Paolo Paschetto. Archivio d'artista

© Archivio Paschetto, in ATV (Archivio Tavola valdese), Torre Pellice | Post mortem vivere ultra, emblema di Paolo Paschetto (1927 circa)
Dal 28 September 2025 al 26 October 2025
Torino
Luogo: Archivio di Stato
Indirizzo: Piazzetta Mollino
Orari: dal martedì alla domenica dalle 10 alle 18; ultimo ingresso ore 17. Visite guidate su prenotazione
Curatori: Ufficio Archivio storico e Beni culturali della Tavola valdese
Costo del biglietto: ingresso gratuito
Telefono per informazioni: +39 0121.91603
E-Mail info: infobeniculturali@chiesavaldese.org
Sito ufficiale: http://www.patrimonioculturalevaldese.org
Nel corso dell’ultimo decennio si sono sviluppati studi e ricerche sul patrimonio costituito dagli archivi d’artista, fondi nei quali l’ibridazione tra documento e opera d’arte diventa un nodo di riflessione che riguarda nella sua complessità la conservazione, la descrizione, l’inventariazione, la ricerca e la valorizzazione di questi patrimoni.
A partire da queste riflessioni, la mostra Paolo Paschetto. Archivio d’artista, realizzata dall’Ufficio Archivio storico e Beni culturali della Tavola valdese in collaborazione con l’Archivio di Stato di Torino e allestita nei saloni juvarriani della sezione Corte, propone una selezione del fondo archivistico prodotto dall’artista protestante Paolo Paschetto (1885-1963) nel corso della sua attività professionale, recentemente donato dagli eredi alla Tavola valdese.
La mostra pone inoltre l’accento sull’importanza di creare relazioni tra l’archivio e le opere di Paschetto negli istituti culturali italiani, esponendo originali e riproduzioni provenienti dalla Fondazione Centro culturale valdese di Torre Pellice e dalla Casina delle Civette di Roma, e collegando fonti esposte con opere in collezione presso il Museo Nazionale della Montagna - CAI Torino e il Museo Nazionale del Cinema di Torino.
Nella cornice della mostra, il 3 ottobre 2025 il convegno “Post mortem vivere ultra”. L’Archivio Paolo Paschetto fra conservazione e valorizzazione è infine l’occasione per dedicare uno spazio di approfondimento alle vicende del fondo e alla sua catalogazione in corso su sistema informativo ABACVM.
La mostra, che inaugura il 28 settembre alle ore 18, sarà aperta dal martedì alla domenica dalle 10 alle 18 fino al 26 ottobre 2025.
La mostra ha ottenuto la Medaglia del Presidente della Repubblica e ha il patrocinio di Comune di Torino, Città Metropolitana di Torino e Regione Piemonte.
IL PERCORSO ESPOSITIVO
La mostra Paolo Paschetto. Archivio d’artista propone una selezione di oltre 200 documenti, materiali preparatori, disegni, oggetti dello studio provenienti dal fondo dell’artista, insieme a opere e documenti conservati da istituti culturali italiani. Il percorso inoltre prevede approfondimenti digitali attraverso QR code, accessibili in mostra e autonomamente.
SALA 1
La prima delle cinque sale presenta la ricostruzione dell'atelier di Paolo Paschetto, un'installazione ambientale con gli arredi provenienti dalla collezione degli eredi e con un breve video introduttivo alla mostra.
SALA 2
La mostra si apre con i timbri e i modelli ideati per la firma e per l’emblema dell’artista e con la figura della filatrice (fileuse), qui presente su disegni, incisioni, matrici della donna che diventa un’immagine ricorrente dagli anni Dieci. Sono inoltre presenti le tre tele La fileuse (1915 circa, Collezione Paschetto della Tavola valdese), Aspettando l’ora del culto (1915 circa, Collezione Paschetto della Tavola valdese) e La nonna (1944, Collezione Fondazione Centro Culturale valdese, Torre Pellice).
Sono esposte inoltre varie incisioni dedicate ai personaggi storici valdesi (tra cui Valdo, di cui è esposta una fotografia di scena del film I valdesi. Un popolo di martiri, oggi al Museo Nazionale del Cinema di Torino), insieme a bozzetti, pannelli originali e fotografie dell’allestimento del museo valdese di Torre Pellice (1939).
SALA 3
Dei due tavoli in sala il primo mostra l’uso e il riuso delle immagini per le differenti committenze civili e religiose: elemento che esemplifica questa prassi è l’ala, simbolo che dall’editoria protestante è riproposto per la posta aerea, la ricostruzione postbellica, il voto per la Costituente.
