Paolo Venini e la sua fornace

Paolo Venini, Vasi in vetro a murrine “a dame” (a scacchiera), 1953

 

Dal 11 Settembre 2016 al 08 Gennaio 2017

Venezia

Luogo: Le Stanze del Vetro

Indirizzo: Isola di San Giorgio Maggiore 1

Orari: 10-19; chiuso mercoledì

Curatori: Marino Barovier

Costo del biglietto: ingresso gratuito

Telefono per informazioni: +39 041 5229138

E-Mail info: info@lestanzedelvetro.org

Sito ufficiale: http://lestanzedelvetro.org



Paolo Venini e la sua fornace
curata da Marino Barovier, proseguirà il programma finalizzato ad approfondire la storia della vetreria Venini e l’apporto dei suoi designer, focalizzandosi sulle capacità di grande regista di Paolo Venini e sugli artisti che collaborarono con lui in maniera episodica tra gli anni Trenta e Cinquanta del secolo scorso.

In mostra 300 opere che raccontano la sua vis creativa e di alcuni dei vari artisti che negli anni lo hanno affiancato, tra cui Tyra Lundgren, Gio Ponti, Riccardo Licata, Ken Scott, Massimo Vignelli e Tobia Scarpa.
 
Milanese di nascita e muranese d’elezione, Paolo Venini (1895-1959) è stato un grande protagonista del vetro del novecento, che ha contribuito in modo determinante a mantenere vitale con la sua appassionata attività nel corso di quarant’anni di storia. La sua figura di imprenditore colto, illuminato e creativo sarà protagonista della mostra autunnale de LE STANZE DEL VETRO: Paolo Venini e la sua fornace, a cura di Marino Barovier e aperta al pubblico sull’Isola di San Giorgio Maggiore dall'11 settembre 2016 all'8 gennaio 2017, che attraverso 300 opere ripercorrerà le creazioni di Paolo Venini e degli artisti che lo hanno affiancato soprattutto nel corso del secondo dopoguerra.
 
Paolo Venini, dopo una prima esperienza con Giacomo Cappellin nella V.S.M. Cappellin Venini & C. (1921-1925), fondò nel 1925 la vetreria V.S.M. Venini & C. con Napoleone Martinuzzi e Francesco Zecchin. Divenuto in seguito presidente della società, operò instancabilmente come grande regista e direttore della ditta fino alla sua scomparsa, avvenuta nel 1959. Nel corso di quarant’anni di attività si avvalse della collaborazione di grandi artisti come lo scultore Napoleone Martinuzzi, gli architetti Tomaso Buzzi e Carlo Scarpa e il designer Fulvio Bianconi ai quali LE STANZE DEL VETRO hanno già dedicato mostre monografiche. Ma Paolo Venini, imprenditore colto e interessato sia ai fermenti artistici coevi sia alle esigenze   del   mercato internazionale,  intervenne anche come  ideatore  di  nuove  serie di  vetri, avvalendosi  del proprio  ufficio  tecnico  e  contribuendo  all’articolato  catalogo  della  vetreria  che  vide  comunque  l’intervento  di  più  autori. 
 
Grazie a un attento lavoro di ricerca, Paolo Venini e la sua fornace e il relativo catalogo, documentano la produzione nata da specifiche scelte di Paolo Venini che hanno portato ad esempio, a serie come i vetri Diamante in cristallo, nella seconda metà degli anni trenta. È però negli anni cinquanta che Venini si dedicò con assiduità alla creazione di nuovi vetri ottenendo  un grande successo alla Triennale di Milano e alla Biennale di Venezia, ma anche nelle manifestazioni internazionali a sostegno e  per  la  diffusione  del  design  e  dell’artigianato  italiano  che  si  tenevano sia in  Europa  che  negli  Stati Uniti. 
 
Diversi vetri pensati da Paolo Venini nacquero da una raffinata rilettura in chiave innovativa di  alcune  tecniche tradizionali  muranesi come quella dello zanfirico di cui vennero proposte alcune varianti soprattutto tra il 1950 e il 1954. Esemplari sono gli eleganti zanfirici (1950-51) in vetro lattimo o in versione policroma, gli elaborati zanfirici a reticello (1954), monocromi e talvolta ricchi di colore, insieme ai vetri mosaico zanfirico (1954) impreziositi dall’articolata trama bianca che risalta sulla parete colorata. Di grande effetto, sono poi i vetri mosaico tessuto multicolore (1954), caratterizzati da un’inedita tessitura a fili policromi con tonalità delicate.

Dal 1953 vi fu una ripresa della tecnica della murrina che portò progressivamente alla nascita di ricercate tipologie di tessuto vitreo, perlopiù opaco, (“a dame”, “mezzaluna”, “a puntini”) eseguito con suggestivi accostamenti cromatici. Risentendo dell’influsso del design nordico, la produzione si orientò poi verso delicate monocromie associate a velature o incisioni dovute a lavorazioni a freddo che portarono alla cospicua serie dei vetri incisi (1956-57). Di grande successo, in quegli stessi anni, furono inoltre la variopinta serie di bottiglie e le coloratissime vetrate presentate alla Triennale del 1957, dove si distinsero per il notevole effetto decorativo. 
 
Pur mettendo al centro dell’esposizione la straordinaria personalità e il  ruolo di  Paolo  Venini,  la  mostra  Paolo Venini e la sua fornace vuole illustrare  anche la produzione  dovuta  agli  autori  che  collaborarono  con  lui in  maniera  episodica  tra  gli  anni  trenta  e  gli anni  cinquanta, chiamati dallo stesso Venini o giunti perché interessati alla qualità del lavoro della sua fornace. Alla metà degli anni trenta risale la collaborazione con la ceramista svedese Tyra Lundgren (1897-1979) che, oltre ad alcuni vasi, propose un ricco bestiario di volatili, pesci, serpenti, e diverse foglie dalle fogge variegate; del dopoguerra sono le fantasiose bottiglie, i servizi da tavola e le lampade dell’architetto Gio Ponti (1891-1979).
 
Nella seconda metà del XX secolo transitarono per la vetreria il designer Piero Fornasetti (1913-1988), a cui si deve un originale servizio da tavola, e il pittore di origini russe Eugène Berman (1899-1972) che creò il centrotavola Le rovine in vetro trasparente. L’americano Ken Scott (1918-1989) ideò una coloratissima serie di pesci stilizzati in vetro opaco realizzata per il grande magazzino americano Macy’s, mentre Charles Lin Tissot (1904-1994), anch’egli statunitense, propose originali interpretazioni della tecnica dello zanfirico.
 
Alle sperimentazioni del pittore Riccardo Licata (1929-2014) si deve una piccola ma fortunata serie di vetri, esposti alla Biennale del 1956, caratterizzati da una fascia di murrine di sua ideazione. Dalla metà degli anni Cinquanta anche gli architetti Massimo Vignelli (1931-2014) e Tobia Scarpa (1935), parteciparono alla vita della Venini: il primo, tra il 1954 e il 1958, si dedicò all’illuminazione e ai servizi da tavola, il secondo, tra il 1959 e il 1962, mise a disposizione la sua creatività ideando tra l’altro nuove serie in vetro murrino o battuto. I contatti con i paesi nordici, infine, portarono Paolo Venini a una breve collaborazione, interrotta dalla sua scomparsa, con la designer norvegese Grete Prytz (1917-2010), che realizzò alcuni gioielli in vetro e argento (1958-59).

In occasione della mostra Paolo Venini e la sua fornace, verrà pubblicato un catalogo, edito da Skira per LE STANZE DEL VETRO, curato da Marino Barovier e Carla Sonego.

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