ClochArt. La nobiltà nei ritratti artistici di poveri e senzatetto

Opera di Wally Waser

 

Dal 09 Ottobre 2021 al 17 Ottobre 2021

Torino

Luogo: Circolo degli Artisti

Indirizzo: Corso San Maurizio 6

Orari: tutti i giorni, sabato e domenica compresi, dalle 15,30 alle 19,30

Costo del biglietto: ingresso gratuito con Green Pass

Telefono per informazioni: +39 011 8128718/ +39 329 3042949


La Mostra “ClochArt”, nata da un’idea di Raffaele Palma per il CAUS (Centro Arti Umoristiche e Satiriche), è la prima collettiva artistica dedicata al mondo dei Senzatetto.
Sono gli invisibili, quelle povere persone domiciliate sempre sugli stessi marciapiedi, anno dopo anno, stagione dopo stagione, giorno dopo giorno, notte dopo notte. Le ore passano e loro non intercettano più il nostro sguardo, da tempo oramai rivolto altrove, indifferente, spesso  infastidito dalla loro presenza. 
 
Inaugurazione sabato 9 ottobre ore 16.
Accesso contingentato, secondo le normative anti Covid ed esclusivamente presentando green pass personale valido.
Domenica 10 ottobre 2021 ricorre la “Giornata Mondiale dei Senzatetto”
 
La rassegna propone le opere di 23  artisti realizzate con tecniche diverse, dipinti ad olio, acrilico, acquerello; grafiche a china, matita, pastello e incisioni. I lavori creati dagli artisti nell’estate 2021 a Torino, sono principalmente ritratti dal vero di alcuni clochard, effettuati col loro consenso in strada o presso alcune mense del povero. 
I “temi dell’arte” spaziano in varie direzioni; ritraggono ad esempio i senza fissa dimora con i loro animali, che non abbandonano mai; evidenziano l’habitat quotidiano in cui vivono, mettendo in risalto il contrasto tra le regali architetture di Torino e i miseri averi di queste persone:  giacigli di cartone, buste e carrelli posti su panchine di giardini o in angoli di marciapiede.
Nell’ampia ritrattistica in esposizione, emergono immagini di vite disperate ma dignitose, sguardi stanchi, provati, ma ricchi di empatia, fieri d’essere a disposizione degli artisti che, nel rispetto assoluto della loro difficile condizione, si adoperano per fissare su carta e tela un momento della loro vita quotidiana, in un rapporto artista-modello fatto di umanità, rispetto e solidarietà.

All’inaugurazione della mostra saranno presenti alcuni dei clochard che hanno prestato la loro immagine per la realizzazione della mostra e le Associazioni di volontariato Sociale che hanno aderito e contribuito alla realizzazione di questa non semplice iniziativa a cui sarà devoluto per opere di carità il ricavato delle vendite dei quadri.

Gli artisti che espongono le loro opere sono
:
Carlo Barbero, Angela Betta Casale, Rocco Forgione, Loredana Fulgori, Titti Garelli, Lia Laterza, Rosa Maria Lo Bue,  Elisa Vaschetti Longo, Lorella Massarotto, Delio Meinardi, Franco Negro,  Caterina Pallotta, Raffaele Palma,  Annamaria Palumbo,
Carla Parsani, Vinicio Perugia, Marco Piva, Bruno Santos, Luciano Spessot, Maria Teresa Spinnler, Marcello Toma, Almerico Tomaselli, Wally Waser.
 
Si ringraziano:  Avvocato di Strada OdV - Sportello di Torino, Mensa Parrocchia Sacro Cuore di Gesù, Mensa del Povero Parrocchia Sant’Antonio da Padova e la Mensa del Povero Parrocchia Sant’Alfonso di Torino.
Per tutte le informazioni sulla mostra:  mail - info@caus.itcell. - 3396057369
 
Tanto nel tardo Medioevo quanto nel Rinascimento, i pittori potevano attingere ad un’infinita fonte di modelli, raccolti tra la plebe nelle strade. I tratti somatici deformati, sofferenti, consunti, nel caso dei pittori fiamminghi, servivano a rappresentare, in una sorta di poetica aristotelica figurata, i vizi umani, l’abiezione, l’errore, insomma i peccati dell’umanità inscritti simbolicamente nei corpi e nei volti di questi poveri modelli. I giovani e le giovinette divenivano invece solleciti cupidi o ninfette trasudanti sensualità, grazia o purezza. Poveri d’ogni età popolavano, dunque, gli studi di artisti figurativi che sarebbero divenuti in seguito ammirati personaggi su dipinti di quadri famosissimi.
Dopo il Rinascimento, col trionfo di Manierismo e Barocco, si continuò a prediligere per i soggetti sacri modelli acquistati dal popolino. La loro figura segnata da una fisicità sofferta, spesso malata, era evidente nell’incarnato, nell’abbigliamento, nelle pieghe delle espressioni. 
In questo lungo periodo di mutazioni stilistiche, si cimentarono con la mendicità maestri quali Michelangelo Merisi, noto come Caravaggio, Georges du Mesnil de La Tour (pittore spagnolo della corrente del caravaggismo), Jusepe de’ Ribera detto lo Spagnoletto, Domínikos Theotokópoulos chiamato El Greco, Pieter Bruegel. 
Ancora. Giovanni Antonio Canal conosciuto come il Canaletto,Bartolomé Esteban Murillo, RembrandtHarmenszoon van Rijn o semplicemente Rembrandt,  l’incisoreJacques Callot , Giacomo Ceruti detto il Pitocchetto e moltissimi altri giganti dell’arte figurativa sino al 1700.
Comparve in seguito la singolarissima corrente dei Bamboccianti, termine derivante dal nome del loro caposcuola, Laer Pieter van, pittore olandese trapiantato a Roma:  il soprannome di Bamboccio gli era stato appioppato dai suoi contemporanei per il suo singolare aspetto. I pittori di questo movimento, attivo dalla metà del 1700, si opposero nettamente alla pittura barocca: le loro opere, infatti, traevano quasi interamente ispirazione dall’umile vita popolana dell’epoca. Ricordiamo tra capostipiti pure   Cerquòzzi Michelangelo, detto Michelangelo delle Battaglie e Jan Miel. Anche a Torino, oltre che nella città papalina, presero vita i pittori bamboccianti. I maggiori furono Giovanni Michele  Graneri e Pietro Domenico Ollivero.
Il Verismo e il Realismo, infine approdarono alla fedele rappresentazione della condizione umana e della sua ambientazione , anche quella degli ultimi, metafora e riflessione di ciò che il destino concesse ad ognuno.
In epoca moderna e contemporanea nomi d’assoluto talento come Pablo Picasso, Cristiano Banti, Tamara De Lempicka, Amedeo Modigliani, Anto Carte e il torinese Giacomo Balla nel suo periodo divisionista, si sono cimentati con la tematica dei senzatetto.
La mostra “ClochArt” è un riconoscimento verso i poveri che tanto hanno contribuito al mondo delle arti figurative, oltre ad essere memoria verso quegli artisti che hanno vissuto l’intera vita da indigenti, morti sconosciuti oppure riconosciuti come giganti dell’arte solo in epoche successive alla loro dipartita come Michelangelo Merisi, Vincent Van Gogh, Amedeo Modigliani, Antonio Ligabue solo per fare qualche esempio.

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