Il secondo tavolo è dedicato all'iconografia della montagna: dipinti, disegni e bozzetti per la Collezione Paschetto della Tavola valdese (1915-1923), per il rifugio Jervis alla conca del Prà di Bobbio Pellice (1950), per il dipinto Luci e ombre in alta montagna (Museo Nazionale della Montagna - CAI Torino) e per l’aula sinodale della Casa valdese di Torre Pellice (1939), di cui sono in mostra anche i due bozzetti (Collezione Fondazione Centro Culturale valdese, Torre Pellice) e la ricostruzione digitale della decorazione attuale.
SALA 4
I tre tavoli presenti riflettono sull’archivio d’artista tra pubblico e privato. Sono esposti oggetti di casa e foto di famiglia, insieme a fonti, originali e in anastatica, che illustrano la partecipazione al concorso per l’emblema della Repubblica Italiana e la lunga attività di progettazione della decorazione d’interni per edifici religiosi protestanti.
SALA CONFERENZE
La mostra si conclude con il video divulgativo Paolo Paschetto. Vita di un artista protestante, realizzato per l’esposizione in collaborazione con VIBES - Video Beckwith Studio.
BIOGRAFIA PAOLO PASCHETTO
Paolo Antonio Paschetto (1885-1963) nasce a Torre Pellice il 12 febbraio 1885 da Enrico, pastore battista, e Luigia Oggioni, originaria di una famiglia milanese anticlericale e antiaustriaca aderente alla Chiesa cristiana libera, terzo di quattro fratelli (Lodovico, Enrichetta ed Emmanuele). Nel 1887 la famiglia si trasferisce a Roma, poiché Enrico è nominato professore presso la Facoltà teologica metodista e battista e pastore della chiesa di via del Teatro Valle.
Nel 1901 Paolo inizia gli studi presso il Regio Liceo classico Terenzio Mamiani di Roma, e in seguito si iscrive all’Istituto di Belle Arti, decisione inizialmente non gradita al padre Enrico, che lo avrebbe preferito professore o pastore. Dal 1904 inizia la sua attività come grafico per l’editoria evangelica e non.
Divenuto docente nelle scuole secondarie, dal 1906 espone a Roma e Torino e nel biennio 1909-1910 partecipa ai concorsi per il Pensionato Artistico Nazionale per la Decorazione.
Autore di progetti decorativi per gli interni, firma le decorazioni per il Nuovo Istituto Internazionale Crandon, il Padiglione provvisorio di Piazza Colonna per l’Esposizione Internazionale del Cinquantenario dell’Unità d’Italia e per numerosi edifici di culto protestanti a Roma, tra cui la Chiesa battista di via del Teatro Valle (1910-1911), il tempio valdese di piazza Cavour (1912-1914), le chiese battiste di piazza San Lorenzo in Lucina e di via Urbana (1914-1915) e la chiesa metodista di via XX Settembre (1920-1924).
Il 30 settembre 1912 sposa Italia Angelucci, compagna di studi marchigiana. Dalla loro unione nascono le due figlie Fiammetta (1914) e Mirella (1919).
Dagli anni Dieci si moltiplicano le committenze per la grafica e l’editoria: oltre alla copertina per Ostia colonia romana. Storia e monumenti, testo del fratello Lodovico, è responsabile grafico per le riviste evangeliche «Bilychnis. Rivista di studi religiosi», «Il Testimonio. Periodico cristiano battista» e «Conscientia».
Nel 1915 propone a Ernesto Giampiccoli, Moderatore della Tavola valdese, la realizzazione di illustrazioni dedicate alle valli valdesi, in cambio del solo rimborso delle spese vive: nasce così la Collezione Paschetto della Tavola valdese (1915-1923).
Dagli anni Venti è autore di decorazioni per la Facoltà valdese di Teologia, alcuni francobolli e del volume a tiratura limitata The twenty third psalm. Nel 1927 inoltre si trasferisce nel suo appartamento in via Pimentel, che decora con vetrate e pitture parietali. Negli anni Trenta decora alcuni ambienti della nuova sede dell’Istituto Case Popolari di Roma, collabora con ditta Nazareno Gabrielli di Tolentino e inizia la collaborazione con Attilio Jalla, storico valdese, con cui partecipa alla costruzione del monumento a Chanforan e al restauro della casa dell’eroe valdese Giosuè Gianavello.
Espone inoltre a Pinerolo, Roma, Genova, Torino (galleria II Faro), Biella, L’Aja e alle mostre internazionali dell’incisione in legno organizzate dal Sindacato Fascista Belle Arti.
In occasione del 250° anniversario del Glorioso Rimpatrio, nel 1939 realizza la decorazione parietale per l’abside dell’Aula sinodale della Casa valdese a Torre Pellice e partecipa all’allestimento dei musei storici di Torre Pellice e della Balziglia (Massello).
