Riccardo Venturi. Chaos Libya

© Riccardo Venturi

 

Dal 27 Aprile 2016 al 22 Maggio 2016

Roma

Luogo: Palazzo Velli Expò

Indirizzo: piazza di Sant'Egidio 10

Orari: dal lunedì alla domenica dalle ore 11 alle ore 23

Curatori: Ilaria Prilli

Enti promotori:

  • Palazzo Velli Expò
  • In collaborazione con Akronos e Visiva

Telefono per informazioni: +39 06 588 2143

Sito ufficiale: http://www.palazzovelliexpo.it/



Inaugura mercoledì 27 aprile alle ore 18:30 presso Palazzo Velli a Roma in piazza Sant’Egidio 10 il lavoro fotografico di Riccardo Venturi “Chaos Libya”. 

La mostra è un progetto dell’associazione culturale Akronos in collaborazione con Visiva - La città dell'immagine e Palazzo Velli Expò e resterà aperta fino al 22 maggio 2016. 

Durante il periodo espositivo verranno proposti una serie di incontri, seminari, workshop ed altre attività inerenti le tematiche in esposizione.
Il reportage di Riccardo Venturi “Chaos Libya”, racconta i primi momenti della guerra civile in Libia, quando nel 2011 Bengazi insorge contro la dettatura di Gheddafi, sull’onda di quelle che furono definite “Primavere arabe”.
La mostra di Venturi si compone di circa 50 foto di grande formato ed è articolata in due momenti profondamente differenti. 

Nella prima sezione le foto hanno la forma del reportage classico, quello dei grandi nomi del passato, ma l’originalità e la complessità dello stile sono immediati. 
Le immagini entrano direttamente nella vita e nella sofferenza del popolo libico, raccontano di giovani capaci di trovare coraggio e sposare una causa di libertà, ricordano le aspettative e le speranze, in seguito tradite, di chi in quel momento ha creduto sinceramente che quella fase di guerra potesse essere l’inizio di un futuro libero dalla dittatura e volto a costruire uno Stato democratico. Al di là della drammaticità degli eventi, in questa parte della mostra, l’essere umano è protagonista potremmo dire “in carne e ossa” con tutto il suo carico emotivo, vitale ed espressivo. 

La seconda parte della mostra è dedicata alla memoria. Testimonia la guerra da un punto di vista diametralmente opposto, raggiunge la nostra coscienza attraverso l’astrazione e la rappresentazione mentale che ognuno di noi compie decodificando a proprio modo un’immagine. Venturi decide di raccontare quel dramma attraverso immagini di immagini; utilizza un mezzo inusuale, la fotografia della fotografia, o in alcuni casi della fotocopia. I ritratti con cui i parenti e le famiglie delle vittime hanno interamente tappezzato la piazza centrale di Benghazi vengono fotografati come fossero icone, per tenere vivo il ricordo, per omaggiare la memoria dei propri cari.

Riccardo Venturi, con l’intercalarsi di ritratti dei dissidenti uccisi, alle fotografie dei luoghi della tortura e della prigionia, raccontandoci la memoria di un evento e non l’evento in sé, raggiunge il suo obiettivo che è quello di permettere ad ognuno di noi di assumere, interpretare, conoscere un fatto attraverso l’emozione.
Questa capacità, quella di saper astrarre da ogni vicenda osservata la sua essenza profonda e di saperla comunicare poi in modo diretto e semplice, rende un artista come lui, un intellettuale della fotografia, come pochi ne abbiamo in Italia e nel mondo.

Riccardo Venturi prima ancora di essere un fotoreporter è un autore della fotografia. La personalità di Riccardo Venturi, consacrata da lunga esperienza internazionale, coniuga le capacità tecniche e formali che della fotografia fanno un’arte, ad una profonda partecipazione umana. Vincitore, tra altri importanti premi internazionali, del World Press Photo nel 1997 e nel 2011, la sua attività fotografica lo ha visto presente in quasi tutti i grandi eventi geopolitici accaduti nel mondo negli ultimi venti anni.
Riccardo Venturi si definisce come testimone del nostro tempo, non soltanto interessato ad affermare se stesso come autore, ma soprattutto come uomo che tende la mano agli altri rivelandone il dolore e il dramma, rendendo testimonianze, nella loro verità e nella loro realtà, che fanno di tutti noi fratelli e sorelle delle vittime.
www.riccardoventuri.com


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