Nicolò Tomaini. Referti autoptici per immagini drogate
Dal 04 Marzo 2021 al 11 Aprile 2021
Torino
Luogo: DR Fake Cabinet
Indirizzo: Via San Francesco da Paola 12
Orari: dal lunedì al sabato dalle 16 alle 19,30
Curatori: Filippo Mollea Ceirano
E-Mail info: dr.fake.cabinet@gmail.com
Siamo lieti di presentare la nuova mostra personale di Nicolò Tomaini, nella quale viene presentata una selezione della sua produzione più recente. Saranno esposte opere appartenenti alle serie Caricamenti, Silicio, Petrolio, Ritratto di amanti e Le 120 giornate di Sodoma.
Testo critico di Filippo Mollea Ceirano.
Siamo sulla soglia di un passaggio epocale, in cui da un lato il mondo virtuale ha così capillarmente penetrato la realtà da arrivare a sostituirsi ad essa, mentre dall’altro lato le generazioni più giovani, nate quando tale situazione era ormai consolidata, si trovano in seria difficoltà nel coglierne l’assurdo e percepirne le conseguenze. Nicolò Tomaini affronta con le sue questi aspetti, attuali quanto delicati, del nostro tempo.
Con il suo linguaggio asciutto e diretto, in cui convergono molte delle sperimentazioni più efficaci del passato sintetizzate in una cifra espressiva personale e riconoscibile, enfatizza i processi con cui i media ci incalzano e ci costringono ad accettare i loro tempi, i loro modelli, i loro diktat, per giungere a una riflessione che coinvolge la percezione, la memoria storica, la sensibilità estetica. Alcune serie sono realizzate attraverso interventi su opere originali (vecchi ritratti o paesaggi), che vengono in parte ricoperte per riprodurre l’effetto del caricamento sullo schermo del computer, o su cui sono riprodotte frecce e barre di scorrimento, o – nella serie Petrolio – pubblicità di siti di incontri o gadget sessuali. Nella più recente serie Silicio il quadro si divide in una parte in cui l’opera originale è materialmente scomposta, come in fase di annullamento, e una in cui sono riportati i caratteri digitali del codice sorgente che contiene gli algoritmi di distruzione dell’immagine.
In un’altra parte della sua ricerca, di natura più astratta e concettuale, l’aspetto visivo scompare quasi del tutto, o meglio è assorbito completamente nella riproposizione di videate caratteristiche della navigazione in rete, come frasi o didascalie tipiche del web. Così la cronistoria dell’attività di messaggeria diviene Ritratto di amanti, a sottolineare come ormai un rapporto amoroso si consumi essenzialmente in un asciutto scambio di brevi frasi digitalizzate, mentre nel “blocco” e nello “sblocco” del contatto si condensano i tormenti della passione. Nello stesso spirito si inscrivono anche le opere della serie Le 120 giornate di Sodoma, pacchi e imballaggi con etichette, loghi e timbri di spedizione da cui spuntano in modo da potersi appena intravedere sculture o dipinti, ridotti a gadget da vendere, acquistare, inviare o ricevere come ogni altro oggetto, che in tal modo si connotano solo (quasi solo) per forma e dimensione.
Nelle varie declinazioni del suo lavoro si può cogliere il rifiuto di sottostare ai tempi e ai condizionamenti delle macchine, la rivendicazione dell’importanza della soggettività, della capacità personale di inventare e di sentire, che pur nelle difficili condizioni di questa epoca rimangono tuttavia necessità irrinunciabili dell’umano.
Filippo Mollea Ceirano
Nicolò Tomaini nasce a Bellano (Lecco) nel 1989, frequenta il liceo scientifico e poi la facoltà di Lettere a Bergamo. Nel 2008 si affaccia al mondo della pittura da autodidatta.
Opening day giovedì 4 marzo dalle ore 16 alle 20
Testo critico di Filippo Mollea Ceirano.
Siamo sulla soglia di un passaggio epocale, in cui da un lato il mondo virtuale ha così capillarmente penetrato la realtà da arrivare a sostituirsi ad essa, mentre dall’altro lato le generazioni più giovani, nate quando tale situazione era ormai consolidata, si trovano in seria difficoltà nel coglierne l’assurdo e percepirne le conseguenze. Nicolò Tomaini affronta con le sue questi aspetti, attuali quanto delicati, del nostro tempo.
Con il suo linguaggio asciutto e diretto, in cui convergono molte delle sperimentazioni più efficaci del passato sintetizzate in una cifra espressiva personale e riconoscibile, enfatizza i processi con cui i media ci incalzano e ci costringono ad accettare i loro tempi, i loro modelli, i loro diktat, per giungere a una riflessione che coinvolge la percezione, la memoria storica, la sensibilità estetica. Alcune serie sono realizzate attraverso interventi su opere originali (vecchi ritratti o paesaggi), che vengono in parte ricoperte per riprodurre l’effetto del caricamento sullo schermo del computer, o su cui sono riprodotte frecce e barre di scorrimento, o – nella serie Petrolio – pubblicità di siti di incontri o gadget sessuali. Nella più recente serie Silicio il quadro si divide in una parte in cui l’opera originale è materialmente scomposta, come in fase di annullamento, e una in cui sono riportati i caratteri digitali del codice sorgente che contiene gli algoritmi di distruzione dell’immagine.
In un’altra parte della sua ricerca, di natura più astratta e concettuale, l’aspetto visivo scompare quasi del tutto, o meglio è assorbito completamente nella riproposizione di videate caratteristiche della navigazione in rete, come frasi o didascalie tipiche del web. Così la cronistoria dell’attività di messaggeria diviene Ritratto di amanti, a sottolineare come ormai un rapporto amoroso si consumi essenzialmente in un asciutto scambio di brevi frasi digitalizzate, mentre nel “blocco” e nello “sblocco” del contatto si condensano i tormenti della passione. Nello stesso spirito si inscrivono anche le opere della serie Le 120 giornate di Sodoma, pacchi e imballaggi con etichette, loghi e timbri di spedizione da cui spuntano in modo da potersi appena intravedere sculture o dipinti, ridotti a gadget da vendere, acquistare, inviare o ricevere come ogni altro oggetto, che in tal modo si connotano solo (quasi solo) per forma e dimensione.
Nelle varie declinazioni del suo lavoro si può cogliere il rifiuto di sottostare ai tempi e ai condizionamenti delle macchine, la rivendicazione dell’importanza della soggettività, della capacità personale di inventare e di sentire, che pur nelle difficili condizioni di questa epoca rimangono tuttavia necessità irrinunciabili dell’umano.
Filippo Mollea Ceirano
Nicolò Tomaini nasce a Bellano (Lecco) nel 1989, frequenta il liceo scientifico e poi la facoltà di Lettere a Bergamo. Nel 2008 si affaccia al mondo della pittura da autodidatta.
Opening day giovedì 4 marzo dalle ore 16 alle 20
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