Oliver Ressler. Transnational Capitalism Examined

Oliver Ressler, The Bull Laid Bear, 730x490

 

Dal 27 Settembre 2016 al 26 Novembre 2016

Roma

Luogo: Fondazione Pastificio Cerere / The Gallery Apart

Indirizzo: via degli Ausoni 7

Curatori: Mike Watson

Enti promotori:

  • Fondazione Pastificio Cerere
  • The Gallery Apart
  • Forum Austriaco di Cultura a Roma

Telefono per informazioni: +39 06 45422960

E-Mail info: info@pastificiocerere.it

Sito ufficiale: http://www.pastificiocerere.it



La Fondazione Pastificio Cerere e The Gallery Apart, con il supporto del Forum Austriaco di Cultura a Roma, sono lieti di annunciare Transnational Capitalism Examined, la doppia personale dell’artista austriaco Oliver Ressler a cura di Mike Watson.
L'intero progetto si presenta come una panoramica sul lavoro dell’artista e regista austriaco e si articola in due sedi espositive di Roma: la Fondazione Pastificio Cerere (dal 27 settembre 2016) e la galleria The Gallery Apart (dal 28 settembre 2016).
Entrambe le mostre resteranno aperte al pubblico fino al 26 novembre 2016.

La ricerca di Oliver Ressler è costantemente rivolta ad attenuare i confini tra arte e attivismo politico, attraverso installazioni e video che intendono rendere visibile ciò che altrimenti resterebbe nell’ombra, aprendo così possibilità di dialogo sugli atti illeciti compiuti dalle politiche contemporanee e sulle strategie per sconfiggerle.

Mentre la crisi economica persiste, tre sono i settori del capitale transnazionale che si distinguono come i più aggressivi ed inclini verso assesti politici neofascisti, volti a massimizzare i profitti: il capitale finanziario speculativo, il complesso della sicurezza militare-industriale e il settore energetico ed estrattivo. Il comune denominatore di tali aspetti è la loro trascendenza dai confini nazionali. La globalizzazione, un tempo promessa di libertà illimitate, si è trasformata in una forza restrittiva in quanto, il capitalismo finanziario, le azioni militari punitive e l’estrazione di beni, si espandono a livello transnazionale e non sono gestibili da singoli soggetti politici o dai rispettivi governi. Il problema viene esasperato da due tendenze, contraddittorie ma analogamente pericolose: una orientata verso il nazionalismo e il protezionismo, l’altra rivolta al disprezzo degli stati nazionali e dei rispettivi leader a volte eletti democraticamente. La prima tendenza trova la sua espressione nel vandalismo e nelle vittorie elettorali dei partiti di estrema destra; la seconda è più difficile da rilevare, in quanto gli accordi commerciali e i patti finanziari vengono stipulati a porte chiuse. Parte del ruolo di Oliver Ressler in qualità di artista è quello di portarli a conoscenza della collettività nella speranza di sovvertire determinate dinamiche di occultamento. 
Con questo intento Oliver Ressler, in collaborazione con il curatore e teorico Mike Watson, ha concepito Transnational Capitalism Examined, progetto articolato in due parti in cui dialogano tra loro lavori già esistenti, svolti in parziale collaborazione con gli artisti Zanny Begg e Martin Krenn, e nuove produzioni create appositamente.

Transnational Capitalism Examined: Dancing on Systemically Important Graves, ospitata nelle sale della Fondazione Pastificio Cerere, riunisce opere video degli ultimi 13 anni della produzione di Ressler, che dimostrano l’approccio artistico dell’autore al genere del documentario, mettendo a nudo gli effetti del capitalismo transnazionale attraverso la capacità critica dell’arte. Se The Bull Laid Bare e The Visible and the Invisible esplorano le macchinazioni del debito e della finanza internazionali, The Fittest Survive analizza il legame perverso tra imprese e guerra. Allo stesso tempo, Leave it in the Ground getta luce sulla politica di estrazione di carburanti fossili.

