Daniel Spoerri. Riordinare il mondo

Daniel Spoerri, Quadro-Trappola (Il Bistrot di Santa Marta), assemblaggio, 70x70x30cm., 2014

 

Dal 15 Ottobre 2017 al 31 Gennaio 2018

Verona

Luogo: Galleria Boxart

Indirizzo: via dei Mutilati 7/a

Curatori: Marco Bazzini



La Galleria Boxart, in occasione della 13° edizione di ArtVerona, inaugura sabato 14 ottobre 2017, dalle ore 19.30, una mostra personale di Daniel Spoerri a cura di Marco Bazzini.

Uno dei celebri banchetti di Eat Art renderà ancora più eccezionale ed esclusiva la serata
: a Verona, nel palazzo dei Mutilati (in via dei Mutilati, 8 di fronte alla Galleria) l’artista ha infatti immaginato di riproporre la versione palindroma di una cena per sole 100 persone, inscenata solo altre due volte nella sua carriera, cena che seguirà l’inaugurazione a partire dalle ore 21.00 (info e prenotazioni su www.artverona.it o scrivendo a vip@artverona.it).

La mostra dal titolo Riordinare il mondo si terrà in via dei Mutilati 7/A, Verona, sede della Galleria, è inserita tra le manifestazioni della XIII Giornata del Contemporaneo promossa da AMACI.

«L’arte è ciò che rende la vita più interessante dell’arte».

Si può dire che Daniel Spoerri, con la propria epopea umana e con il suo multiforme percorso artistico, abbia saputo interpretare perfettamente le parole di questo motto, coniato dal suo grande amico Robert Filliou.

Ne sono esempio le venticinque opere presentate presso la Galleria Boxart, che ripercorrono in sintesi parte della produzione dal 1995 ad oggi di uno dei maggiori protagonisti dell’arte europea del secondo dopoguerra.

Parte del leone ‒ dodici lavori su venticinque ‒ la fanno i celebri Quadri-Trappola, o Tableux-Piège, che lo stesso Spoerri ha definito alla loro prima esposizione nel 1960: «oggetti trovati casualmente in situazioni di disordine o di ordine [che] vengono fissati al loro supporto esattamente nella posizione in cui si trovano. L’unica cosa che cambia è la posizione rispetto all’osservatore: il risultato viene dichiarato un quadro, l’orizzontale diventa verticale. Esempio: i resti di una colazione vengono attaccati al tavolo e, insieme al tavolo, appesi al muro (…)». Al centro di queste opere “antigravitazionali” come di buona parte del suo percorso artistico sono presenti le tematiche legate al cibo.

Negli spazi della Galleria veronese sarà, inoltre, riallestito il Bistrot di Santa Marta, sei Quadri-Trappola dalla serie presentata a Milano in occasione dell’Expo 2015 (presso la Fondazione Mudima), dedicata alla santa patrona delle casalinghe, delle cuoche, delle domestiche, degli osti, degli albergatori e dei ristoratori.

Un altro ciclo di lavori composto da sei tavole e presente in Galleria, declina in maniera diversa il momento di vita reale fermato dall’artista: i Falsi Quadri-Trappola(Faux Tableux-Piège) infatti, differiscono dai precedenti perché Spoerri ha creato “ad hoc” una situazione che evoca quelle della realtà quotidiana. Queste opere prodotte tra 2007 e 2011, accrescono il loro fascino grazie alla scelta della base composta da tavolini degli anni Cinquanta con il piano in mosaico.

Il legame di Spoerri con l’Italia è molto vivo e profondo, riemerge negli spazi di Boxart con la presenza della Catena genetica del mercato delle pulci, un polittico del 2000 nato da quel nomadismo che ha sempre caratterizzato la sua vita e che per un periodo lo ha portato a trasferirsi nella bassa Toscana. L’opera è stata realizzata quando l’artista dovette traslocare tutto quel “mondo” di oggetti avanzi e scarti presente nel suo studio. In mostra alcune delle tavole il cui intero ciclo misura in totale 100 metri e che fu presentato per la prima volta a Milano presso il Palazzo delle Stelline.

