SNAP TRAP. Barbara De Vivi e Francesco Pozzato
Dal 29 Luglio 2021 al 05 Settembre 2021
Roma
Luogo: Palazzo Merulana
Indirizzo: Via Merulana 121
Orari: dal mercoledì alla domenica 12 - 20. Palazzo Merulana resterà chiuso per ferie dal 9 al 24 agosto 2021
Curatori: Miriam Rejas Del Pino
Costo del biglietto: Intero € 10, Ridotto € 8
Sito ufficiale: http://www.palazzomerulana.it
Palazzo Merulana, nato dalla sinergia tra Fondazione Elena e Claudio Cerasi e CoopCulture, è lieto di ospitare dal 29 luglio al 5 settembre 2021 SNAP TRAP, mostra bipersonale di Barbara De Vivi e Francesco Pozzato a cura di Miriam Rejas Del Pino. In esposizione un corpus d opere concepite per la città di Roma, dove dipinti, stampe digitali e installazioni si dispiegheranno nello spazio espositivo.
Distruzione e rifiuto sono gli elementi cardine della mostra, che ha ispirato gli artisti nella loro produzione. Il confronto con le icone, miti e eroi del passato può essere una chiave di lettura del presente o, al contrario, portare alla volontà di emanciparsi da ciò che fu. Attraverso le proprie pratiche artistiche e il rapporto col passato, De Vivi e Pozzato riflettono qui su questa pulsione distruttrice in chiave ambigua: spesso volto a eliminare il lascito culturale dei nostri antenati, questa volontà di cancellazione si fa anche portatrice di inattese conseguenze che hanno preservato la memoria di un popolo.
Barbara De Vivi mette in relazione racconti e personaggi provenienti da contesti differenti che, grazie alla stratificazione pittorica, coincidono in un medesimo tempo e spazio. Nelle tele esposte, delle azioni sovversive e dissacratorie vengono inscenate dai personaggi raffigurati; fermi in quell'attimo in cui, nel bel mezzo di una convulsa danza collettiva, tentano di danneggiare statue e monumenti della sfera pubblica.
Dalla distruzione dell’eredità del passato Francesco Pozzato trae ispirazione per produrre le opere esposte in SNAP TRAP, soffermandosi in questa occasione sul risultato inatteso di “azioni annientatrici”. Lo sguardo dell’artista si posa su due elementi arrivati fino a noi perché preservati nel tempo: i miti e racconti della tradizione mesopotamica recuperati dalle grandi raccolte di tavolette d'argilla e le grottesche romane, elemento decorativo che adorna la vicina Domus Aurea. L’artista risemantizza questi elementi attraverso l’inserimento di elementi figurativi appartenenti alla nostra contemporaneità all’interno delle tipiche forme geometriche di queste pitture decorative.
“In questa mostra le strategie adoperate dagli artisti per confrontarsi con l’eredità culturale del passato oscillano dalla sua messa in discussione alla potenza di una rinascita inaspettata - spiega Miriam Rejas Del Pino, curatrice del progetto culturale - Nel loro rapporto dialogico gli artisti tracciano un asse bidirezionale tra l’individuo e il collettivo che fa interloquire epoche distanti in un movimento ciclico. Questo Eterno ritorno dell’eredità culturale ricorda il movimento di una antica moneta che, non smettendo mai di girare, fa collassare il tempo senza mai arrestarsi su nessuna delle due facce.”
Barbara De Vivi (Venezia, 1992)
Barbara De Vivi si diploma all’Accademia di Belle Arti di Venezia nel 2018 dopo aver preso parte al progetto Erasmus+ studiando all’ Universidad Complutense di Madrid. Nel 2017 vince uno studio d’artista presso la Fondazione Bevilacqua La Masa e il Premio Combat, nel 2018 prende parte ad una residenza presso Dolomiti Contemporanee e vince il Premio Euromobil Under 30. Dal 2020 vive e lavora tra Venezia e Newcastle (UK) dove ottiene uno studio presso Breeze Creatives e successivamente a Baltic 39. Prende parte a diversi concorsi, fiere d'arte ed esposizioni, tra cui: Le danses nocturnes (a cura di Eastcontemporary; Entrevaux, Francia, 2021) Regarding Venice (Galleria Poggiali, Milano; 2021), Danae Revisited (a cura di Carlo Sala; Fondazione Fabbri, Pieve di Soligo; 2021), la collettiva dei finalisti del Premio Fabbri (a cura di Carlo Sala; Villa Brandolini, Pieve di Soligo; 2019), Selvatico 13 (a cura di Massimiliano Fabbri; Palazzo Pezzi, Cotignola, 2018), Brain Tooling (a cura di Gianluca D'Incà Levis, Petra Cason e Riccardo Caldura; Forte di Monte Ricco, Pieve di Cadore, 2018), La scintilla latente (a cura di Carlo Sala; Ca' dei Ricchi, Treviso, 2019), 10 little indians (a cura di Silvia Giambrone e Fabrizio Pizzuto; MLAC, Roma, 2018).
