Ahmet Öğüt. neither artificial nor interlligent

Ahmet Öğüt, from the series neither artificial nor intelligent (2023–2025), oil on canvas, 70x70 cm. Private collection; publicly accessible as a digital image
Dal 6 November 2025 al 8 February 2026
Venezia
Luogo: A plus A Gallery
Indirizzo: San Marco 3073
Telefono per informazioni: +39 041 2770466
E-Mail info: info@aplusa.it
Sito ufficiale: http://www.aplusa.it
La galleria A plus A è lieta di annunciare l’apertura della mostra personale di Ahmet Öğüt, neither artificial nor interlligent, un’inedita presentazione della pratica pittorica dell’artista, noto per i suoi progetti partecipativi e di impegno sociale.
In mostra dieci ritratti a olio, realizzati negli ultimi tre anni, visibili esclusivamente in presenza dal 6 novembre 2025 al 20 gennaio 2026 presso la galleria A plus A di Venezia. Le immagini dei dipinti non vengono infatti diffuse online finchè restano di proprietà dell’artista per garantire una visione esclusivamente dal vivo, priva di mediazioni digitali.
Nelle tele 70x70cm sono raffigurati artisti fittizi e realmente esistenti, ognuno con pratiche e provenienze diverse non rivelate al fruitore. Quali pregiudizi influen- zano la nostra lettura di un’immagine? Perché associamo un determinato volto a un specifico luogo o media? Neither artificial nor intelligent invita a un incontro personale e offline con gli artisti ritratti, figure che spesso non ottengono un ri- conoscimento istituzionale a causa di un sistema classificatorio occidentale che caratterizza anche filtri e algoritmi dell’intelligenza artificiale.
Il titolo della serie fa riferimento a Atlas of AI di Kate Crawford (Yale University Press, 2021) dove l’autrice evidenzia come l’intelligenza artificiale, spesso perce- pita come astratta e immateriale, provochi in realtà danni tangibili e irreversibili come guerre, disastri ambientali e diseguaglianze sociali. Facendo riferimento alla storia dello sviluppo delle tecniche di identificazione facciale presentata nel libro, dalla frenologia all’enorme archiviazione di dati non autorizzata, fino alle tecni- che odierne di addestramento della “visione artificiale”, la mostra questiona come l’avanzamento tecnologico utilizzi ancora oggi metodologie di classificazione di per sè fallaci, decise da bias umani e sistemi di potere.
Nato a Silvan, Diyarbakir, Ahmet Öğüt ha conseguito la laurea presso la Facoltà di Belle Arti dell’Università di Hacettepe, Ankara, e il master presso la Facoltà di Arte e Design della Yıldız Teknik University, Istanbul. Lavora attraverso diversi media e ha esposto in mostre personali in istituzioni come Art on the Underground & New Contemporaries, Van Abbemuseum, State of Concept Athens, Kunstve- rein Dresden, Kunsthal Charlottenborg, Chisenhale Gallery; Berkeley Art Mu- seum; e Kunsthalle Basel. Ha inoltre partecipato a numerose mostre collettive, tra
cui: Singapore Biennale (2025); Sense of Safety, Yermilov Centre Kharkiv (2024); Dhaka Art Summit (2023); 17ª Biennale di Istanbul (2022); FRONT Internatio- nal 2022, Cleveland Triennial for Contemporary Art, Ohio (2022); Asia Society Triennial: We Do Not Dream Alone (2021); In the Presence of Absence, Stedelijk Museum Amsterdam (2020); Zero Gravity al Nam SeMA, Seoul Museum of Art (2019); Echigo Tsumari Art Triennale (2018); British Art Show 8 (2015-2017); 13ª Biennale di Lione (2015); Performa 13, la Quinta Biennale di Arte Performativa Visiva, New York (2013); 7ª Biennale di Liverpool (2012); 12ª Biennale di Istanbul (2011); New Museum Triennial, New York (2009); e la 5ª Biennale di Berlino per l’Arte Contemporanea (2008).
Öğüt ha ricevuto il Visible Award per la Silent University (2013); il premio spe- ciale del Future Generation Art Prize, Pinchuk Art Centre, Ucraina (2012); il De Volkskrant Beeldende Kunst Prijs 2011, Paesi Bassi; e il Kunstpreis Europas Zukunft, Museum of Contemporary Art, Germania (2010). Ha co-rappresentato la Turchia alla 53ª Biennale di Venezia (2009).