Dopo la guerra, nel 1945 partecipa al concorso per la serie di francobolli Libertà e rinascita, realizza il manifesto per il prestito della ricostruzione del Banco di Roma e, tra il 1946 e il 1948, partecipa e si aggiudica i concorsi per l’Emblema della Repubblica.
Negli anni Cinquanta dipinge le decorazioni per il Rifugio Willy Jervis al Prà
(Bobbio Pellice), l’Ospedale valdese di Torre Pellice e l’Istituto Betania di Roma.
Muore a Torre Pellice il 9 marzo 1963 e viene sepolto nella tomba di famiglia nel cimitero comunale, dove riposa anche la moglie Italia, defunta nel 1974.
A partire da queste riflessioni, la mostra Paolo Paschetto. Archivio d’artista, realizzata dall’Ufficio Archivio storico e Beni culturali della Tavola valdese in collaborazione con l’Archivio di Stato di Torino e allestita nei saloni juvarriani della sezione Corte, propone una selezione del fondo archivistico prodotto dall’artista protestante Paolo Paschetto (1885-1963) nel corso della sua attività professionale, recentemente donato dagli eredi alla Tavola valdese.
La mostra pone inoltre l’accento sull’importanza di creare relazioni tra l’archivio e le opere di Paschetto negli istituti culturali italiani, esponendo originali e riproduzioni provenienti dalla Fondazione Centro culturale valdese di Torre Pellice e dalla Casina delle Civette di Roma, e collegando fonti esposte con opere in collezione presso il Museo Nazionale della Montagna - CAI Torino e il Museo Nazionale del Cinema di Torino.
Nella cornice della mostra, il 3 ottobre 2025 il convegno “Post mortem vivere ultra”. L’Archivio Paolo Paschetto fra conservazione e valorizzazione è infine l’occasione per dedicare uno spazio di approfondimento alle vicende del fondo e alla sua catalogazione in corso su sistema informativo ABACVM.
La mostra, che inaugura il 28 settembre alle ore 18, sarà aperta dal martedì alla domenica dalle 10 alle 18 fino al 26 ottobre 2025.
La mostra ha ottenuto la Medaglia del Presidente della Repubblica e ha il patrocinio di Comune di Torino, Città Metropolitana di Torino e Regione Piemonte.
IL PERCORSO ESPOSITIVO
La mostra Paolo Paschetto. Archivio d’artista propone una selezione di oltre 200 documenti, materiali preparatori, disegni, oggetti dello studio provenienti dal fondo dell’artista, insieme a opere e documenti conservati da istituti culturali italiani. Il percorso inoltre prevede approfondimenti digitali attraverso QR code, accessibili in mostra e autonomamente.
SALA 1
La prima delle cinque sale presenta la ricostruzione dell'atelier di Paolo Paschetto, un'installazione ambientale con gli arredi provenienti dalla collezione degli eredi e con un breve video introduttivo alla mostra.
SALA 2
La mostra si apre con i timbri e i modelli ideati per la firma e per l’emblema dell’artista e con la figura della filatrice (fileuse), qui presente su disegni, incisioni, matrici della donna che diventa un’immagine ricorrente dagli anni Dieci. Sono inoltre presenti le tre tele La fileuse (1915 circa, Collezione Paschetto della Tavola valdese), Aspettando l’ora del culto (1915 circa, Collezione Paschetto della Tavola valdese) e La nonna (1944, Collezione Fondazione Centro Culturale valdese, Torre Pellice).
Sono esposte inoltre varie incisioni dedicate ai personaggi storici valdesi (tra cui Valdo, di cui è esposta una fotografia di scena del film I valdesi. Un popolo di martiri, oggi al Museo Nazionale del Cinema di Torino), insieme a bozzetti, pannelli originali e fotografie dell’allestimento del museo valdese di Torre Pellice (1939).
SALA 3
Dei due tavoli in sala il primo mostra l’uso e il riuso delle immagini per le differenti committenze civili e religiose: elemento che esemplifica questa prassi è l’ala, simbolo che dall’editoria protestante è riproposto per la posta aerea, la ricostruzione postbellica, il voto per la Costituente.
Il secondo tavolo è dedicato all'iconografia della montagna: dipinti, disegni e bozzetti per la Collezione Paschetto della Tavola valdese (1915-1923), per il rifugio Jervis alla conca del Prà di Bobbio Pellice (1950), per il dipinto Luci e ombre in alta montagna (Museo Nazionale della Montagna - CAI Torino) e per l’aula sinodale della Casa valdese di Torre Pellice (1939), di cui sono in mostra anche i due bozzetti (Collezione Fondazione Centro Culturale valdese, Torre Pellice) e la ricostruzione digitale della decorazione attuale.
