Scene, voci, accenti, scritture: il teatro infinito di Andrea Camilleri

Andrea Camilleri in un ritratto giovanile I Ph. Fondo Andrea Camilleri
Dal 23 October 2025 al 9 November 2025
Roma
Luogo: Palazzo Firenze
Indirizzo: Piazza di Firenze 27
Orari: dal lunedì al venerdì (ore 10:00-18:00), sabato e domenica (ore 10:00-14:00), mentre resterà chiusa sabato 1 e domenica 2 novembre
Curatori: Giulio Ferroni
E-Mail info: eventi@dante.global
Sito ufficiale: http://www.dante.global
Da giovedì 23 ottobre, nella Sala Walter Mauro di Palazzo Firenze a Roma, sede centrale della Società Dante Alighieri, si potrà visitare la mostra “Scene, voci, accenti, scritture: il teatro infinito di Andrea Camilleri”.
La mostra è parte del progetto di celebrazioni dei cento anni dalla nascita dello scrittore ed è a cura dello storico della letteratura italiana Giulio Ferroni.
Realizzata dalla Società Dante Alighieri in collaborazione con il Fondo Andrea Camilleri, con la produzione di Arthemisia, l'esposizione è accompagnata da un’audioguida con la voce di Marco Presta, già allievo di Camilleri all’Accademia nazionale d’arte drammatica.
La mostra intende indagare la figura dello scrittore siciliano andando ben oltre il suo ruolo di “inventore” del celebre Commissario Montalbano, grazie a un percorso suggestivo tra documenti originali, fotografie, lettere, copioni, edizioni rare e materiali audiovisivi organizzato in sei sezioni tematiche a ripercorrere la vita e l’opera di uno degli autori più amati del Novecento.
Camilleri, come già Pirandello, ha concepito il mondo come un grande palcoscenico dove voci, accenti e scritture si sono intrecciate in un teatro infinito. Delle voci e delle pronunce in cui detto teatro si manifestava, del diverso disporsi e intrecciarsi di linguaggi in situazione, degli accenti e posture dei diversi personaggi, persone o marionette che tutti siamo, Camilleri è rimasto sempre in ascolto, con “onnivora” partecipazione a tutti gli aspetti della vita del mondo.
Se il suo universo creativo non può essere confinato in una sola disciplina, altrettanto vasta e fitta è stata la rete di contatti e rapporti personali, amicizie, conoscenze, frequentazioni e scambi intessuti da Camilleri con numerosi protagonisti della vita culturale dell’Italia. La mostra di Palazzo Firenze percorre e svela la profonda coerenza di un impegno culturale e artistico, quello dell’autore, dalla sua formazione giovanile alla consacrazione internazionale, attraversando il suo intenso impegno per il teatro, la radio, la televisione, la narrativa e l’arte visiva dalla metà del Novecento per approdare ai primi operosi lacerti del nuovo secolo/millennio.
Il percorso espositivo si chiude con gli anni della definitiva affermazione di Andrea Camilleri e con la rievocazione del monologo Conversazione su Tiresia, da lui stesso pronunciato nel 2018 nel Teatro Greco di Siracusa un anno prima della sua scomparsa. In questa occasione, l’autore ha suggellato la trasformazione della sua voce e del suo pensiero, sempre lucidi e critici, nel simbolo stesso di una vitalità rimasta creativa e brillante fino alla fine.
LE SEZIONI DELLA MOSTRA
1) LA FAMIGLIA, LA SCUOLA, LETTURE E SCOPERTE
La prima sezione ci porta nell’intimità del giovane Camilleri mostrando foto di famiglia, suoi quaderni scolastici e le prime poesie autografe (1939–1941) accanto alle edizioni di Montale e Saba che ne hanno influenzato la scrittura. Due curiosi documenti ottocenteschi, ritrovati da lui tra le carte di casa, diventeranno spunto, molti anni dopo, per due celebri romanzi: La bolla di componenda e La concessione del telefono.
2) POETA O REGISTA?