Francesco Pozzato (Vicenza, 1992)
Ha completato i suoi studi prima in Teatro e poi in Arti Visive all’Università IUAV di Venezia ed è attualmente iscritto a Storia del Mediterraneo Antico e Medievale all’Università Ca’ Foscari. Nel 2020 ha partecipato al progetto di Galleria Continua e Fondazione Elpis Una Boccata d’Arte a Sepino (Campobasso), nel 2019 è stato in residenza presso BoCs Art (Cosenza) e nel 2018 presso gli atelier della Fondazione Bevilacqua La Masa (Venezia). Recentemente ha partecipato a varie mostre, tra cui Metafotografia, curata da Mauro Zanchi e Sara Benaglia, BACO Base Arte Contemporanea Odierna (Bergamo, 2020) Photo Open Up - Argo, curata da Carlo Sala presso Cattedrale Ex Macello (Padova, 2019), Coming Soon, curata da Mira Asriningtyas, Nora Heidorn e Kari Rittenbach presso la Fondazione Sandretto Re Rebaudengo (Torino, 2018), e la personale In this sign, you shall lose, curata da Saverio Bonato (Schio, 2019). Inoltre nel 2018 ha preso parte al workshop Q-Rated con Zach Blas, Rana Hamadeh e Robert Leckie, curato da La Quadriennale di Roma presso Lecce.
Miriam Rejas Del Pino (Barcellona, 1993)
Miriam Rejas Del Pino è PhD Candidate in Storia delle Arti e curatrice indipendente. Attualmente ricopre il ruolo di archivista presso il Laura de Santillana archive. Rejas si laurea nel 2019 in Arti Visive presso lo IUAV di Venezia con il massimo dei voti, vincendo il premio ‘Miglior Tesi Arti Visive’ con una tesi intitolata ‘Self as Other. Costruzione identitaria e fotografia in Claude Cahun’, incentrata sull’analisi degli autoritratti dell’artista da una prospettiva semiotica. Al termine della Laurea Magistrale viene selezionata insieme ad altri nove giovani curatori per formarsi a CAMPO, il Corso per Curatori della Fondazione Sandretto Re Rebaudengo a Torino. Nel 2020 co-fonda TBD Ultramagazine, un progetto editoriale che le permette di interloquire con diversi agenti del sistema dell’arte contemporanea italiano. Oltre alla scrittura di saggi e articoli in TBD co-cura X-POST, pubblicazione di TBD finanziata dalla FSRR, dal Goethe Institut e dalla Fondazione CRT. L’interesse curatoriale e teorico di Rejas si focalizza sulle immagini, le loro temporalità plurali e l’enunciazione, sfera dove si manifestano i rapporti intersoggettivi tra opera d’arte e spettatore.
Distruzione e rifiuto sono gli elementi cardine della mostra, che ha ispirato gli artisti nella loro produzione. Il confronto con le icone, miti e eroi del passato può essere una chiave di lettura del presente o, al contrario, portare alla volontà di emanciparsi da ciò che fu. Attraverso le proprie pratiche artistiche e il rapporto col passato, De Vivi e Pozzato riflettono qui su questa pulsione distruttrice in chiave ambigua: spesso volto a eliminare il lascito culturale dei nostri antenati, questa volontà di cancellazione si fa anche portatrice di inattese conseguenze che hanno preservato la memoria di un popolo.
Barbara De Vivi mette in relazione racconti e personaggi provenienti da contesti differenti che, grazie alla stratificazione pittorica, coincidono in un medesimo tempo e spazio. Nelle tele esposte, delle azioni sovversive e dissacratorie vengono inscenate dai personaggi raffigurati; fermi in quell'attimo in cui, nel bel mezzo di una convulsa danza collettiva, tentano di danneggiare statue e monumenti della sfera pubblica.
Dalla distruzione dell’eredità del passato Francesco Pozzato trae ispirazione per produrre le opere esposte in SNAP TRAP, soffermandosi in questa occasione sul risultato inatteso di “azioni annientatrici”. Lo sguardo dell’artista si posa su due elementi arrivati fino a noi perché preservati nel tempo: i miti e racconti della tradizione mesopotamica recuperati dalle grandi raccolte di tavolette d'argilla e le grottesche romane, elemento decorativo che adorna la vicina Domus Aurea. L’artista risemantizza questi elementi attraverso l’inserimento di elementi figurativi appartenenti alla nostra contemporaneità all’interno delle tipiche forme geometriche di queste pitture decorative.