SALA 4
I tre tavoli presenti riflettono sull’archivio d’artista tra pubblico e privato. Sono esposti oggetti di casa e foto di famiglia, insieme a fonti, originali e in anastatica, che illustrano la partecipazione al concorso per l’emblema della Repubblica Italiana e la lunga attività di progettazione della decorazione d’interni per edifici religiosi protestanti.
SALA CONFERENZE
La mostra si conclude con il video divulgativo Paolo Paschetto. Vita di un artista protestante, realizzato per l’esposizione in collaborazione con VIBES - Video Beckwith Studio.
BIOGRAFIA PAOLO PASCHETTO
Paolo Antonio Paschetto (1885-1963) nasce a Torre Pellice il 12 febbraio 1885 da Enrico, pastore battista, e Luigia Oggioni, originaria di una famiglia milanese anticlericale e antiaustriaca aderente alla Chiesa cristiana libera, terzo di quattro fratelli (Lodovico, Enrichetta ed Emmanuele). Nel 1887 la famiglia si trasferisce a Roma, poiché Enrico è nominato professore presso la Facoltà teologica metodista e battista e pastore della chiesa di via del Teatro Valle.
Nel 1901 Paolo inizia gli studi presso il Regio Liceo classico Terenzio Mamiani di Roma, e in seguito si iscrive all’Istituto di Belle Arti, decisione inizialmente non gradita al padre Enrico, che lo avrebbe preferito professore o pastore. Dal 1904 inizia la sua attività come grafico per l’editoria evangelica e non.
Divenuto docente nelle scuole secondarie, dal 1906 espone a Roma e Torino e nel biennio 1909-1910 partecipa ai concorsi per il Pensionato Artistico Nazionale per la Decorazione.
Autore di progetti decorativi per gli interni, firma le decorazioni per il Nuovo Istituto Internazionale Crandon, il Padiglione provvisorio di Piazza Colonna per l’Esposizione Internazionale del Cinquantenario dell’Unità d’Italia e per numerosi edifici di culto protestanti a Roma, tra cui la Chiesa battista di via del Teatro Valle (1910-1911), il tempio valdese di piazza Cavour (1912-1914), le chiese battiste di piazza San Lorenzo in Lucina e di via Urbana (1914-1915) e la chiesa metodista di via XX Settembre (1920-1924).
Il 30 settembre 1912 sposa Italia Angelucci, compagna di studi marchigiana. Dalla loro unione nascono le due figlie Fiammetta (1914) e Mirella (1919).
Dagli anni Dieci si moltiplicano le committenze per la grafica e l’editoria: oltre alla copertina per Ostia colonia romana. Storia e monumenti, testo del fratello Lodovico, è responsabile grafico per le riviste evangeliche «Bilychnis. Rivista di studi religiosi», «Il Testimonio. Periodico cristiano battista» e «Conscientia».
Nel 1915 propone a Ernesto Giampiccoli, Moderatore della Tavola valdese, la realizzazione di illustrazioni dedicate alle valli valdesi, in cambio del solo rimborso delle spese vive: nasce così la Collezione Paschetto della Tavola valdese (1915-1923).
Dagli anni Venti è autore di decorazioni per la Facoltà valdese di Teologia, alcuni francobolli e del volume a tiratura limitata The twenty third psalm. Nel 1927 inoltre si trasferisce nel suo appartamento in via Pimentel, che decora con vetrate e pitture parietali. Negli anni Trenta decora alcuni ambienti della nuova sede dell’Istituto Case Popolari di Roma, collabora con ditta Nazareno Gabrielli di Tolentino e inizia la collaborazione con Attilio Jalla, storico valdese, con cui partecipa alla costruzione del monumento a Chanforan e al restauro della casa dell’eroe valdese Giosuè Gianavello.
Espone inoltre a Pinerolo, Roma, Genova, Torino (galleria II Faro), Biella, L’Aja e alle mostre internazionali dell’incisione in legno organizzate dal Sindacato Fascista Belle Arti.
In occasione del 250° anniversario del Glorioso Rimpatrio, nel 1939 realizza la decorazione parietale per l’abside dell’Aula sinodale della Casa valdese a Torre Pellice e partecipa all’allestimento dei musei storici di Torre Pellice e della Balziglia (Massello).
Dopo la guerra, nel 1945 partecipa al concorso per la serie di francobolli Libertà e rinascita, realizza il manifesto per il prestito della ricostruzione del Banco di Roma e, tra il 1946 e il 1948, partecipa e si aggiudica i concorsi per l’Emblema della Repubblica.
Negli anni Cinquanta dipinge le decorazioni per il Rifugio Willy Jervis al Prà
(Bobbio Pellice), l’Ospedale valdese di Torre Pellice e l’Istituto Betania di Roma.
Muore a Torre Pellice il 9 marzo 1963 e viene sepolto nella tomba di famiglia nel cimitero comunale, dove riposa anche la moglie Italia, defunta nel 1974.
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