La seconda sezione parla di Camilleri poeta e intellettuale nel secondo Dopoguerra, attraverso lettere di Alba de Céspedes ed Elio Vittorini, taccuini del 1943 e 1945, e con la poesia Morte di Garcia Lorca, premiata nel 1950, periodo in cui l'ingresso del giovane Andrea all’Accademia d’arte drammatica di Roma ne apre la lunga carriera teatrale.
3) SULLA SCENA TEATRALE: TRA BECKETT E PIRANDELLO
Due bacheche raccontano il Camilleri regista: dal sodalizio con Orazio Costa alle regie di Beckett, Pirandello e Ionesco, documenti, recensioni e copioni testimoniano la sua passione per il teatro dell’assurdo e ripercorrono la sua attività televisiva, dove spicca la produzione di una serie dedicata a Eduardo De Filippo.
4) ERA LA RAI: RADIO E TELEVISIONE
Camilleri autore per la RAI è narrato da lettere, copioni e sceneggiature radiofoniche e televisive come quelle del Versificatore (in mostra una lettera di Primo Levi), di Western di cose nostre (di Sciascia) e delle due serie Il tenente Sheridan e Maigret.
5) UN INESAURIBILE NARRARE
Due bacheche esplorano la nascita del Camilleri narratore: dal dattiloscritto Mani avanti (1967–68) a Il corso delle cose (1978), fino all’invenzione poliziesca di Montalbano. Il focus è posto sul personalissimo stile linguistico e narrativo, con lettere editoriali, traduzioni e un glossario siciliano redatto dallo stesso autore.
6) FORME DELLA VISIONE
La dimensione visiva è centrale nell’ultima sezione: i volumetti di Camilleri su Caravaggio, Guttuso e Renoir rivelano il suo interesse per l’arte. La mostra si chiude con la rievocazione del monologo Conversazione su Tiresia, che lui stesso recitò nel Teatro greco di Siracusa nel 2018.
Materiali audiovisivi selezionati e provenienti da Rai Teche, Palomar e Fondo Camilleri completano il percorso: ci sono interviste, reportage e apparizioni televisive, tra cui il tenero servizio del Tg2 del 1996, il programma “Scrittori da marciapiedi”, il dialogo con Patrizio Roversi in “Per un pugno di libri” e il backstage realizzato in occasione della produzione dello spettacolo Conversazione su Tiresia.
L’iniziativa si inserisce nel programma del Centenario Camilleri promosso dal Fondo Andrea Camilleri con il Comitato Nazionale Camilleri 100.
La mostra è parte del progetto di celebrazioni dei cento anni dalla nascita dello scrittore ed è a cura dello storico della letteratura italiana Giulio Ferroni.
Realizzata dalla Società Dante Alighieri in collaborazione con il Fondo Andrea Camilleri, con la produzione di Arthemisia, l'esposizione è accompagnata da un’audioguida con la voce di Marco Presta, già allievo di Camilleri all’Accademia nazionale d’arte drammatica.
La mostra intende indagare la figura dello scrittore siciliano andando ben oltre il suo ruolo di “inventore” del celebre Commissario Montalbano, grazie a un percorso suggestivo tra documenti originali, fotografie, lettere, copioni, edizioni rare e materiali audiovisivi organizzato in sei sezioni tematiche a ripercorrere la vita e l’opera di uno degli autori più amati del Novecento.
Camilleri, come già Pirandello, ha concepito il mondo come un grande palcoscenico dove voci, accenti e scritture si sono intrecciate in un teatro infinito. Delle voci e delle pronunce in cui detto teatro si manifestava, del diverso disporsi e intrecciarsi di linguaggi in situazione, degli accenti e posture dei diversi personaggi, persone o marionette che tutti siamo, Camilleri è rimasto sempre in ascolto, con “onnivora” partecipazione a tutti gli aspetti della vita del mondo.
