Federico Pietrella - Der Spaziergang. Alcuni lavori dal 1997 ad oggi
Federico Pietrella - Der Spaziergang
Dal 10 Settembre 2011 al 15 Gennaio 2012
Arco | Trento
Luogo: Galleria Civica Giovanni Segantini
Indirizzo: Via Segantini 9
Telefono per informazioni: 046 4583653
Il MAG - Museo Alto Garda «firma» la prima esposizione personale di Federico Pietrella in un museo italiano: dal 10 settembre 2011 al 15 gennaio 2012 nelle sale della Galleria Civica «Giovanni Segantini» di Arco una selezione di opere del giovane artista italiano (Roma, 1973) che da alcuni anni lavora a Berlino, distinguendosi per una sensibilità curiosa e lucida in grado di leggere con straordinaria visione il nostro tempo. La mostra, allestita nelle sale del seicentesco Palazzo dei Panni di Arco, rappresenta per il Museo Alto Garda una nuova, stimolante possibilità di guardare al paesaggio con l'attenzione e lo stupore del viaggiatore, e una significativa tappa del cammino con cui il MAG guarda ad un territorio percorso in passato da illustri protagonisti della letteratura e delle arti, interrogando le capacità espressive di forme linguistiche diverse dall'installazione alla pittura e alla scultura. La mostra, ad ingresso libero, è a cura di Giovanna Nicoletti. L'inaugurazione è venerdì 9 settembre alle ore 18.30.
I grandi paesaggi monocromi o le figure ammiccanti che sembrano sporgere dalle pareti dipinti da Federico Pietrella sono il risultato di un’originale combinazione di pittura e fotografia, modalità espressiva che l’artista ha sperimentato a partire dalla fine degli anni Novanta. Da allora il suo stile si è mosso verso esiti più materici ed espressionisti, evidenziando il gusto per la trascrizione mimetica della realtà, ma soprattutto mostrando una sensibile capacità a impiegare tempo e continuità d’azione nella costruzione dell’immagine e nella sua traduzione pittorica. Nei suoi lavori si mescolano gli aspetti salienti del suo percorso artistico: il rapporto con il tempo, la dimensione illusionistica, l’utilizzo mai banale di strumenti e materie semplici.
«Il lavoro di Pietrella – spiega Giovanna Nicoletti – è segnato da un forte legame con la "territorialità" dell'azione, da progetti site-specific, da un'attenzione particolare ad analizzare la spazialità e la temporalità delle sue riflessioni che si traducono in installazioni. Nei suoi lavori il tradizionale concetto di paesaggio, in quanto veduta di luoghi ameni, subisce una metamorfosi non solo formale ma in particolare modo nell'idea di rappresentazione di un insieme che si articola nei termini di elementi naturalistici».
Il percorso espositivo della mostra, intitolato «La Passeggiata. 1997/2011», prende forma di tracciato lungo il quale si affermano, già dal primo lavoro, attraverso alcune sostanziali coordinate visive, dimensioni poetiche e concettuali. Il procedere di Federico Pietrella è costituito dal diverso utilizzo di mezzi per ragionare sulla rappresentazione e sulla sua esecuzione. Autoritratti e paesaggi, consueti generi della narrazione visiva, sono osservati da un diverso punto di vista. Per prima cosa si nota il punto di vista fotografico: l'osservazione dell'artista parte da un contesto che non è quello dello sguardo soggettivo ma piuttosto da uno sguardo mediato dal mezzo meccanico che fissa il soggetto attraverso l'obiettivo. Successivamente l'azione pittorica ricostruisce il dipinto facendo dialogare gli elementi della composizione. Vicino e lontano sono però fissati sulla superficie pittorica senza pennello. Da lontano l'immagine si ricompone, da vicino si percepiscono insiemi di segni talvolta indecifrabili. L'immagine restituisce il senso della totalità e del tempo che la compone, ma i materiali non sono quelli della tradizione.
Il percorso di Federico Pietrella è la rappresentazione di un universo fatto di rallentamenti e di accelerazioni. Lenta è l'osservazione e la contemplazione della luce proiettata dalle torce mentre veloce è il tocco del materiale che sostituisce il colore e che, asciugando rapidamente, permette di essere osservatori del mondo attraverso un universo «inciso».
I grandi paesaggi monocromi o le figure ammiccanti che sembrano sporgere dalle pareti dipinti da Federico Pietrella sono il risultato di un’originale combinazione di pittura e fotografia, modalità espressiva che l’artista ha sperimentato a partire dalla fine degli anni Novanta. Da allora il suo stile si è mosso verso esiti più materici ed espressionisti, evidenziando il gusto per la trascrizione mimetica della realtà, ma soprattutto mostrando una sensibile capacità a impiegare tempo e continuità d’azione nella costruzione dell’immagine e nella sua traduzione pittorica. Nei suoi lavori si mescolano gli aspetti salienti del suo percorso artistico: il rapporto con il tempo, la dimensione illusionistica, l’utilizzo mai banale di strumenti e materie semplici.
«Il lavoro di Pietrella – spiega Giovanna Nicoletti – è segnato da un forte legame con la "territorialità" dell'azione, da progetti site-specific, da un'attenzione particolare ad analizzare la spazialità e la temporalità delle sue riflessioni che si traducono in installazioni. Nei suoi lavori il tradizionale concetto di paesaggio, in quanto veduta di luoghi ameni, subisce una metamorfosi non solo formale ma in particolare modo nell'idea di rappresentazione di un insieme che si articola nei termini di elementi naturalistici».
Il percorso espositivo della mostra, intitolato «La Passeggiata. 1997/2011», prende forma di tracciato lungo il quale si affermano, già dal primo lavoro, attraverso alcune sostanziali coordinate visive, dimensioni poetiche e concettuali. Il procedere di Federico Pietrella è costituito dal diverso utilizzo di mezzi per ragionare sulla rappresentazione e sulla sua esecuzione. Autoritratti e paesaggi, consueti generi della narrazione visiva, sono osservati da un diverso punto di vista. Per prima cosa si nota il punto di vista fotografico: l'osservazione dell'artista parte da un contesto che non è quello dello sguardo soggettivo ma piuttosto da uno sguardo mediato dal mezzo meccanico che fissa il soggetto attraverso l'obiettivo. Successivamente l'azione pittorica ricostruisce il dipinto facendo dialogare gli elementi della composizione. Vicino e lontano sono però fissati sulla superficie pittorica senza pennello. Da lontano l'immagine si ricompone, da vicino si percepiscono insiemi di segni talvolta indecifrabili. L'immagine restituisce il senso della totalità e del tempo che la compone, ma i materiali non sono quelli della tradizione.
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