Transnational Capitalism Examined: Border as Method ospitata presso The Gallery Apart analizza il volto visibile del capitalismo globale, rappresentato dalle rivolte sociali, dal collasso economico, dalle migrazioni non documentate e dall’ingresso in Europa di rifugiati provenienti da zone di guerra. La mostra propone tre film, fra cui l’inedito “Emergency Turned Upside-Down”, e una serie di lavori fra cui fotografie, lightbox, wallpaper e floor paper. La mostra prende il titolo dall’opera di Sandro Mezzadra e Brett Neilson Border as Method, or the Multiplication of Labour (2013), che analizza la proliferazione dei confini che ha accompagnato lo sviluppo del capitalismo, del mercato libero e della globalizzazione, evidenziandone le contraddizioni. Eppure, come spiegano gli autori del libro, non si tratta di affermare che lo stato nazionale sia rinato come forza politica nel XXI secolo, quanto piuttosto che “i confini, lungi dal servire semplicemente da barriera o ostacolo ai flussi globali, sono diventati strumenti essenziali per la loro articolazione.”

Nel corso della mostra, presso la Fondazione Pastificio Cerere, avranno luogo diversi eventi collaterali curati da Mike Watson: Art. Class. War, riunirà VJ e DJ per presentare opere audio, visive e performance che affronteranno i temi delle classi sociali e della Guerra nel contesto dell’arte; Boundaries and Confines, due seminari sul tema delle arti e dell’attivismo sui media rivolti a studenti delle Università locali.

Oliver Ressler (Knittelfeld, Austria, 1970) vive e lavora a Vienna e realizza installazioni, progetti in spazi pubblici e film su temi quali economia, democrazia, surriscaldamento globale, forme di resistenza e alternative sociali. Tra le oltre 60 mostre personali, si annoverano quelle presso il Berkeley Art Museum, negli Stati Uniti, il Platform Garanti Contemporary Art Center di Istanbul, il Museo di Arte Contemporanea di Belgrado, il Centro Cultural Conde Duque di Madrid, l’Alexandria Contemporary Arts Forum in Egitto, il Wyspa Institute of Art di Gdansk, il Lentos Kunstmuseum di Linz e il Centro Andaluz de Arte Contemporaneo – CAAC di Siviglia. Attualmente sta lavorando alla preparazione di altre due mostre personali per SALT Galata di Istanbul e il MNAC – National Museum of Contemporary Art di Bucarest, le cui rispettive inaugurazioni sono previste per novembre 2016. Ressler ha partecipato a oltre 300 mostre collettive, tra cui quelle presso il Museo Reina Sofía di Madrid, il Van Abbe Museum di Eindhoven, il MASSMoCA di North Adams, Stati Uniti, il Centre Pompidou di Parigi; inoltre, ha preso parte alle biennali di Siviglia (2006), Mosca (2007), Taipei (2008), Lione (2009), Gyumri (2012), Venezia (2013), Atene (2013, 2015) e Quebec (2014). Nel 2016, Ressler ha vinto il premio di recente creazione Prix Thun for Art and Ethics Award. www.ressler.at
Mike Watson è un teorico dell’arte, critico e curatore che opera in Italia ed è specializzato soprattutto nel rapporto tra arte e politica. Ha conseguito il Dottorato in Filosofia presso il Goldsmiths College e ha svolto l’attività di curatore per la Nomas Foundation e per le edizioni 55 e 56 della Biennale di Venezia. Nel Maggio del 2016 ha pubblicato un libro intitolato “Towards a Conceptual Militancy” per ZerO books. Scrive regolarmente per Frieze, Art Review, Radical Philosophy e Hyperallergic.
ArtReview ha pubblicato di recente una conversazione tra Mike Watson e Oliver Ressler:
http://artreview.com/features/online_feature_oliver_ressler_mike_watson/ page2image40224 page2image40384 page2image40544 PROGRAMMA

Fondazione Pastificio Cerere
Transnational Capitalism Examined: Dancing on Systemically Important Graves
27 settembre – 26 novembre 2016
Inaugurazione: martedì, 27 settembre 2016 h 19
Lunedì – Venerdì 15.00-19.00, Sabato 16.00-20.00 
The Gallery Apart

Transnational Capitalism Examined: Border as Method
28 settembre – 26 novembre 2016 
Inaugurazione: mercoledì, 28 settembre 2016 h 19
Martedì – Sabato 15.00 – 19.00 o su appuntamento 


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