Se il suo universo creativo non può essere confinato in una sola disciplina, altrettanto vasta e fitta è stata la rete di contatti e rapporti personali, amicizie, conoscenze, frequentazioni e scambi intessuti da Camilleri con numerosi protagonisti della vita culturale dell’Italia. La mostra di Palazzo Firenze percorre e svela la profonda coerenza di un impegno culturale e artistico, quello dell’autore, dalla sua formazione giovanile alla consacrazione internazionale, attraversando il suo intenso impegno per il teatro, la radio, la televisione, la narrativa e l’arte visiva dalla metà del Novecento per approdare ai primi operosi lacerti del nuovo secolo/millennio.
Il percorso espositivo si chiude con gli anni della definitiva affermazione di Andrea Camilleri e con la rievocazione del monologo Conversazione su Tiresia, da lui stesso pronunciato nel 2018 nel Teatro Greco di Siracusa un anno prima della sua scomparsa. In questa occasione, l’autore ha suggellato la trasformazione della sua voce e del suo pensiero, sempre lucidi e critici, nel simbolo stesso di una vitalità rimasta creativa e brillante fino alla fine.
LE SEZIONI DELLA MOSTRA
1) LA FAMIGLIA, LA SCUOLA, LETTURE E SCOPERTE
La prima sezione ci porta nell’intimità del giovane Camilleri mostrando foto di famiglia, suoi quaderni scolastici e le prime poesie autografe (1939–1941) accanto alle edizioni di Montale e Saba che ne hanno influenzato la scrittura. Due curiosi documenti ottocenteschi, ritrovati da lui tra le carte di casa, diventeranno spunto, molti anni dopo, per due celebri romanzi: La bolla di componenda e La concessione del telefono.
2) POETA O REGISTA?
La seconda sezione parla di Camilleri poeta e intellettuale nel secondo Dopoguerra, attraverso lettere di Alba de Céspedes ed Elio Vittorini, taccuini del 1943 e 1945, e con la poesia Morte di Garcia Lorca, premiata nel 1950, periodo in cui l'ingresso del giovane Andrea all’Accademia d’arte drammatica di Roma ne apre la lunga carriera teatrale.
3) SULLA SCENA TEATRALE: TRA BECKETT E PIRANDELLO
Due bacheche raccontano il Camilleri regista: dal sodalizio con Orazio Costa alle regie di Beckett, Pirandello e Ionesco, documenti, recensioni e copioni testimoniano la sua passione per il teatro dell’assurdo e ripercorrono la sua attività televisiva, dove spicca la produzione di una serie dedicata a Eduardo De Filippo.
4) ERA LA RAI: RADIO E TELEVISIONE
Camilleri autore per la RAI è narrato da lettere, copioni e sceneggiature radiofoniche e televisive come quelle del Versificatore (in mostra una lettera di Primo Levi), di Western di cose nostre (di Sciascia) e delle due serie Il tenente Sheridan e Maigret.
5) UN INESAURIBILE NARRARE
Due bacheche esplorano la nascita del Camilleri narratore: dal dattiloscritto Mani avanti (1967–68) a Il corso delle cose (1978), fino all’invenzione poliziesca di Montalbano. Il focus è posto sul personalissimo stile linguistico e narrativo, con lettere editoriali, traduzioni e un glossario siciliano redatto dallo stesso autore.
6) FORME DELLA VISIONE
La dimensione visiva è centrale nell’ultima sezione: i volumetti di Camilleri su Caravaggio, Guttuso e Renoir rivelano il suo interesse per l’arte. La mostra si chiude con la rievocazione del monologo Conversazione su Tiresia, che lui stesso recitò nel Teatro greco di Siracusa nel 2018.
Materiali audiovisivi selezionati e provenienti da Rai Teche, Palomar e Fondo Camilleri completano il percorso: ci sono interviste, reportage e apparizioni televisive, tra cui il tenero servizio del Tg2 del 1996, il programma “Scrittori da marciapiedi”, il dialogo con Patrizio Roversi in “Per un pugno di libri” e il backstage realizzato in occasione della produzione dello spettacolo Conversazione su Tiresia.
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