Caravaggio. Il contemporaneo

Caravaggio. Il contemporaneo, Mart - Museo di arte moderna e contemporanea di Trento e Rovereto, 9 ottobre 2020 - 5 aprile 2021 | Michelangelo Merisi detto Caravaggio (1571 - 1610), Seppellimento di Santa Lucia, 1608 circa, Patrimonio del Fondo Edifici di Culto, Amministrato dal Ministero dell’Interno - Dipartimento per le Libertà Civili e l’Immigrazione - Direzione Centrale per l’Amministrazione del Fondo Edifici di Culto | Courtesy of Mart - Museo

 

Dal 16 Gennaio 2021 al 05 Aprile 2021

Rovereto | Trento

Luogo: Mart - Museo di Arte Moderna e Contemporanea di Trento e Rovereto

Indirizzo: Corso Bettini 43

Orari: Mar - Dom 10 - 18 | Ven 10 - 21 | Lun chiuso

Curatori: Vittorio Sgarbi

Enti promotori:

  • Il Mart ringrazia:
  • Provincia autonoma di Trento
  • Comune di Trento
  • Comune di Rovereto
  • Il Mart è sostenuto da:
  • Altemasi di Cavit
  • Sparkasse Cassa di Risparmio
  • Surgiva
  • In collaborazione con:
  • Trentino Marketing

Costo del biglietto: Intero 11 € | Ridotto gruppi 7 € | Biglietto famiglia 22 € | Gratuito fino ai 14 anni e persone con disabilità, Amici del museo | Biglietto unico 3 sedi Mart, Casa Depero, Galleria Civica: Intero 14 € / Ridotto 10 €

Telefono per informazioni: Dall'Italia 800 397 760 | Dall'estero +39 0465 670820

E-Mail info: info@mart.trento.it

Sito ufficiale: http://www.mart.trento.it


L’attesa mostra Caravaggio. Il contemporaneo offre ai visitatori del Mart di Rovereto l’opportunità di contemplare il Seppellimento di Santa Lucia, la prima opera siciliana di Michelangelo Merisi, detto il Caravaggio, attualmente collocata a Siracusa, nella Chiesa di Santa Lucia alla Badia.
Attraverso la proposta di diversi livelli di dialogo possibili, il progetto del Mart sottolinea, ancora una volta, l’attualità spirituale di Caravaggio.

Nel 1608 l’artista, condannato a decapitazione e continuamente in fuga, evase da Malta e giunse a Siracusa. Qui realizzò il Seppellimento di Santa Lucia per l’altare maggiore della Basilica di Santa Lucia al Sepolcro, nel luogo dove, secondo la tradizione, la Santa fu martirizzata e sepolta. La scena sembra collocata negli ambienti sotterranei e bui delle note latomie sottostanti la Chiesa, nelle quali si trova il sepolcro della martire. Si tratta di un Caravaggio ormai maturo, ossessionato dall’idea della decapitazione, maestro nella regia di composizioni articolate in dipinti sempre più silenti e spirituali. La sua forza espressiva emerge soprattutto dal rapporto tra personaggi e spazio scenografico, dalla tensione conferita dalla luce guizzante e dall’uso di un linguaggio fortemente realista. Nelle mura sullo sfondo della scena, che occupano quasi i due terzi del dipinto senza nessuna figura, si percepisce il senso della forma che si sgretola, della forma che diventa “non-forma”, nella quale lo spettatore contemporaneo può individuare stilemi espressivi accostabili all’Informale.

Nasce da quest’osservazione il primo parallelismo: al Mart il capolavoro di Caravaggio dialoga con una selezione di opere del grande maestro dell’Informale italiano: Alberto Burri. In mostra un monumentale Ferro, proveniente dalla Galleria Nazionale, una Plastica appartenente a una collezione privata e tre significative opere dalle Collezioni del Mart: Rosso e nero, Sacco e Sacco combustione.

Ai confronti più formali e immediatamente visibili, derivanti dagli accostamenti di toni, materiali, atmosfere, seguono quelli più concettuali. Non è la prima volta che Caravaggio e Burri vengono messi in rapporto. Sgarbi intende approfondire quindi un solco già tracciato, sottolineando come, in tempi diversi, entrambi gli artisti abbiano lavorato e amato la Sicilia. Dalla ferita sulla gola della Santa alla “ferita” del Ferro di Burri, fino alla ferita del territorio siciliano.