La panoramica veronese sui lavori dell’artista continua con alcune opere del ciclo Erst letzt das erste (Primo ultimo il primo) che rimandano a quello straniamento evocato nella nota frase di Lautremont: «Bello come l’incontro fortuito sopra un tavolo anatomico». Il minimo comune denominatore delle opere di Spoerri è infatti l’accostamento e l’assemblaggio di materiali di scarto per nobilitarli, così come avviene nel caso delle Cassette delle lettere (la serie si intitola letteralmente Histoires de boîte à lettere), in cui sono protagoniste alcune cassette di caratteri mobili recuperate dopo il loro abbandono a causa dell’avvento del nuovo sistema digitale.

Completano la mostra, Der Bodybuilder e Schnattergosche, che sono allegorie in forma di scultura del mascolino e del femminino, entrambe della metà degli anni Novanta, mentre nel cortile della Galleria è collocato un bronzo dal titolo Quattro su una scala.

A seguire l’inaugurazione della mostra la cena palindroma per sole 100 persone. Il palindromo è una sequenza di lettere che forma una frase da potersi leggere nelle due diverse direzioni. Un banchetto palindromo è un “teatro gustativo” in cui la tradizionale successione delle pietanze è invertita senza però variarne il gusto. All’inizio, come al termine di ogni cena, un caffè che però ha il sapore di un primo piatto, per arrivare all’antipasto che invece è il vero caffè. La sequenza di sapori resta quella abituale ma otticamente viene invertita.

A causa della grande complessità di realizzazione Spoerri ha allestito un simile banchetto soltanto altre due volte, l’ultima ad Amburgo nel 2005, in occasione del suo 75esimo compleanno e dedicandolo all’amico artista André Tomkins, celebre autore di frasi palindrome.

L’eclettismo che contraddistingue la parabola artistica di Daniel Spoerri, nato a Galati (Romania) il 27.3.1930, è speculare alla sua biografia: basti ricordare che fu primo ballerino dello Stadtteather di Berna tra il 1954 e il ’57, diventando étoile di una disciplina, la danza, in cui sfidare la forza di gravità è all’ordine del giorno. I due cognomi Spoerri/Feinstein (rispettivamente materno e paterno) compaiono tra i firmatari del manifesto del Nouveau Realisme ‒redatto da Pierre Restany nel 1960‒ insieme a quelli di Yves Klein, Tinguely, Raysse, Baldaccini, Villeglé, Christo, Deschamps, Rotella, Arman e Niki de Saint Phalle. Daniel Spoerri è stato anche poeta, memorialista, saggista, etno-antropologo, enologo, gastronomo e umanista; i suoi interessi, come ricorda l’amico gallerista ed editore di Milano Arturo Schwarz, «sono vari quanto quelli degli enciclopedisti del Seicento». Ciò nonostante, egli si emancipa dall’eredità dadaista e in particolare dalla matrice duchampiana proprio attraverso il suo concentrarsi sul tema dell’alimentazione. Fondamentale quanto quello erotico, ma secondo l’artista molto meno indagato, il cibo è divenuto dunque l’emblema di Spoerri, ben oltre la sua altrettanto nota invenzione dei Quadri-Trappola, quando nel 1967 conia il concetto di Eat Art, al rientro dall’isola greca di Symi, dove nasce anche il suo Diario gastronomico per un anno.
Negli Anni Settanta apre un ristorante, divenuto spazio espositivo con il nome di Eat Art Gallery a Düsseldorf (Germania) in cui ha ambientato i suoi numerosi banchetti. Negli Anni Novanta ha realizzato a Seggiano, in Toscana, un grande parco di sculture, che dal 1997 è diventato una fondazione. Al 2009 risale invece il Kunststaulager Spoerri a Hadersdorf am Kamp (Austria).
La lista delle sue mostre degli ultimi anni testimonia l’ininterrotta evoluzione dell’artista e il grande interesse che il lavoro di Daniel Spoerri continua a suscitare.


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