Martin Parr

© Martin Parr / Magnum Photos | Martin Parr, GB England, Kent, Margate, 1986

 

Dal 27 Ottobre 2019 al 06 Gennaio 2020

Trieste

Luogo: Civico Museo Revoltella

Indirizzo: via Diaz 27

Orari: 9-19; martedì chiuso

Enti promotori:

  • Comune di Trieste in collaborazione Magnum Photos e il festival Trieste Photo Days 2019

Telefono per informazioni: +39 040 6754350

E-Mail info: biglietteriarevoltella@comune.trieste.it

Sito ufficiale: http://www.museorevoltella.it



Domenica 27 ottobre 2019 alle ore 12 sarà inaugurata presso il Civico Museo Revoltella la mostra MARTIN PARR. Life’s a Beach, alla presenza dell’autore e dell’Assessore Giorgio Rossi, promossa dal Comune di Trieste in collaborazione Magnum Photos e il festival Trieste Photo Days 2019. Subito prima dell’evento, alle ore 11, Martin Parr incontrerà il pubblico all’Auditorium del Museo.

A Trieste, città dove il mare è parte integrante del DNA dei suoi abitanti, una sorta di beach therapy, citando Martin Parr, componente essenziale dell’identità triestina, la mostra Life’s a beach documenta la ricerca antropologica del fotografo inglese nei confronti di un’umanità colta nel momento in cui ha la guardia abbassata.

Il fotografo documentarista britannico, come lui stesso si definisce, per vocazione e passione, ci propone un viaggio esplorativo, caratterizzato da tecniche diverse, ma sostenuto da un unico desiderio: carpire e capire ciò che accade nel nostro mondo impregnato di cultura consumistica, progressivamente consumato dall’imbarazzante perdita del buon gusto e del senso del limite. Il paesaggio sociale è il palese oggetto del suo desiderio fotografico. Allo specchio è l’opulenta società occidentale, con i suoi tic, cliché, e stereotipi.

Dalle foto degli anni Ottanta, caratterizzate da un colore saturo, grandangolo e flash sparato, a quelle della metà degli anni Novanta, in cui utilizza l’obiettivo macro e il ring flash, sino alle più recenti in cui non disdegna l’utilizzo del teleobiettivo, Martin Parr colleziona bagni di ogni luogo, indifferenziati per la gestualità maldestra, scomposta, a volte volgare, rappresentata.

Martin Parr (1952-) ha pubblicato oltre 100 volumi e curato altre trenta pubblicazioni. Curatore del Festival di Fotografia di Arles nel 2004 e della Biennale di Fotografia di Brighton nel 2010, è membro dell'Agenzia Magnum dal 1994, rivestendo la carica di Presidente dal 2013 al 2017. Nel 2013 Parr è visiting professor di Fotografia all'Università di Ulster. Le sue opere sono esposte nei maggiori musei, dalla Tate Modern, al Pompidou e al Museo di Arte Moderna di New York. Nel 2017 ha creato la Martin Parr Foundation.