Il Grande Cretto di Gibellina, un sudario di cemento posto sulle macerie della città distrutta dal terremoto nel 1968, nelle fotografie di Massimo Siragusa è vera e propria topografia del trauma. In mostra cinque immagini, quattro delle quali scattate in notturna, nelle quali i riferimenti spaziali si smarriscono e ciò che resta della tragedia è monumento civile.
In un continuo rimando tra immagini, simboli e affinità, il percorso prosegue con l’esposizione del grande dipinto I naufraghi di Cagnaccio di San Pietro, anche questo appartenente al Mart. Come il Seppellimento, l’opera richiama nuovamente il tema della morte e del cadavere disteso ai piedi di un gruppo di persone.
L’occhio del visitatore, però, coglie anche un altro attuale e doloroso sottotesto: quello del naufragio, genocidio contemporaneo che attraversa i continenti e si riversa sulle coste della Sicilia, delle Pelagie e nelle acque del Mediterraneo.

L’ultima corrispondenza proposta dalla mostra è quella tra Caravaggio e Pier Paolo Pasolini. Come hanno postulato numerosi studi e dibattiti, il realismo caravaggesco si incarna nel Novecento nella figura di Pier Paolo Pasolini. Affascinato dalla figura di Caravaggio fin dai suoi studi giovanili con Roberto Longhi, il poeta condivide con il maestro seicentesco l’attenzione per i tipi umani e l’approccio crudo e realista che caratterizzano le descrizioni delle borgate. Le affinità tra i due emergono anche nelle rispettive vite, segnate da scandali, cesure, eresie, problemi con la giustizia e da morti violente e premature.

Al Mart il parallelismo viene introdotto dalle opere di Nicola Verlato. Tra riferimenti biblici e rimandi all’arte classica, l’artista presenta tre lavori, di cui uno realizzato appositamente per questa esposizione. Già legato al Mart, che conserva una sua opera, Verlato da anni raffigura Pasolini quale icona contemporanea alla quale vorrebbe dedicare un vero e proprio mausoleo.

Il confronto Caravaggio-Pasolini è approfondito da una consonanza che ruota attorno al tema del martirio, con il quale la mostra si apre e si chiude. Da quello della Santa a quello di Pasolini.
È infatti possibile leggere il delitto Pasolini, su cui l’Italia deve ancora far luce, come un martirio contemporaneo per i suoi moventi, per l’efferatezza e per la crudeltà. In mostra trovano collocazione alcune fotografie del cadavere del poeta, provenienti dai fascicoli giudiziari del procedimento penale.

Il percorso si conclude con cinque indimenticabili ritratti fotografici di Pasolini, realizzati da un giovane Dino Pedriali un paio di settimane prima dell’omicidio. Le fotografie raccontano un Pasolini privato, fotografato nel suo studio di Sabaudia e nella seconda casa di Chia, dove si era ritirato negli ultimi anni. Realizzate per illustrare Petrolio, che fu pubblicato postumo, vennero rese pubbliche solo 35 anni dopo la morte.

I Focus
La mostra Caravaggio. Il contemporaneo prosegue nei focus di approfondimento dedicati ad artisti visivi il cui lavoro richiama, si ispira o evoca l’estetica caravaggesca: Nicola Samorì e Luciano Ventrone.

Il catalogo
La mostra è accompagnata da un catalogo che contiene saggi di Vittorio Sgarbi, Silvia Mazza, giornalista e storica dell’arte, Keith Sciberras, tra i massimi esperti di Caravaggio, capo del dipartimento di Storia dell’arte dell’Università di Malta.
Seguono i testi del collezionista Stefano Zorzi, già autore del saggio Parola di Burri, di Daniela Ferrari, curatrice Mart, e l’intervista a Nicola Verlato, realizzata da Denis Isaia, curatore Mart. Completano il volume i testi di Simona Zecchi, giornalista d’inchiesta autrice del libro-inchiesta Pasolini, massacro di un poeta, di Luigi Ficacci, direttore dell’Istituto Centrale del Restauro di Roma e di Peter Glidewell, critico d’arte.

Caravaggio, Pasolini e altri corsari
La mostra sarà completata da un ricco palinsesto di eventi: spettacoli, performance, incontri, presentazioni. Alla programmazione parteciperanno, in un’ottica di collaborazioni, sinergie territoriali ed economie di scala, anche il Centro Servizi Culturali Santa Chiara e il Nuovo Cineforum Rovereto.

Opening con performance venerdì 9 ottobre ore 11.00

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