“In questa mostra le strategie adoperate dagli artisti per confrontarsi con l’eredità culturale del passato oscillano dalla sua messa in discussione alla potenza di una rinascita inaspettata - spiega Miriam Rejas Del Pino, curatrice del progetto culturale - Nel loro rapporto dialogico gli artisti tracciano un asse bidirezionale tra l’individuo e il collettivo che fa interloquire epoche distanti in un movimento ciclico. Questo Eterno ritorno dell’eredità culturale ricorda il movimento di una antica moneta che, non smettendo mai di girare, fa collassare il tempo senza mai arrestarsi su nessuna delle due facce.”
Barbara De Vivi (Venezia, 1992)
Barbara De Vivi si diploma all’Accademia di Belle Arti di Venezia nel 2018 dopo aver preso parte al progetto Erasmus+ studiando all’ Universidad Complutense di Madrid. Nel 2017 vince uno studio d’artista presso la Fondazione Bevilacqua La Masa e il Premio Combat, nel 2018 prende parte ad una residenza presso Dolomiti Contemporanee e vince il Premio Euromobil Under 30. Dal 2020 vive e lavora tra Venezia e Newcastle (UK) dove ottiene uno studio presso Breeze Creatives e successivamente a Baltic 39. Prende parte a diversi concorsi, fiere d'arte ed esposizioni, tra cui: Le danses nocturnes (a cura di Eastcontemporary; Entrevaux, Francia, 2021) Regarding Venice (Galleria Poggiali, Milano; 2021), Danae Revisited (a cura di Carlo Sala; Fondazione Fabbri, Pieve di Soligo; 2021), la collettiva dei finalisti del Premio Fabbri (a cura di Carlo Sala; Villa Brandolini, Pieve di Soligo; 2019), Selvatico 13 (a cura di Massimiliano Fabbri; Palazzo Pezzi, Cotignola, 2018), Brain Tooling (a cura di Gianluca D'Incà Levis, Petra Cason e Riccardo Caldura; Forte di Monte Ricco, Pieve di Cadore, 2018), La scintilla latente (a cura di Carlo Sala; Ca' dei Ricchi, Treviso, 2019), 10 little indians (a cura di Silvia Giambrone e Fabrizio Pizzuto; MLAC, Roma, 2018).
Francesco Pozzato (Vicenza, 1992)
Ha completato i suoi studi prima in Teatro e poi in Arti Visive all’Università IUAV di Venezia ed è attualmente iscritto a Storia del Mediterraneo Antico e Medievale all’Università Ca’ Foscari. Nel 2020 ha partecipato al progetto di Galleria Continua e Fondazione Elpis Una Boccata d’Arte a Sepino (Campobasso), nel 2019 è stato in residenza presso BoCs Art (Cosenza) e nel 2018 presso gli atelier della Fondazione Bevilacqua La Masa (Venezia). Recentemente ha partecipato a varie mostre, tra cui Metafotografia, curata da Mauro Zanchi e Sara Benaglia, BACO Base Arte Contemporanea Odierna (Bergamo, 2020) Photo Open Up - Argo, curata da Carlo Sala presso Cattedrale Ex Macello (Padova, 2019), Coming Soon, curata da Mira Asriningtyas, Nora Heidorn e Kari Rittenbach presso la Fondazione Sandretto Re Rebaudengo (Torino, 2018), e la personale In this sign, you shall lose, curata da Saverio Bonato (Schio, 2019). Inoltre nel 2018 ha preso parte al workshop Q-Rated con Zach Blas, Rana Hamadeh e Robert Leckie, curato da La Quadriennale di Roma presso Lecce.
Miriam Rejas Del Pino (Barcellona, 1993)
Miriam Rejas Del Pino è PhD Candidate in Storia delle Arti e curatrice indipendente. Attualmente ricopre il ruolo di archivista presso il Laura de Santillana archive. Rejas si laurea nel 2019 in Arti Visive presso lo IUAV di Venezia con il massimo dei voti, vincendo il premio ‘Miglior Tesi Arti Visive’ con una tesi intitolata ‘Self as Other. Costruzione identitaria e fotografia in Claude Cahun’, incentrata sull’analisi degli autoritratti dell’artista da una prospettiva semiotica. Al termine della Laurea Magistrale viene selezionata insieme ad altri nove giovani curatori per formarsi a CAMPO, il Corso per Curatori della Fondazione Sandretto Re Rebaudengo a Torino. Nel 2020 co-fonda TBD Ultramagazine, un progetto editoriale che le permette di interloquire con diversi agenti del sistema dell’arte contemporanea italiano. Oltre alla scrittura di saggi e articoli in TBD co-cura X-POST, pubblicazione di TBD finanziata dalla FSRR, dal Goethe Institut e dalla Fondazione CRT. L’interesse curatoriale e teorico di Rejas si focalizza sulle immagini, le loro temporalità plurali e l’enunciazione, sfera dove si manifestano i rapporti intersoggettivi tra opera d’arte e spettatore.
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