la potente vitalità dalla quale esse sorgono, trasformando l’estraneità in partecipazione”.
Vito Bongiorno nasce nel 1963 ad Alcamo; vive e lavora a Roma. Ha vissuto e lavorato a Monaco di Baviera e a New York dove è stato invitato ad esporre in diverse gallerie. Costanzo Costantini lo ha definito l’Yves Klein italiano. Alcune sue opere sono state donate in beneficenza: al Giappone nell’asta Emergenza Origami, all’associazione “Italians for Darfur”, e a “Smile Train” per la catastrofe dello tsunami. Ha esposto in mostre personali e collettive in Italia e all’estero, in varie sedi museali italiane (Macro, Museo Centrale Montemartini a Roma, Galleria Comunale D'Arte Moderna a Tarquinia, Museo delle Trame Mediterranee “Fondazione Orestiadi” Gibellina). È vincitore del premio Inside Art “Crisi, diamo voce all’Arte”.
Franco Losvizzero (nome d’arte di Andrea Bezziccheri) nasce nel 1973 a Roma, dove vive e lavora; artista e regista, ha completato la sua formazione a Londra, in Florida e in Egitto. Come artista ha partecipato a numerose mostre personali e collettive in tutto il mondo, ad importanti Fiere e alla Biennale di Venezia. Ha esposto in varie sedi museali (Museo della Permanente a Milano, Museo Madre di Napoli, Museo Laboratorio dell'Univ. del Molise ARATRO a Campobasso, Museo Macro, Museo Centrale Montemartini, Museo dell'Orto Botanico, MAAM a Roma e altre ancora). Come regista ha al suo attivo 4 film- lungometraggi, ha vinto il primo premio al Festival Internazionale del Film Di Roma nella Sez. Sperimentale "Fish Eye", con il film "N.VARIAZIONI aggiudicandosi anche il premio "35mm".
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