Vive e lavora ad Amsterdam e Istanbul. Le sue opere fanno parte di collezioni istituzionali come il Guggenheim Museum di New York; Kadist, San Francisco, USA - Parigi; Rennie Collection, Vancouver; Sammlung Goetz, Monaco; Frans Hals Museum; FRAC Nord-Pas de Calais, Dunkerque; Laumeier Sculpture Park, St. Louis; KIASMA Museum of Contemporary Art, Helsinki; Van Abbemuseum, Eindhoven; Fondazione Giuliani, Roma; MSU Broad Art Museum, East Lansing; Vehbi Koç Foundation, Istanbul.
In mostra dieci ritratti a olio, realizzati negli ultimi tre anni, visibili esclusivamente in presenza dal 6 novembre 2025 al 20 gennaio 2026 presso la galleria A plus A di Venezia. Le immagini dei dipinti non vengono infatti diffuse online finchè restano di proprietà dell’artista per garantire una visione esclusivamente dal vivo, priva di mediazioni digitali.
Nelle tele 70x70cm sono raffigurati artisti fittizi e realmente esistenti, ognuno con pratiche e provenienze diverse non rivelate al fruitore. Quali pregiudizi influen- zano la nostra lettura di un’immagine? Perché associamo un determinato volto a un specifico luogo o media? Neither artificial nor intelligent invita a un incontro personale e offline con gli artisti ritratti, figure che spesso non ottengono un ri- conoscimento istituzionale a causa di un sistema classificatorio occidentale che caratterizza anche filtri e algoritmi dell’intelligenza artificiale.
Il titolo della serie fa riferimento a Atlas of AI di Kate Crawford (Yale University Press, 2021) dove l’autrice evidenzia come l’intelligenza artificiale, spesso perce- pita come astratta e immateriale, provochi in realtà danni tangibili e irreversibili come guerre, disastri ambientali e diseguaglianze sociali. Facendo riferimento alla storia dello sviluppo delle tecniche di identificazione facciale presentata nel libro, dalla frenologia all’enorme archiviazione di dati non autorizzata, fino alle tecni- che odierne di addestramento della “visione artificiale”, la mostra questiona come l’avanzamento tecnologico utilizzi ancora oggi metodologie di classificazione di per sè fallaci, decise da bias umani e sistemi di potere.
Nato a Silvan, Diyarbakir, Ahmet Öğüt ha conseguito la laurea presso la Facoltà di Belle Arti dell’Università di Hacettepe, Ankara, e il master presso la Facoltà di Arte e Design della Yıldız Teknik University, Istanbul. Lavora attraverso diversi media e ha esposto in mostre personali in istituzioni come Art on the Underground & New Contemporaries, Van Abbemuseum, State of Concept Athens, Kunstve- rein Dresden, Kunsthal Charlottenborg, Chisenhale Gallery; Berkeley Art Mu- seum; e Kunsthalle Basel. Ha inoltre partecipato a numerose mostre collettive, tra
cui: Singapore Biennale (2025); Sense of Safety, Yermilov Centre Kharkiv (2024); Dhaka Art Summit (2023); 17ª Biennale di Istanbul (2022); FRONT Internatio- nal 2022, Cleveland Triennial for Contemporary Art, Ohio (2022); Asia Society Triennial: We Do Not Dream Alone (2021); In the Presence of Absence, Stedelijk Museum Amsterdam (2020); Zero Gravity al Nam SeMA, Seoul Museum of Art (2019); Echigo Tsumari Art Triennale (2018); British Art Show 8 (2015-2017); 13ª Biennale di Lione (2015); Performa 13, la Quinta Biennale di Arte Performativa Visiva, New York (2013); 7ª Biennale di Liverpool (2012); 12ª Biennale di Istanbul (2011); New Museum Triennial, New York (2009); e la 5ª Biennale di Berlino per l’Arte Contemporanea (2008).
Öğüt ha ricevuto il Visible Award per la Silent University (2013); il premio spe- ciale del Future Generation Art Prize, Pinchuk Art Centre, Ucraina (2012); il De Volkskrant Beeldende Kunst Prijs 2011, Paesi Bassi; e il Kunstpreis Europas Zukunft, Museum of Contemporary Art, Germania (2010). Ha co-rappresentato la Turchia alla 53ª Biennale di Venezia (2009).
Vive e lavora ad Amsterdam e Istanbul. Le sue opere fanno parte di collezioni istituzionali come il Guggenheim Museum di New York; Kadist, San Francisco, USA - Parigi; Rennie Collection, Vancouver; Sammlung Goetz, Monaco; Frans Hals Museum; FRAC Nord-Pas de Calais, Dunkerque; Laumeier Sculpture Park, St. Louis; KIASMA Museum of Contemporary Art, Helsinki; Van Abbemuseum, Eindhoven; Fondazione Giuliani, Roma; MSU Broad Art Museum, East Lansing; Vehbi Koç Foundation, Istanbul.
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