Il Servizio Musei e Biblioteche del Comune di Trieste, in collaborazione con l'Associazione dotART, per il secondo anno consecutivo, propone una serie di esposizioni/occasioni volte a indagare l’interazione tra la fotografia contemporanea e i luoghi museali.
Nell’ambito del sesto Trieste Photo Days - Festival di Fotografia Urbana, il rapporto tra i due soggetti si è ulteriormente consolidato, proponendo delle esposizioni in cui la fotografia storica della Fototeca dei Civici Musei di Storia ed Arte dialoga con quella contemporanea, vagliata dall’art director del Festival Angelo Cucchetto e dal presidente dell’Associazione dotART, Stefano Ambroset.
Nella mostra "Vedute e visioni di Porto Vecchio negli scatti della Fototeca dei Civici Musei di Storia ed Arte e dintorni", che si inaugurerà giovedì 24 ottobre alle ore 17, alla presenza dell'Assessore Giorgio Rossi, presso la Sala Selva di Palazzo Gopcevich a Trieste, viene proposto un excursus, curato da Claudia Colecchia, responsabile della Fototeca dei Civici Musei di Storia ed Arte, in cui la fotografia storica si confronta con le fotografie contemporanee dei professionisti Eugenio Novajra e Graziano Perotti e con quelle di Marino Ierman, fotografo dell’Archivio.
La scelta di esporre nella Sala Selva di Palazzo Gopcevich non è casuale: oltre a ospitare la Fototeca dei Civici Musei di Storia ed Arte, che conserva quasi 3 milioni di beni fotografici dal 1840 a oggi, non si può non ricordare che il Porto Vecchio si estende dallo sbocco del Canal Grande, su cui il palazzo ha un affaccio privilegiato, sino a Barcola. Comprende cinque moli originari, la diga foranea risalente al 1875, la Centrale idrodinamica, la Sottostazione elettrica di riconversione, magazzini, hangars, banchine di carico e scarico merci.
Il percorso espositivo si concentra principalmente su quella porzione di Porto Vecchio che oggi sta rinascendo a nuovi usi, e si articola in più sezioni.
Albumine, gelatine ai sali d’argento, carte de visite, formato album, gabinetto, stereoscopiche e cartoline testimoniano non solo le diverse sensibilità al servizio della rappresentazione del “luogo”, ma anche la varietà delle tecniche fotografiche utilizzate. L’excursus novecentesco si conclude con i reportage degli anni Cinquanta e Sessanta di Adriano de Rota, Ugo Borsatti e dell’agenzia Giornalfoto.
La sala centrale accoglie il visitatore con i positivi di Gabriele Basilico, commissionati dal Comune di Trieste ed esposti in occasione della mostra Trouver Trieste a Parigi. Da qui prende avvio il tema del vedere fotografico riferito all’architettura del Porto Vecchio: tema rilevante sviluppato dal fotografo che indaga forme, caratteri, materiali e tessiture di manufatti e superfici urbane.
Altre immagini esposte narrano il luogo attraverso testimonianze autoriali del XXI secolo, conservate in archivio. Le stesse sono state realizzate dal fotografo della Fototeca Marino Ierman, da Eugenio Novajra e generosamente donate dal medesimo, e da Graziano Perotti, concesse in occasione del Trieste Photo Days. In questi scatti la fotografia non è mera fonte di documentazione tecnica, ma medium per la ri-costruzione identitaria del Porto: occhi attenti a cogliere lo spirito del luogo e lo stato delle cose, il battere della pendola del tempo, tra un passato che non c’è più e un futuro da inverare.
La quantità e qualità delle fonti iconografiche dedicate al Porto, dalla sua nascita a oggi, offrono un percorso narrativo attraverso le immagini, testimone anche dell’evoluzione delle tecniche fotografiche: dalle origini sino alle più recenti fotografie digitali d’autore per arrivare a quelle postate nel social network Instagram.
L’esposizione è completata da una selezione degli scatti realizzati in occasione dell’Instameet svoltosi a Porto Vecchio, nel marzo scorso, nell'ambito della manifestazione della Settimana dell'Amministrazione Aperta, promossa dagli assessorati alla Cultura e alla Comunicazione in collaborazione con gli Igers FVG e Pasocial. In questo caso, si tratta di testimonianze visive condivise in modo ubiquo, orizzontale e simultaneo che, al di là del valore estetico, posseggono un valore documentale perché, come sostiene André Gunthert, consentono alla fotografia amatoriale di contribuire alla costruzione del racconto dell’attualità e alla sua preservazione.
Tutte insieme offrono un accattivante puzzle del volto e della stratificazione storica di una partizione grandemente significativa della città: molteplici sguardi spaziano in libertà dalle vedute a singoli elementi, vitali o abbandonati, proponendo punti di vista inediti.
E le immagini si caricano di significati palesi e latenti per ciò che mostrano e per ciò che non mostrano, svelando contemporaneamente la realtà fluente del luogo e l’autoritratto dei singoli flâneur.

La mostra prevede un calendario di visite guidate:

Mercoledì 6 novembre 2019 ore 16.00
Mercoledì 20 novembre 2019 ore 16.00
Mercoledì 11 dicembre 2019 ore 16.00
Mercoledì 18 dicembre 2019 ore 16.00

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